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Trattamenti peronospora e animali domestici

24/01/2024, 17:31

Buongiorno a tutti.

Sto cercando di capire come gestire la peronospora nel mio vigneto hobbistico (160 viti di nero d'avola su 1103P impiantate quest'anno e una decina di viti da tavola già adulte).
Non ho il patentino (valuterò di prenderlo in futuro) e ho cani e gatti nel terreno che spesso vanno proprio sotto le piante in cerca di ombra e fresco. Le viti sono sparpagliate un po' ovunque, non posso semplicemente recintarle.
Mi servirebbe quindi una soluzione sicura per gli animali domestici, anche a costo di perderci in efficacia, ma non riesco a trovare molte informazioni online o ne trovo di contrastanti (soprattutto sui classici rame e zolfo).

In verità, nella mia zona la peronospora è limitata e si arresta verso metà/fine Giugno, le macchie necrotizzano e non se ne formano altre. Le perdite di prodotto sarebbero anche accettabili senza trattamenti, ma ho avuto l'impressione che le ferite lasciate su tralci e rachidi peggiorino le successive infestazioni di oidio, già particolarmente fastidiose ma che riesco a tenere a bada con il bicarbonato di potassio (additivo alimentare).

Avete qualche consiglio? Il rame è realmente così pericoloso per gli animali domestici anche se ben adesivato alle foglie?
Che risultati posso aspettarmi se impiegassi esclusivamente corroboranti come tannino, zeolite o chitosano? Fanno qualcosa o è solo marketing?

Grazie per l'aiuto.

Re: Trattamenti peronospora e animali domestici

25/01/2024, 11:39

Ciccius ha scritto:Avete qualche consiglio? Il rame è realmente così pericoloso per gli animali domestici anche se ben adesivato alle foglie?

Considera che in teoria qualsiasi prodotto ha un tempo di rientro minimo di 48 ore se non specificato più lungo in etichetta. Questo è quanto prescrive la legge.
Prendi con le pinze quello che dico ma io credo che se si tratta solo di cani e gatti potresti farli rientrare una volta che il trattamento sia perfettamente asciugato. Bisogna però essere sicuri che non mangino poi l'erba (il mio cane mangia un po' di erba ogni tanto, e so che anche i gatti lo fanno). Se mangiano quella sotto le piante trattate, che sicuramente avrà addosso la sua parte di rame, bene non fa di sicuro, soprattutto ai reni che il rame si accumula


Ciccius ha scritto:Che risultati posso aspettarmi se impiegassi esclusivamente corroboranti come tannino, zeolite o chitosano? Fanno qualcosa o è solo marketing?

Qualcosa fanno ma non raggiungono l'efficienza del rame. Magari hanno tempi di carenza anche pari a 0, però anche lì in teoria il tempo di rientro dovrebbe essere sempre 48 ore

Re: Trattamenti peronospora e animali domestici

25/01/2024, 14:06

Grazie per la risposta.

Prevedo di lavorare il sottofila con una zappatura ad aprile-maggio (motozzappa + rifinitura a mano) che da noi in genere è già l'inizio della stagione siccitosa (a parte un 2023 da dimenticare) e ricrescerebbe erba solo sotto i gocciolatori in prossimità dei fusti. Potrei tenerli puliti diserbando manualmente e smuovere la terra di tanto in tanto per evitare che si formino crepe. Dovrebbe restare la terra scoperta e assorbire all'istante eventuali gocce che cadono durante i trattamenti. L'irrigaizone diventerà comunque sporadica dopo i primi due anni.

Le occasioni di contatto con i prodotti si dovrebbero quindi limitare alle gocce che cadono sulla terra durante l'operazione, occasionali "passeggiate" sui cordoni per i gatti o contatto con i resti asciutti delle potature verdi per terra.

