i diritti qui costano circa 1 €/m2, si vendo in base alla superficie.li magari costano meno, se c'è meno interesse per la viticoltura. loris, non c'è una cantina sociale li in zona? vai a trovarli e fa una chiacchierata col presidente o il tecnico agronomo se ce l'hanno, per sapere nei dettagli la realtà del luogo, sia per la renumerazione delle uve che per le cose tecniche del vigneto. per es. dici che sei su versante collinare e che la terra è cretosa, potrebbe soffrire siccità nei mesi estivi oppure no... potrebbe servire l'impianto irriguo oppure no (sempre che ci sia l'acqua)... vitigno: rosso del conero... è sangiovese? è adatto a fare cordone speronato? ma soprattutto renumerazione. se sotto i 30 €/q, per le rese che suppongo li in collina (150 q/ettaro?) fuggi a gambe levate...
Il prezzo dei diritti in realtà non c'è. Dipende dal momento, dalla zona, da che tipo di diritto si compra, ecc. Da me, dove c'è la ressa, si è passati da 6 mila a 15 mila euro all'ettaro. Ora siamo tra 9 e 11. I diritti poi vanno trovati ... nuova terra di conquista sembra essere la Toscana.
......e poi se ho capito bene i diritti (quote) hanno diverse peculiarità cioè il numero di quintali/anno e il tipo di vitigno.....giusto???? Da dove posso iniziare per sapere se nella mia zona qualcuno vende le quote??? Vado alla mia associazione (copagri)?
Il tipo di vigneto centra relativamente. Il diritto è sui quintali ad ettaro. Se è irriguo o meno, doc o igt. Associazione di categoria si, oppure mediatori privati, inserzioni su giornali e siti specifici, ecc. Non tutte le regioni permettono di far uscire i loro diritti e non sono ulteriorimente rivendibili (/in teoria poi pare che in qualche regione si faccia).
con l'onnipotente google ho trovato questo: http://www.imtdoc.it/cms/vini.php?id_te ... 4050617187" target="_blank quindi resa 130 q/ha di uve montepulciano e sangiovese. ora con una resa così bassa le uve devono vale almeno 50 € quintale, sperando ti lascino vendemmiare a macchina, sennò ce ne vogliono di più. quindi prima di parlare di quote, senti la cantina sociale com'è l'andazzo, degli ultimi 10 anni, che prospettive ci sono per il futuro... poi, se i numeri ci sono, vai alla copagri per parlare di quote. se non hanno abbastanza, cerca presso le altre associazioni, coldiretti, cia, confagricoltura... la stessa cantina sociale. presso questi enti è pressochè impossibile prendere fregature, in particolare se ti procurano quote dello stesso territorio
Bene, seguirò il tuo consiglio alla lettera e prima di prendere decisioni mi documenterò bene da qualche cantina sociale così da capire bene le dinamiche e le eventuali opportunità anche perché come detto non ho fretta e sopratutto denari da perdere....sentirò le cantine sociali e anche le case vinicole della zona magari per iniziare in maniera collaborativa....affitto o affitto attivo come dicevo all'inizio di questo topic...e piano piano vediamo...ma per me investire in una vigna rimane qualcosa di mitico!
certo, per le zone collinari a mio vedere è una delle poche opportunità. peccato che in molte colline d'italia questa coltura è mortificata, pur avendo potenzialità qualitative di alto livello. purttroppo il singolo deve fare i conti con la redditività. facci sapere come va da quelle parti con il vino
Non ho capito bene...ma i diritti (quote) che uno ha o compra prima del 01/01/2016 (quando entra in vigore la riforma) vanno persi o si tramutano nelle nuove quote? Ma la regione non fa bandi per l'assegnazione di questi diritti? Sto cercando cantine sociali ma non ne trovo, solo una ma a circa 60km da me. Qui siamo pieni di cantine private però.....
I diritti, dopo la riforma (che non è nemmeno stata abbozzata) restano ai proprietari, ma vengono trasformati in concessioni. Viene quindi eliminata la compravendita. Se una persona non vuole più fare vigneto restituisce i diritti alla regione che poi li ridistribuiosce con bando (e prelazioni varie) ai richiedenti. Questo è quello che si suppone. Ogni regione potrà poi creare ex novo l'1% di diritti da assegnare se le richeste saranno maggiori dell'offerta. Da questo si evince che sarà difficile ottenere diritti, sia perchè chi li ha se li tiene pur di non perderli gratis e sia perchè quei pochi andranno divisi tra i richiedenti. Personalmente, se sarà così, non la vedo bene, ne per la viticultura italiana (che vedrà aumentare i vigneti abbandonati o semi) ne per i vivaisti (che col mercato del nuovo bloccato devono produrre solo per i rimpiazzi), ne per i giovani che si vogliono mettere nel settore, magari trasformando un'attività precedente.