|
Autore |
Messaggio |
mortotoccaci
Iscritto il: 01/08/2013, 11:03 Messaggi: 2836 Località: Rauscedo PN
Formazione: laurea
|
Verranno concesse autorizzazioni all'impinato con graduatoria l'1% della superficie vitata su base regionale. Non è ancora chiaro se le nuove autorizzazioni non richieste in alcune regioni potranno essere assegnate a richiedenti di altre regioni. Ne si possono sapere i criteri di queste fantomatiche graduatorie. Per mantenere il livello produttivo del sistema Italia dovrebbero essere piantati ogni anno il 3% della superficie. Non ho parole, un altro favore fatto ai paesi extra UE.
|
04/02/2015, 19:22 |
|
|
|
|
Apprendo
Iscritto il: 13/10/2011, 12:23 Messaggi: 643
|
JeanGabin ha scritto: OMleoncino ha scritto: JeanGabin ha scritto: I prezzi crollano perchè dopo il 31 dicembre non ci sarà più bisogno delle quote... ...
eh troppo bello. ci sarà sempre bisogno dell'autorizzazione delle regione, per i nuovi impianti vigneti destinati a prodotto commerciale o comunque superiori a 1000 m2. autorizzazioni si gratuite, ma rilasciate in base a graduatorie di merito Anno nuovo, mafia nuova.... "Mafia nuova"? Come mai questa considerazione? I diritti di impianto e reimpianto hanno un unico scopo e cioè quello di limitare la produzione cercando di tutelare, per quanto possibile, il prezzo della materia prima. L'Europa chiedeva la completa liberalizzazione (vedi quello che succederà a breve per il latte e poi per lo zucchero) ed i maggiori Paesi produttori di vino (Italia e Francia in primis), con relative organizzazioni ecc. ecc., si sono stracciati le vesti per ottenere questo sistema di autorizzazioni che conserverà una certa limitazione della produzione (che rimarrà, se non sbaglio, solo per le uve da vino). Quanto al prezzo dei diritti, non concordo con chi afferma che crollerà: al contrario credo aumenterà poiché chi è possessore di diritti di reimpianto gode, in automatico, della trasformazione degli stessi in autorizzazioni dal 1° Gennaio 2016. Per chi non avrà con se i diritti di reimpianto, dovrà fare richiesta di queste autorizzazioni e, naturalmente, non è detto che gli vengano concesse visto che al massimo lo Stato Membro può concedere un aumento della superficie viticola nazionale dell'1% (questo significa che su 640.000 ettari di sup. viticola nazionale ne verrebbero concessi, al massimo, poco più di 6.000 ettari). Non so se i regolamenti applicativi siano stati approvati ma stando così le cose, appena gli agricoltori capiranno bene la situazione, ci potrebbe essere un forte aumento dei prezzi dei diritti di reimpianto. Saluti
|
07/02/2015, 11:27 |
|
|
mortotoccaci
Iscritto il: 01/08/2013, 11:03 Messaggi: 2836 Località: Rauscedo PN
Formazione: laurea
|
I prezzi dei diritti di reimpianto crollareanno, non quelli del vino per ora. E sta già avvenendo. 1° perchè hanno raggiunto già livelli così alti che non andavano venduti (15.000 euro/ha) 2° perchè finalmente alcune regioni saranno obbligate a vendere i propri diritti su base nazionale (marche e puglia su tutti) 3° perchè con l'avvicinarsi della data fatidica del 31 dicembre chi li ha invenduti farà di tutto per non perdere il beneficio e li venderà anche a molto meno 4° perchè i compratori potrebbero decidere di aspettrare l'anno nuovo e provare ad entrare in graduatoria con le nuove autorizzazioni gratis. 5° perchè le regioni che hanno diritti in portafoglio si decideranno a venderli - il Friuli ha già messo in vendita i suoi 100 ettari a 6 mila e 500 con graduatoria. So giò di diritti della puglia a 3500 euro l'ettaro. Da 15 mila di un anno fa ... se non è un crollo questo! Quindi con più vigna piantata nei prssimi 5 anni (sono veramente tanti i diritti in portafoglio e chi non riuscirà a venderli sarà tentato dal piantare) e tutta sulle solite note varietà minimamente remunerative il prezzo dovrà necessariamente subire una flessione. Inoltre ben vengano i diritti e le quote a protezione della quantità (aiutano i piccoli produttori a non scomparire) ma concedere solo l'1% è un suicidio. Ne servirebbe almeno il 3 per mantenere l'offerta stabile e non perdere quote di mercato a favore di Stati Uniti, Australia, Cile, Sud Africa, Nuova Zelanda e anche Russia e Cina. Chiediamoci a chi giova tutto ciò?
