And86zlatan ha scritto:Mi hanno sconsigliato il rame in questa fase.... MAh...
C'è una spiegazione, non è perché non funziona anzi il rame va bene sempre. Solo che un effetto del rame è quello di "deprimere" o rallentare la crescita della vegetazione e quindi spesso, soprattutto nei vigneti non amatoriali, in apertura vengono consigliati i ditiocarbammati che sono sempre prodotti di copertura come il rame (la modalità d'azione è la stessa) ma non rallentano lo sviluppo dei germogli anzi tendono a stimolarlo. Tutto qua. Ma anche il rame va bene soprattutto in vigneti amatoriali. In post-invaiatura invece il rame è consigliato sempre anche per questo effetto di "rallentamento" dello sviluppo vegetativo, visto che non interessa più la crescita vegetativa visto che la pianta deve concentrarsi sul frutto
And86zlatan ha scritto:E mi hanno dato un prodotto a base di mancozeb puro 64 % che è di contatto e metalaxil m puro 3,90 % che invece è sistemico.
Mi ha detto che va bene per la peronospora ed escoriosi... Eventualmente quando si può usare? le foglie stanno iniziando a vedersi... Altre stanno sbocciando... Io vorrei intervenire in modo da essere ottimale non so proprio che fare visto che le opinioni in rete e quelle del venditore non sempre sono compatibili ed anzi discordanti... Miscelato allo zolfo bagnabile io vorrei iniziare a farlo... Lui mi dice di attendere ancora... domenica di pasqua ha messo pioggia... Cosa è meglio trattare prima della pioggia il sabato con questo prodotto secondo voi o usare altro?
Il mancozeb vorrebbe il patentino, è classificato Xn... Di solito in apertura consigliano prodotti di contatto tipo appunto i ditiocarbammati ma se orma di hanno dato il metalaxil-m amen. Aspetta almeno i 10 cm di sviluppo medio dei tralci per iniziare a trattare, prima non ha senso a meno di condizioni meteo particolarmente predisponenti (zero vento, alta umidità o pioggie e temperature medie sopra i 10 gradi
Ho il patentino... Grazie per la tua risposta esaudiente. Oggi ho contattato un tecnico e ho chiesto se andava bene il mancozeb e mi ha detto che potevo già iniziare per l'escoriosi ed inoltre ha anche il potere di agire contro la peronospora. Se le condizioni lo permetteranno io avevo intenzione di iniziare questa settimana, mi hanno detto che se piove è meglio essere coperti. Io ora, non so se sarà utile trattare, spero solo di non sprecare prodotto, tempo, lavoro, soldi senza motivo. Ovviamente miscelerò anche zolfo bagnabile.
mortotoccaci ha scritto:Ricordo che il rame è un metallo pesante, che viene dilavato molto più facilmente di altri prodotti e che ci sono ex vigneti con il terreno così intriso di rame che non vi cresce più nulla. ....
