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Lampa
Iscritto il: 30/07/2014, 17:55 Messaggi: 286 Località: Made in Sicily
Formazione: Laurea
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Ero combattuto sull' inserire questa discussione nella sezione -coltivazione della vite- o in quella -industria enologica- ma visto che l'argomento è il prezzo dell'uva e non del prodotto finito ovvero il vino, ho preferito la prima opzione. Veniamo al dunque, si parla spesso del prezzo delle uve e si guarda alle notevoli differenze tra i vari distretti d'Italia, ci sono differenze talmente elevate che il valore di un vigneto in certi areali può arrivare ad essere anche 10-15 volte il valore dello stesso in altra zona. Basta avere un minimo di conoscenza in ambito economico, per spiegare tale fenomeno come conseguenza della valorizzazione e quindi della richiesta di determinati vini nel mercato mondiale rispetto ad altri meno conosciuti e blasonati. Oggi vediamo che, seppur con un ritardo notevole, la strada della valorizzazione dei prodotti (imbottigliamento, etichettatura, marketing, promotion, nuove DOC ecc..) si sta diffondendo un pò in tutta Italia, anche con buoni risultati, ma, il tutto non si traduce nella maggior parte dei casi in una maggiore remunerazione alla produzione. Situazione diversa è quella avvenuta nell'annata 2017, dove l'andamento climatico anomalo ha causato un pò in tutta Italia ingenti problemi alla produzione viticola, con conseguente aumento sostanziale dei prezzi in TUTTI i distretti, e parliamo anche di aumenti del 100-120%. A questo punto quello che mi chiedo è, siamo sicuri che il problema sia connesso alla sola valorizzazione dei prodotti, o è piuttosto causato da una notevole eccedenza della produzione nazionale di uve? E allora perchè si guarda sempre all'incremento della produzione nazionale come un dato positivo?
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04/01/2018, 13:21 |
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studiozenobi
Sez. Sviluppo Rurale
Iscritto il: 22/03/2012, 17:33 Messaggi: 858 Località: Teramo
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Lampa ha scritto: Ero combattuto sull' inserire questa discussione nella sezione -coltivazione della vite- o in quella -industria enologica- ma visto che l'argomento è il prezzo dell'uva e non del prodotto finito ovvero il vino, ho preferito la prima opzione. Veniamo al dunque, si parla spesso del prezzo delle uve e si guarda alle notevoli differenze tra i vari distretti d'Italia, ci sono differenze talmente elevate che il valore di un vigneto in certi areali può arrivare ad essere anche 10-15 volte il valore dello stesso in altra zona. Basta avere un minimo di conoscenza in ambito economico, per spiegare tale fenomeno come conseguenza della valorizzazione e quindi della richiesta di determinati vini nel mercato mondiale rispetto ad altri meno conosciuti e blasonati. Oggi vediamo che, seppur con un ritardo notevole, la strada della valorizzazione dei prodotti (imbottigliamento, etichettatura, marketing, promotion, nuove DOC ecc..) si sta diffondendo un pò in tutta Italia, anche con buoni risultati, ma, il tutto non si traduce nella maggior parte dei casi in una maggiore remunerazione alla produzione. Situazione diversa è quella avvenuta nell'annata 2017, dove l'andamento climatico anomalo ha causato un pò in tutta Italia ingenti problemi alla produzione viticola, con conseguente aumento sostanziale dei prezzi in TUTTI i distretti, e parliamo anche di aumenti del 100-120%. A questo punto quello che mi chiedo è, siamo sicuri che il problema sia connesso alla sola valorizzazione dei prodotti, o è piuttosto causato da una notevole eccedenza della produzione nazionale di uve? E allora perchè si guarda sempre all'incremento della produzione nazionale come un dato positivo? Maggior produzione di uva significa maggior produzione di vino e maggior numero di bottiglie commercializzate e di conseguenza minor costo di produzione per bottiglia, di contro si ha una perdita (minima) del prezzo alla bottiglia, anche se oramai il prezzo ala bottiglia non è connesso in maniera diretta al costo della materia prima, inoltre su diversi mercati internazionali operano future (prodotti finanziari) sul vino che indirizzano a priori il costo della materia prima e del vino in generale
_________________ L'esperienza è il tipo di insegnante più difficile. Prima ti fa l'esame, poi ti spiega la lezione. (O. Wilde)
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05/01/2018, 0:32 |
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Lampa
Iscritto il: 30/07/2014, 17:55 Messaggi: 286 Località: Made in Sicily
Formazione: Laurea
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studiozenobi ha scritto: inoltre su diversi mercati internazionali operano future (prodotti finanziari) sul vino che indirizzano a priori il costo della materia prima e del vino in generale Mi spiegherebbe meglio a cosa si riferisce?
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05/01/2018, 13:15 |
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studiozenobi
Sez. Sviluppo Rurale
Iscritto il: 22/03/2012, 17:33 Messaggi: 858 Località: Teramo
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Lampa ha scritto: studiozenobi ha scritto: inoltre su diversi mercati internazionali operano future (prodotti finanziari) sul vino che indirizzano a priori il costo della materia prima e del vino in generale Mi spiegherebbe meglio a cosa si riferisce? sono prodotti finanziari speculativi che scommetto sulle produzioni e sulle qualità delle uve e dei vini (qui un esempio http://www.winenews.it/index.php?c=detail&id=319 ), oltre alle quotazioni come commodities dell'uva/vino (qui un elenco di alcune commodities https://eddb.io/commodity )
_________________ L'esperienza è il tipo di insegnante più difficile. Prima ti fa l'esame, poi ti spiega la lezione. (O. Wilde)
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05/01/2018, 14:01 |
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nene82
Iscritto il: 14/04/2012, 15:01 Messaggi: 863 Località: Prov. Pa
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Tanto da noi sempre a centesimi la pagheranno. E le briciole sempre ai produttori. Facciamo parte di un sistema che si chiama Comunità Europea ti danno i contributi per realizzare i nuovi vigneti (bello e conveniente) e poi devi andare a raccogliere e vendere a 25 €uro a quintale. Idem per acquisti macchinari e attrezzature, rinnoviamo le aziende con trattori e macchinari nuovi (benissimo) ma per avere le utilità ad ettaro da mettersi a piangere. Non capisco e non riesco a farmi una ragione di tutto il sistema che non funziona.....
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10/01/2018, 16:50 |
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