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Vendita marze e/o talee da privato su siti di annunci in UE
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proforum74
Iscritto il: 15/10/2016, 13:34 Messaggi: 363
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Buongiorno, sono un microviticoltore e mi diletto a incrociare varietà. Per questa ragione "colleziono" nei miei pochi mq di vigna diverse varietà. In famiglia l'hobby è benvisto, ma talvolta soggetto a critiche perché si sostiene che l'assenza di entrate economiche non giustifichi il tempo impiegato. Mi chiedevo, anche solo per ripagare fitofarmaci, benzina e attrezzature, se sia possibile, senza aprire partite iva, vendere online tramite siti di annunci tra privati, talee o marze (fuori dall'Italia) come piccoli beni autoprodotti nelle risibili quantità di una vigna familiare,(e come attività ridotta al breve periodo delle potature). Vi sono limitazioni o divieti a questo tipo di microcommercio? Ovviamente tutto il materiale sarebbe debitamente e previamente trattato con insetticidi e antimicotici.
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22/01/2023, 16:52 |
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mortotoccaci
Iscritto il: 01/08/2013, 11:03 Messaggi: 2831 Località: Rauscedo PN
Formazione: laurea
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Le talee e le marze per essere vendute hanno bisogno di determinati requisiti fitosanitari. L'ente che certifica ciò è il servizio fitosanitario della regione di appartenenza. La legislazione parla di tolleranza zero anche sul materiale standard per diversi fitoplasmi. Il tuo materiale andrebbe sicuramente analizzato con ELisa test e PCR. In ogni caso si tratterebbe comunque di materiale standard. Costo non da poco. Poi per vendere il materiale da riproduzione devi avere una licenza vivaistica e di conseguenza una partita iva. La licenza per ottenerla devi dimostrare di avere competenze nel settore. Non così semplice in assenza di titoli scolastici specifici.
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23/01/2023, 9:36 |
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proforum74
Iscritto il: 15/10/2016, 13:34 Messaggi: 363
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Grazie delle informazioni. Immagino che la continua diffusione delle fitopatologie sia quindi indipendente da comportamenti poco virtuosi dei vivaisti. Oppure semplicemente non c'è un dibattito pubblico sulla questione dei controlli e si è burocratizzato un problema (rendondolo u pretesto per fare ordini e corporazioni), invece che risolverlo controllando bene gli attori (che siano imprenditori o i 100 pensionati che in Italia si scambiano talee)? Glielo chiedo con la massima ingenuità, per capire davvero il nocciolo della questione.
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24/01/2023, 13:53 |
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leorasta
Iscritto il: 06/07/2011, 16:13 Messaggi: 3190 Località: Cureggio (NO)
Formazione: laurea in informatica
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Il problema principale sono i fitoplasmi come dice morto. I produttori di materiale certificato hanno determinati standard produttivi che minimizzano la presenza di fitoplasmi, ad esempio trattano termicamente il materiale di riproduzione, cosa che un hobbista non può fare. E anche con questi trattamenti non possono escludere al 100% la presenza di fitoplasmi. La flavescenza dorata, ad esempio, non è detto che si manifesti subito visivamente, specialmente sui portainnesti, e quindi anche l'hobbista può ritenere visivamente sano il materiale di partenza quando poi in realtà può non esserlo. Non si parla di cattiva fede del piccolo produttore ma proprio di cercare di massimizzare la produzione di materiale sano attraverso pratiche che sono effettivamente poco accessibili a chi non ha grosse produzioni e quindi grossi capitali. Non per niente i produttori di barbatelle in Italia si contano sulle dita di una mano e praticamente tutti i vivaisti si riforniscono da loro
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25/01/2023, 11:16 |
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proforum74
Iscritto il: 15/10/2016, 13:34 Messaggi: 363
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Gentile Leo, ho comprato ad un prezzo risibile un pastorizzatore tedesco (che uso per le conserve) che garantisce un perfetto controllo della temperatura e dei tempi. D'altro canto, ho avuto 2 piante ammalate (su solo 50 acquistate) già al primo anno (subito estirpate) tra quelle con passaporto blu. Non so esattamente quale altro rito propiziatorio sia necessario al piccolo... Una situazione di convenienza economica con l'acquisto dal grande vivaista ha un senso per grandi quantità, ma andare a cavillare sul piccolo (pensiinato che non sbarca il lunario, ad esempio), mi pare pretestuoso. Dico questo dal punto di vista di uno che ha un impiego statale con contratto a tempo indeterminato, senza pestare a terra i piedi per ragioni personali, quindi disinterassatamente per vedere se a qualcuno interessa un simile dibattito...
