Certo, € 15.000/ha è uno sproposito! Forse quei prezzi li si raggiunge in alcune zone pregiate d'Italia ma non credo che tale prezzo sia indicativo del valore medio dei diritti in Italia. Così come non credo lo sia il prezzo che hai detto di aver trovato in Puglia un anno fa (€ 15.000

): se mai tali prezzi si siano verificati in Puglia, credo siano una eccezione riguardante solo alcune zone pregiate (alcune zone di produzione nel Salento?); per quel che so, nella mia zona, diritti a € 15.000 non ne ho mai sentiti; qua strabuzzano gli occhi per diritti a € 4.000/€ 5.000 l'uno, figurarsi a € 15.000. Sarebbe, comunque, interessante capire quale sia la tua fonte informativa.
Per il discorso diritti impianto Puglia: la Regione ha già deliberato di non fare uscire più nulla fuori; l'assessore da alcuni mesi annuncia l'uscita di un bando per assegnare gli ultimi diritti di impianto rimasti in riserva regionale, che dovrebbe ammontare a poco più di ha 300. Naturalmente, che escano fuori o rimangano in Regione poco importa, l'importate è che non vadano persi.
Il limite di questi bandi, almeno per la mia zona, è che si è costretti ad utilizzare i diritti concessi per impiantare vigneti che siano meccanizzabili e che puntino alla qualità; tradotto: l'agricoltore è obbligato a impiantare il vigneto con forme di allevamento verticali per cui il tendone è bandito. Questa limitazione (che comprendo e appoggio, perché spinge verso una agricoltura di qualità) rende poco appetibile all'agricoltore delle mie parti fare riferimento a quei bandi perché, purtroppo, la qualità qui non risulta remunerativa o comunque non lo è tanto quanto il concentrarsi sulla quantità; questo fa si che sia preferibile acquistare sul mercato i diritti di reimpianto rimasti in circolazione, concentrando la domanda sul mercato (anche se, sicuramente, la possibilità di avere a disposizione altri diritti provenienti dalla riserva regionale può contribuire a diminuire la domanda; non so, però, in che misura ha 300 possano contribuire a questo spalmati sull'intero territorio regionale)
mortotoccaci ha scritto:3° perchè con l'avvicinarsi della data fatidica del 31 dicembre chi li ha invenduti farà di tutto per non perdere il beneficio e li venderà anche a molto meno
4° perchè i compratori potrebbero decidere di aspettrare l'anno nuovo e provare ad entrare in graduatoria con le nuove autorizzazioni gratis.
Alla 3a potrei risponderti che "con l'avvicinarsi della data fatidica del 31 dicembre, chi non li ha acquistati farà di tutto per non perdere il beneficio della loro conversione automatica in autorizzazioni e li acquisterà anche pagando di più". Dubito che il numero di soggetti che durante l'anno hanno deciso di non impiantare un vigneto si decidano poi tutti all'ultimo dell'anno per vendere; in parole povere non so se l'offerta, nell'ultimo periodo dell'anno, sarà così abbondante da determinare un crollo del prezzo dei diritti.
Per la quarta, anche li la vedo dura nel senso che: se io agricoltore ho deciso di impiantare un vigneto (per cui ho denaro da investire) non è che aspetto la ruota della fortuna delle autorizzazioni (considerata anche l'età media molto alta degli agricoltori italiani e che se ci sarà graduatoria, uno dei criteri potrebbe essere quello dell'età favorendo i giovani). E se mi va male che si fa? Le autorizzazioni sono strettamente legate al beneficiario a cui vengono assegnate per cui non possono essere vendute. L'agricoltore non potrebbe nemmeno comprarle sul mercato.
mortotoccaci ha scritto:Inoltre ben vengano i diritti e le quote a protezione della quantità (aiutano i piccoli produttori a non scomparire) ma concedere solo l'1% è un suicidio. Ne servirebbe almeno il 3 per mantenere l'offerta stabile e non perdere quote di mercato a favore di Stati Uniti, Australia, Cile, Sud Africa, Nuova Zelanda e anche Russia e Cina.
Mi chiedo, a questo punto, come mai i Governi italiano, francese, spagnolo, ecc. e le varie organizzazioni di categoria abbiano fatto di tutto per non liberalizzare totalmente l'impianto dei vigneti. Non sarà stato mica per evitare ciò che sta accadendo col latte?
Cmq,ragionandosi un po' su, forse l'andamento dei prezzi dei diritti varierà anche in funzione delle zone di produzione.
Il discorso cmq è interessante, teniamoci aggiornati.
Saluti