Io di ex vigneti, trattati fin all' '800 con poltiglia bordolese ne conosco a centinaia, ma vi cresce di tutto. Sono stati espiantati negli anni 80 del secolo scorso "grazie" al "premio" della UE, e adesso sono giardini, orti, oliveti, frutteti e anche vigneti fertilissimi. Io in un appezzamento di circa un ettaro (ex vigna), ho piantato di tutto già dall'inizio degli anni '90, compresa una vigna: mai avuto problemi. Per arrivare a situazioni da te descritte, bisognerebbe inquinare, cioè versare quintali e quintali di rame ogni anno, non qualche kilo Saluti Pedru
Mi sento di dissentire. Molto dipende dal tipo di terreno e non tutta l'Italia è uguale. CI sono terreni che non si rigenerano e altri che portano il prodotto direttamente in falda. Comunque volevo solo sottolineare il fatto che anche il rame è un agrofarmaco e non va usato all'acqua di rose solo perchè consentito in agricoltura biologica (termine che mi lascia quanto mai perplesso accostata al rame). Sento spesso persone agire come se non trattassero con un prodotto chimico solo per questo motivo e invece anch'esso ha una sua pericolosità. Sottovalutarla perchè c'è scritto agricoltura biologica può essere deleterio. E' e resta un metallo pesante anche se lo usava il nonno ed ha campato 100 anni. Oltre che l'uomo la stessa vite ne risente se usato scorrettamente e le limitazioni di quantitativo che si possono usare per legge (almeo in Friuli) stanno a dimostrarlo. In tutto ciò lo uso anch'io; però ritengo che, ove possibile, una rotazione dei principi attivi sia una pratica agronomica più corretta e preferibile al mono uso di un solo prodotto. Saluti
Ciao ragazzi, a proposito di rame (che come giustamente è stato ricordato va usato con attenzione) vi porto un punto di riflessione da dati recenti che ho sentito ad un convegno (che comunque erano noti da tempo in altre ricerche). Dall'analisi dei residui di rame in raccolta, è emerso che questi sono mediamente molto superiori nelle uve convenzionali e integrate che in quelle bio: questo perchè da anni i bio usano dosi minime, mentre nel convenzionale si fanno meno rameici ma con dosi ben più elevate. Anche ultimamente sento spesso questa storia (direi ormai luogo comune) secondo cui i bio sono inquinatori di rame e distributori di quantità industriali di tale metallo pesante nei terreni, ma la realtà è spesso un'altra Detto questo, il prodotto va ovviamente usato con estrema parsimonia: molti terreni hanno problemi legati alla viticoltura del pasato, quando l'azzurrino era il colore dominante
mortotoccaci ha scritto:Mi sento di dissentire. Molto dipende dal tipo di terreno e non tutta l'Italia è uguale. CI sono terreni che non si rigenerano e altri che portano il prodotto direttamente in falda. Comunque volevo solo sottolineare il fatto che anche il rame è un agrofarmaco e non va usato all'acqua di rose solo perchè consentito in agricoltura biologica (termine che mi lascia quanto mai perplesso accostata al rame). ..............
Be', io parlo per mia esperienza, per quella degli altri che conosco e per preparazione personale. Ciò non significa che da altre parti le esperienze possano essere diverse. In ogni modo, io mi riferisco a pochi kg per ettaro. Tutto quello che serve in agricoltura, come insetticida o fungicida, è un agrofarmaco, anche il prodotto più biologico del mondo, quindi ovviamente anche i prodotti rameici. Adesso cerco di spiegarti perché il rame è ammesso in agricoltura biologica. Il rame (Cu) è un elemento indispensabile alla vita animale, vegetale e di molti microorganismi, diversi enzimi hanno come componente il rame: tutto dipende dalla quantità, ma la carenza o peggio ancora, l'assenza è all'origine di diverse disfunzioni. Gli entrali eccessi (sempre riferendomi a modiche quantità) viene eliminato naturalmente e senza danni attraverso il fegato (bile), reni (urina) e pelle (sudore) Altrettanto non si può dire peri prodotti chimici di sintesi, che sono certamente nocivi anche in piccole quantità, Ecco perché è ammesso in agricoltura biologica entro certi limiti. Spero di essere stato chiaro
Pedru ha scritto:........................................ Gli entrali eccessi (sempre riferendomi a modiche quantità) viene eliminato naturalmente .................
Volevo dire "... Gli eventuali eccessi (sempre riferendomi a modiche quantità) vengono eliminati naturalmente ......."
