Buongiorno, vorrei sapere quali sono i principali problemi e quali possono essere i limiti della viticoltura per vinificazione in climi con altissimi tassi di precipitazioni: oltre i 2000 mm annui, concentrati soprattutto nei mesi estivi (giugno e luglio con 400 mm di pioggia al mese, agosto e settembre con 250 mm). Esistono soluzioni (varietà, portinnesti particolari,ecc.) o si tratta di situazioni in cui la viticoltura non è praticabile? Magari qualcuno conosce degli studi specifi a riguardo. Grazie Roberto
Il problema più grosso sono due malattie fungine, le peronospora e la botrite. La prima si manifesta quando la pianta resta bagnata per un periodo prolungato in presenza di temperature adatte allo sviluppo del fungo. Puoi quindi essere costretto a trattare spesso, con tutte le conseguenze del caso. Dalle proteste dei vicini ai residui nel vino. Oppure potresti provare a piantare le nuove varietà resistenti che sono molto valide dal punto di vista enologico. Per la seconda ci sono dei trattamenti che possono aiutare, ma la pratica migliore è quella di una adeguata (e se serve estrema) potatura verde. Poi hai il problema dell'accumulo di zuccheri che, se le ore di sole sono poche, può farsi difficile. Qui, ho opti per varietà che tendono ad essere precoci nella maturazione e le lasci in pianta fin che il rtapporto acidità-zuccheri non è favorevole a quello che vuoi vinificare o ti compri quanlhe bancale di banalissimo zucchero. Le sopracitate varietà resistenti, pare, siano estremamente precoci dal punto di vista della maturazione. Bisogna provare
Ciao, ha ragione Mortotoccaci, nei nostri climi se metti varietà tradizionali devi stare sempre con la pompa sulle spalle, con tutte le conseguenze di dispersione di sostanze chimiche nell'ambiente più o meno tossiche, senza contare il tempo e i soldi che spendi per fare i trattamenti. Oltre alle varità resistenti, ho del franconia che produce bene e non ha bisogno di tanti trattamenti, penso e spero che queste nuove varietà diventino il futuro della viticoltura mondiale. Ciao Gianni Di dove sei?
Grazie per le risposte. Sì, sono consapevole delle malattie fungine. Vorrei anche sapere se però esiste un limite di pioggia durante la fase vegetativa, oltre il quale la vite va incontro a problemi di natura intrinseca: chessò, l'apparato radicale che marcisce. Vivo in Giappone e avrei interesse anche per la viticoltura, ma in un luogo che vede valori medi annui superare i 2000 mm. Sono valori che in Italia si registrano solo in annate disastrose (e con piogge comunque in autunno inverno). Che io sappia non ci sono zone vitivinicole nel mondo con caratteristiche del genere. Anche la poca viticoltura che si fa qui in Giappone, la si trova in microclimi molto particolari, decisamente secchi per la media giapponese. Magari esiste qualche clone di portinnesto particolarmente adatto all'umidità?
Se il terreno drena bene non c'è piovosità che tenga. Quindi questo va preparato alla perfezione. Di che tipo di terreno parliamo? Se ha una pendenza questo è positivo, altrimenti va fatto a schiena d'asino. Non conosco bene certe argille pesanti però. Tieni presente che grandi spostamenti di terra (e parliamo di spostare i primi 40-60 cm) comportano un trauma per il terreno e bisogna aspettare qualche anno e attivare pratiche agronomiche adatte perchè questo recuperi e garantisca alla pianta di poter vegetare in salute. In altre parole porti alla luce terreno "morto" e devi rivitalizzarlo della microflora e micro fauna. Ci sono poi terreni poco profondi, che hano roccia madre vicino alla superficie e non va raggiunta. Devi informarti bene prima di fare scassi o altro. I portainnesti sono stati selezionati per ovviare al problema opposto. Se non hai terreni troppo compatti potresti usare portainnesti meno vigorosi, ma non andrei su portainnesti con radice troppo scarsa (ma è una mia idea). Un 420A potrebbe andare bene. Se il terreno è calcareo devi andare su un 41B per forza invece. Devi poi vedere se il Giappone ammette l'importazione di queste piante. Fare agricoltura di certe piante in climi avversi però secondo me è come lottare coi mulini a vento. Ricordo un anziano che si faceva il vino a Londra. Commovente ma il risultato era disastroso. Dovresti provare un 25 viti, senza fare grossi investimenti e vedere come va. Se porti l'uva a maturazione allora procedi. In tre anni dovresti capire come butta.
Grazie mille per i consigli. Il Giappone è estremamente "protezionista" in campo agroalimentare e le importazioni di piante da frutto sono in pratica quasi impossibili: un numero di piante ridicolo deve rimanere sotto osservazione nei vivai governativi per almeno un anno, dopodiché, forse, viene restituito all'importatore. A partire dalla seconda metà di settembre, qui il clima diventa molto più asciutto, con giornate calde e soleggiate, e notti fresche. Per questo ho sempre pensato che una varietà molto tardiva potesse essere una buona soluzione: superare le piogge e l'afa dell'estate, e sfruttare quanto più possibile la bella stagione autunnale per la maturazione. Da questo punto di vista, sempre che la cosa sia sensata, quali varietà consigliereste?
Non andrei su varietà tardive comunque. Un settembre secco e con grandi sbalzi di temperatura è ottimo per etrarre i profumi dai vini bianchi. Il tuo problema è passare indenne la primavera e l'estate però. Se la peronospora ti mangia le foglie puoi avere che settembre splendido vuoi, ma chi accumula gli zuccheri negli acini? Se non puoi piantare le nuove resistenti allora non so cosa consigliarti. Per me portare a maturazione un grappolo trattandolo al inverosimile non ha senso. Cerca una varietà che sia segnalata come molto resistente alla peronospora.