|
07/02/2015, 19:03 |
|
|
Apprendo
Iscritto il: 13/10/2011, 12:23 Messaggi: 643
|
Certo, € 15.000/ha è uno sproposito! Forse quei prezzi li si raggiunge in alcune zone pregiate d'Italia ma non credo che tale prezzo sia indicativo del valore medio dei diritti in Italia. Così come non credo lo sia il prezzo che hai detto di aver trovato in Puglia un anno fa (€ 15.000 ): se mai tali prezzi si siano verificati in Puglia, credo siano una eccezione riguardante solo alcune zone pregiate (alcune zone di produzione nel Salento?); per quel che so, nella mia zona, diritti a € 15.000 non ne ho mai sentiti; qua strabuzzano gli occhi per diritti a € 4.000/€ 5.000 l'uno, figurarsi a € 15.000. Sarebbe, comunque, interessante capire quale sia la tua fonte informativa. Per il discorso diritti impianto Puglia: la Regione ha già deliberato di non fare uscire più nulla fuori; l'assessore da alcuni mesi annuncia l'uscita di un bando per assegnare gli ultimi diritti di impianto rimasti in riserva regionale, che dovrebbe ammontare a poco più di ha 300. Naturalmente, che escano fuori o rimangano in Regione poco importa, l'importate è che non vadano persi. Il limite di questi bandi, almeno per la mia zona, è che si è costretti ad utilizzare i diritti concessi per impiantare vigneti che siano meccanizzabili e che puntino alla qualità; tradotto: l'agricoltore è obbligato a impiantare il vigneto con forme di allevamento verticali per cui il tendone è bandito. Questa limitazione (che comprendo e appoggio, perché spinge verso una agricoltura di qualità) rende poco appetibile all'agricoltore delle mie parti fare riferimento a quei bandi perché, purtroppo, la qualità qui non risulta remunerativa o comunque non lo è tanto quanto il concentrarsi sulla quantità; questo fa si che sia preferibile acquistare sul mercato i diritti di reimpianto rimasti in circolazione, concentrando la domanda sul mercato (anche se, sicuramente, la possibilità di avere a disposizione altri diritti provenienti dalla riserva regionale può contribuire a diminuire la domanda; non so, però, in che misura ha 300 possano contribuire a questo spalmati sull'intero territorio regionale) mortotoccaci ha scritto: 3° perchè con l'avvicinarsi della data fatidica del 31 dicembre chi li ha invenduti farà di tutto per non perdere il beneficio e li venderà anche a molto meno 4° perchè i compratori potrebbero decidere di aspettrare l'anno nuovo e provare ad entrare in graduatoria con le nuove autorizzazioni gratis. Alla 3a potrei risponderti che "con l'avvicinarsi della data fatidica del 31 dicembre, chi non li ha acquistati farà di tutto per non perdere il beneficio della loro conversione automatica in autorizzazioni e li acquisterà anche pagando di più". Dubito che il numero di soggetti che durante l'anno hanno deciso di non impiantare un vigneto si decidano poi tutti all'ultimo dell'anno per vendere; in parole povere non so se l'offerta, nell'ultimo periodo dell'anno, sarà così abbondante da determinare un crollo del prezzo dei diritti. Per la quarta, anche li la vedo dura nel senso che: se io agricoltore ho deciso di impiantare un vigneto (per cui ho denaro da investire) non è che aspetto la ruota della fortuna delle autorizzazioni (considerata anche l'età media molto alta degli agricoltori italiani e che se ci sarà graduatoria, uno dei criteri potrebbe essere quello dell'età favorendo i giovani). E se mi va male che si fa? Le autorizzazioni sono strettamente legate al beneficiario a cui vengono assegnate per cui non possono essere vendute. L'agricoltore non potrebbe nemmeno comprarle sul mercato. mortotoccaci ha scritto: Inoltre ben vengano i diritti e le quote a protezione della quantità (aiutano i piccoli produttori a non scomparire) ma concedere solo l'1% è un suicidio. Ne servirebbe almeno il 3 per mantenere l'offerta stabile e non perdere quote di mercato a favore di Stati Uniti, Australia, Cile, Sud Africa, Nuova Zelanda e anche Russia e Cina. Mi chiedo, a questo punto, come mai i Governi italiano, francese, spagnolo, ecc. e le varie organizzazioni di categoria abbiano fatto di tutto per non liberalizzare totalmente l'impianto dei vigneti. Non sarà stato mica per evitare ciò che sta accadendo col latte? Cmq,ragionandosi un po' su, forse l'andamento dei prezzi dei diritti varierà anche in funzione delle zone di produzione. Il discorso cmq è interessante, teniamoci aggiornati. Saluti
|
11/02/2015, 18:25 |
|
|
Lampa
Iscritto il: 30/07/2014, 17:55 Messaggi: 286 Località: Made in Sicily
Formazione: Laurea
|
Bisognerebbe aprire un topic dedicato alle autorizzazioni dei vigneti, stiamo per arrivare ad una data importante per il contesto viticolo e credo sia giusto discuterne e chiarire eventuali dubbi.