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25/01/2023, 13:06 |
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mortotoccaci
Iscritto il: 01/08/2013, 11:03 Messaggi: 2831 Località: Rauscedo PN
Formazione: laurea
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Il problema della flavescenza c'è ma la burocrazia fa di tutto per cercare di risolverlo con metodi che non risolvono il problema, anzi lo accrescono. E di fatto stanno facendo chiudere i vivaisti, prima i grandi e poi i piccoli solo perchè vengono controllati meno. §In tutto ciò, senza divagare dal tuo problema, non vedo come ci possa essere qualcuno interessato a materiale di dubbia sanità quando anche i professionisti fanno i salti mortali per garantirla e non sempre ci riescono. In ogni caso dovresti fa bollire le piante a 45° per 40 minuti a temperatura costante. Se lo fai le sterilizzi da flavescenza al 99,9%. Ma con i Leaf roll come la mettiamo? Hai accartocciamento? Cocciniglie? Su quello non c'è trattamento che tenga.
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25/01/2023, 17:26 |
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proforum74
Iscritto il: 15/10/2016, 13:34 Messaggi: 363
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Quindi non ci sono trattamenti o insetticidi per le forme svernanti? O per altre virosi? E, scusi, allora i vivai il cui materiale viene attaccato cosa fanno, bruciano e basta? Non capisco perché se uno ha delle piante sane e ne tratta i materiali prima di spedire (per scrupolo e se vogliamo per adeguarsi a un possibile protocollo obbligatorio anche per il privato), debba avere delle pregiudiziali maggiori. Un anziano contadino (che purtroppo non c'è più) dieci anni fa mi disse che finché aveva sovrainnestato da sé vedendo coi suoi occhi cosa prendeva e dove, nella sua terra di malano aveva avuto poco e niente (in pianura umida). Tra questo e i miracolosi regolamenti ci sarà una verità condivisibile, almeno per buon senso. Ma io non voglio insistere... se saprò cosa fanno in vivaio contro cocciniglie e altre virosi che non può fare qualunque altro essere umano, mi riterrò siddisfatto e lascerò spazio a qualcun altro (sempre che l'argomento interessi a qualcuno). Saluti (appassionati e) cordiali!
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26/01/2023, 17:39 |
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mortotoccaci
Iscritto il: 01/08/2013, 11:03 Messaggi: 2831 Località: Rauscedo PN
Formazione: laurea
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I vivaisti seri, contro la Flavescenza, hanno l'arma della termoterapia. Poi queste vite messe in ambiente "inquinato" sono le prime ad ammalarsi. Ma questa è un'altra storia. Poi ci sono gli insetticidi contro i vettori. Io faccio 9 trattamenti in vivaio e non posso dire quanti in vigneto sennò mi arrestano. Poi tagliano ogni vite che ha un minimo sintomo (spesso una carenza ma non si sa mai). Poi noi (io sono socio VCR) abbiamo un servizio interno che passa i piantonai ed elimina ed analizza. Facciamo circa 45.000 Elisa test e non so quante PCR. Tutti i piantonai poi sono campionati a rotazione da ERSA, il servizio fitosanitario regionale che ha diverse squadre di agronomi che passano i piantonai e segnano, tagliano, analizzano e sopratutto scartano dalla raccolta. Noi soci rinnoviamo spesso gli impianti. Un impinato di selvatico dura 10 anni (quindi 7 di pieno raccolto) e un vigneto per marze circa 7 (quidni 5 di pieno raccolto). Nonostante ciò in vivaio ci trovano qualche positivo (di solito nelle vicinanze di vigneti di terzi) e ci fanno trattare con acqua calda per FD. Quest'anno circa 2 milione di piante subiranno il trattamento. E gli impianti vengono comunque scartati per accartocciamento. Il problema va aumentando perchè i viticultori non fano nessuna prevenzione, non trattano, non tagliano. E poi perchè ci stanno eliminando tutti gli insetticidi. E qui veniamo al signore anziano ... Forse è stata una delle cause del problema. Una volta si ammalavano meno perchè c'era meno pressione della malattia, ma, lasciata correre è dilagata. Il selvatico per farsi i sopvrainnesti lo ha comunque preso da un vivaista ... Di fornte ad una palese impotenza è umano e facile dare la colpa a chi propaga il materiale ma mi creda, io oltre che fare il vivaista ho 7 ettari di vigneto e non ho mai avuto 1 problema di attecchimento ne di flavescenza. Le nostre vigne sono orti incastrati tra altri mini vigneti. Il top per far esplodere una pandemia. Eppure da noi che siamo tutti vivaisti il problema è controllato.
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27/01/2023, 8:26 |
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mortotoccaci
Iscritto il: 01/08/2013, 11:03 Messaggi: 2831 Località: Rauscedo PN
Formazione: laurea
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Ecco i regolamenti UE sono tutto tranne che buon senso. Abbaimo proposto protocolli di azione che a nostro avviso arginerebbero il problema ma cadono nel vento. C'è anche chi dice che la FD fa il gioco dei vivaisti perchè così si vendono più piante. Tutte balle. Noi non riusciamo quasi più a riprodurre certe varietà perchè ormai non si trova più una pianta esente da accartocciamento. E bollire tutte le piante per FD (che comunque non esclude l'accartocciamento) porterebbe le barbatelle a costrae circa 8 euro l'una. Pianta poi più debole e destinata ad ammalarsi ...
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27/01/2023, 8:30 |
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