Un' opzione per questa stagione potrebbe essere di fare un tentativo con tannino di castagno che volendo è anche disponibile come sostanza di base per enologia. Se fa qualcosa, anche minimo, può darsi che possa anche essere sufficiente.


leorasta ha scritto:
Ciccius ha scritto:Avete qualche consiglio? Il rame è realmente così pericoloso per gli animali domestici anche se ben adesivato alle foglie?

Considera che in teoria qualsiasi prodotto ha un tempo di rientro minimo di 48 ore se non specificato più lungo in etichetta. Questo è quanto prescrive la legge.
Prendi con le pinze quello che dico ma io credo che se si tratta solo di cani e gatti potresti farli rientrare una volta che il trattamento sia perfettamente asciugato. Bisogna però essere sicuri che non mangino poi l'erba (il mio cane mangia un po' di erba ogni tanto, e so che anche i gatti lo fanno). Se mangiano quella sotto le piante trattate, che sicuramente avrà addosso la sua parte di rame, bene non fa di sicuro, soprattutto ai reni che il rame si accumula


Ciccius ha scritto:Che risultati posso aspettarmi se impiegassi esclusivamente corroboranti come tannino, zeolite o chitosano? Fanno qualcosa o è solo marketing?

Qualcosa fanno ma non raggiungono l'efficienza del rame. Magari hanno tempi di carenza anche pari a 0, però anche lì in teoria il tempo di rientro dovrebbe essere sempre 48 ore

Re: Trattamenti peronospora e animali domestici

11/07/2024, 9:04

Buongiorno a tutti, adesso che sono a metà invaiatura e le condizioni climatiche mi permettono di sospendere i trattamenti, riapro la discussione per trarre le conclusioni sulla gestione di questa stagione (magari è utile per qualcuno) e per capire cosa potrei migliorare per le prossime.

Al momento ho trattato ogni 5-8 giorni facendo una miscela di zeolite o caolino 10-15g/l (atossici. Li ho trovati indifferenti tra loro), bicarbonato di potassio 3.5g/l (sostanza di base a uso alimentare) e sapone molle potassico 3g/l (bassa tossicità per i mammiferi e dichiarato sicuro per bambini e animali).
A metà giugno ho eliminato il sapone molle per paura che restino odori o sapori sulle bucce, la mancanza del suo potere adesivante ha reso più difficile distribuire uniformemente la miscela.

Risultati:
Peronospora completamente assente. Tuttavia, l'annata è stata più che favorevole (ho contato appena due piogge potenzialmente infettive da aprile ad oggi) e non ho lasciato una pianta non trattata come testimone e non posso quindi dire nulla sull'efficacia dei trattamenti. Consideriamola fortuna.
L'oidio continua invece a darmi preoccupazioni. È stato controllato bene su quasi tutte le piante ma si ripresenta su quelle che erano andate fuori controllo lo scorso anno e in primavera hanno manifestato forme svernanti. Farò due trattamenti post vendemmia per ridurre i cleistoteci svernanti e incrocio le dita.

Mi si sono inoltre presentati due problemi:

1. Ho superato il numero massimo di trattamenti generalmente raccomandati nei fitofarmaci che utilizzano bicarbonato di potassio come principio attivo.
Mi chiedo se il limite sia dovuto al principio attivo stesso, ai coformulanti o all'influenza sul ph del terreno. Nel primo caso potrei alternarlo con bicarbonato di sodio, ma se il problema è il ph non risolverei nulla. Potrei introdurre A. Quisqualis o B. Pumilus, ma sono costosi e dovrei prendere il patentino per acquistarli.

2. Irrorare sempre con miscele a ph basico rende difficile integrare efficacemente B. Thuringiensis per le tignole (anche se dato per compatibile con alcuni prodotti a base di bicarbonati, potrebbe avere una minore efficacia). Sarebbe meglio darlo facendo un passaggio in più, ma bagnando e rischiando di dilavare la copertura dell'oidio che mi spaventa di più. Al momento i danni della tignola sono più che accettabili, ma temo una terza generazione. Altre soluzione per la tignola non sono applicabili nella mia situazione.

Cerco di farmi venire qualche idea prima della prossima stagione.
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