AQ 10 è una interessante e valida alternativa nelle strategie antioidiche.
Ricerche svolte presso l'Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza hanno mostrato che AQ 10 impiegato sia pre-vendemmia sia in post- raccolta riduce di oltre il 50% l'infezione oidica nell'annata successiva, ciò in quanto contrasta il patogeno presente soprattutto sulle femminelle, impedendo così la formazione degli organi svernanti e/o parassitizzando gli stessi (clasmoteci = cleistoteci; micelio quiescente). E' importante tale posizionamento dopo l'invaiatura, cioè quando termina la lotta antioidica (gli acini con un Brix superiore a 8 non sono più suscettibili all'infezione oidica), in quanto se somministrato in precedenza subisce l'interferenza degli anticrittogamici usati per la peronospora.
Vendono consigliati un paio di trattamenti nell'intervallo tra invaiatura e raccolta, diciamo tra agosto e inizio settembre a seconda della maturazione del vitigno. Per questo tipo di strategia è stato coniato il termine di
sanitazione: ossia il concetto è di ridurre l'inoculo primario anziché contrastare la fase esplosiva dell'infezione come invece si fa tradizionalmente con gli antioidici. Con AQ 10 si evita tra l'altro il trattamento di chiusura con zolfo e in conseguenza di lasciare residui che potrebbero disturbare la vinificazione.
A. quisqualis si comporta da iperparassita penetrando l'organismo bersaglio (l'oidio della vite si chiama
Erysiphe=Uncinula necator) e riproducendosi per cui sviluppa anche un effetto domino; i clasmoteci vengono parassitizzati quando iniziano a svilupparsi (da scuri diventano giallo-verdini).
On line lo vendono a € 27, 35 la confezione da 30 grammi. Si impiega alla dose di 35-70 g/ha, perciò nel tuo caso la confezione piccola già ti avanzerebbe. Si consiglia di distribuire la soluzione di sera, mantenendo previamente il prodotto in acqua per un'ora in modo da favorie la pre-germinazione del fungo, ed è preferibile ottimizzare la soluzione fitoiatrica con olio bianco o pinolene.
Metto un paio di foto: la prima è mia e si riferisce a un cleistorecio di erisifacea rotto che permette di vedere gli aschi contenenti un paio di ascospore; la seconda è da rete e mostra lo sviluppo di
A. quisqualis all'interno di un'ifa con produzione finale di picnidio e conidiospore (frecce nere).
P.S. Riguardo funghi antagonisti a
P. viticola ci sono studi ma al momento niente di applicativo.
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