Sono daccordo sul fatto che il rame è meno tossico di altro. Però in un'annata come la scorsa, tenere la pianta sana con dose minime di rame è stata dura. Per il numero di interventi che ho dovuto fare non sarebbe mai stato possibile rispettare la quantità massima consentita. Semplicemente non vorrei passase il concetto che rame=bio=innoquo. Chiaramente se c'è un amatore che ha 30 viti in giardino gli dico tratta col rame ogni sabato mattina. E lo stesso se uno segue una linea biologica, anche perchè non può fare altrimenti. In tutti gli altri casi, specialmente in presenza di periodi di pioggia, forse, alternare è la cosa migliore. In un annata media supponiamo 12 trattamenti antiperonosporici. Il primo lo faccio di mancozeb e tengo a bada anche escoriosi, sei ne faccio di rame, e a cavallo della fioritura 2 sistemici e 2 con altro principio attivo (curativo e di copertura) mi risparmio 2 trattamenti, sono sicuro che non prendo peronospora nel grappolo, che non lo brucio, aumento le probabilità di maturazione data dal rame, ho tempi di carenza sicuri, sto dentro nelle dosi consigliate e non devo trattare con dosi minime ogni 2 giorni. Inoltre gli operatori sono soggetti a specifiche molecole chimiche per periodi più brevi. Questo per un'azienda che non fa bio e deve portare a casa un reddito. Ripeto, lo uso anch'io il rame, ne ho comprati 150 quintali la settimana scorsa. Paicerebbe anche a me fare il biologico, ma nel mondo vivaistico è quasi impossibile.
Non ti do torto , in linea di massima, sul discorso che fai in generale. Quello che vorrei focalizzare è invece l'enorme differenza fra la nocività del rame e dei prodotti di sintesi. Il rame, in piccole dosi, è necessario alla vita, come specificato nel post precedente. Eventuali eccessi vengono prima immagazzinati nel fegato e ceduti lentamente all'organismo in caso di bisogno. Oltre un certo limite gli eccessi vengono espulsi. Questo ovviamente vale per piccole, piccolissime quantità. Se se ne assume a cucchiate, ovviamente è tossico. Il problema sono le quantità eccessive, sia nell'organismo, sia nel terreno. Questo discorso non vale per i prodotti di sintesi, che sono estranei agli organismi viventi e nocivi anche in piccole quantità. I prodotti di sintesi hanno anche un altro grande difetto: provocano rapidamente la selezione di ceppi patogeni resistenti a quel trattamento, per cui è necessario cambiare formula dopo due trattamenti. Col rame (e con lo zolfo) questo non succede: i patogeni non acquisiranno mai resistenza a questi elementi. Saluti Pedru
Su terreni ricchi di sostanza organica il rame viene "smaltito" molto più rapidamente che sui terreni poveri, dove si accumula più facilmente. Di conseguenza ad esempio anche solo l'inerbimento permette una concentrazione minore nel terreno rispetto a dove si mantiene il terreno "nudo" con diserbi o lavorazioni.
Comunque i prodotti rameici a rigor di logica non dovrebbero essere inclusi nell'agricoltura bio, vengono accettati solo in quanto prodotti tradizionali anche perché il solfato di rame è a tutti gli effetti un prodotto di sintesi ottenibile da procedimenti chimici (si fa sciogliendo il rame nell'acido solforico, i nostri vecchi lo sapevano bene prima dell'avvento dei consorzi). Stessa cosa gli zolfi, a voler essere fiscali sarebbero utilizzabili solo gli zolfi di miniera ma i zolfi bagnabili vengono consentiti (giustamente) lo stesso
Sì. Però il solfato di rame è un semplice sale, cioè una combinazione di due elementi (rame e zolfo) che può formarsi anche in natura. In soluzione acquosa si libera l'elemento Rame in forma ionica, quindi non è un vero e proprio composto di sintesi, che può formarsi solo in laboratorio con attrezzature più o meno sofisticate. Comunque, è biologico per i motivi specificati in altri post, non perché tradizionalmente usato in agricoltura. Cosa ben diversa dai formulati chimici, i cui principi attivi non sono semplici elementi ma intere molecole complesse ottenute solo artificialmente Saluti Pedru
PS: credo di non aver altro da aggiungere, perciò questa discussione, per me finisce qua