Per quel che riguarda il prezzo delle autorizzazioni, dico all'utente Apprendo che ho ricevuto più di una volta offerte di acquisto dei miei "catastini" a prezzi che oscillavano dai 9000 ai 12000 euro per Ha, e che francamente nonostante sia un giovane che vuole investire sul settore viti-vinicolo, è stata dura dover rifiutare le offerte, sopratutto per la prospettiva che offre il conferimento di uva presso le cantine sociali in Sicilia (20-25E/quintale su base 20 per tutte le uve).
Sul fatto di un eventuale crollo o innalzamento dei prezzi delle autorizzazioni entro la fine dell'anno, personalmente credo che il prezzo resterà invariato essendoci due forze in gioco, l'agricoltore che vuole disfarsene entro il tempo limite, e l'agricoltore che vuole accaparrarsele prima che sia troppo tardi.
Per l'utente conterraneo, so che tutti i vigneti siciliani fanno parte della DOC Sicilia, ci sono però dei veri e propri territori Doc (Marsala, Alcamo, Salaparuta, Etna ecc..) e altrettanti Igt quindi non saprei dirti le differenze, non sono ancora abbastanza informato in materia. I 200E/Ha annui per quanto irrisori, sono in linea con i prezzi d'affitto delle nostre zone, sopratutto se parliamo di terreni senza chissà quali doti qualitative. L'arrivo dell'IMU nei territori svantaggiati come Racalmuto, personalmente credo provocherà una forte svalutazione dei terreni, principalmente perchè nessuno sarà ben disposto a pagare la tassa anche abbastanza elevata per un bene (terra) di cui non solo non si usufruisce, ma che anche volendo non si riesce a sfruttare come fonte di investimento (anche dando 10Ha in affitto ci tiri 2000-2500 euro di cui costi per 1500 di sola IMU). Credo che solo chi abbia intenzione di creare un'azienda agricola e lavorarci su personalemente (Coltivatore Diretto) avrà qualche valida ragione di non vendere. Triste realtà... PS: il discorso vale per l'agricoltura non specializzata made in Sicily.
|
11/02/2015, 21:28 |
|
|
Apprendo
Iscritto il: 13/10/2011, 12:23 Messaggi: 643
|
Credo dovremo posticipare l'apertura del topic di 5 anni https://www.politicheagricole.it/flex/c ... agina/8343 Lampa quei diritti che hai sono legati ad uve destinate alla produzione di vini a Denominazione di Origine? Saluti
|
11/02/2015, 21:45 |
|
|
Esadecimale
Iscritto il: 11/02/2015, 22:39 Messaggi: 306 Località: Sicilia,Prov.Pa
|
E' mia impressione credere o giudicare, i vari governi politici italiani(minuscolo voluto)degli ultimi 20 anni, e in particolar modo i piu recenti, essere contro il Popolo Italiano? Contro i lavoratori? Contro gli agricoltori? Contro chi va a lavorare in campagna , e passare tutto il tempo libero a zappare per amor di mangiare qualcosa di genuino ,o per non abbandonare il pezzo di terreno lasciato in eredità dai propi avi? Scusate lo sfogo,ma tra quote carne,quote vino,quote latte,imu agricola e roba varia ,per non parlare del frumento e la farina.....
|
12/02/2015, 0:47 |
|
|
mortotoccaci
Iscritto il: 01/08/2013, 11:03 Messaggi: 2836 Località: Rauscedo PN
Formazione: laurea
|
La regione Puglia non voleva vendere ma sarà obbligata a farlo come deliberato dalla conferenza stato regioni. Il diritto ha un suo prezzo indipendentemente da che zona viene, a adirittura indipendentemente se sia igt, doc, irriguo o no e da quanti quintali porti. In Friuli e Veneto, dove si pianta a piene mani i diritti provenienti dalle regioni che li facevano uscire andavano via a 15.000 a gennaio 2014. A 12.000 a novembre 2014. Ora ne ho comprato uno Friulano a 10.000 e le riserve regionali li vendono a 6.500. Abbiamo offerte da intermediatori per diritti toscani a 6.500 e, se si riesce a bypassare il mediatore a 3.500 lo si porta a casa. Le mie fonti sono il mio conto in banca . La paura di rimanere col cerino in mano è sempre il motore di tutto. Però chi deve comprare ha in teoria una chances di vantaggio, dato che l'1% verrà sempre assegnato e quindi il venditore o pianta o vende a meno o si attacca. Chi fa le leggi è spesso soggetto a pressioni di lobby. Per cui se intasca un vantaggio personale può tranquillamente fare una legge che va contro l'interesse nazionale. Negli anni, con l'1% che non sarà mai sufficente e regioni che si ostin eranno a perdere i dirtti piuttosto che trasferirli ad altre il prezzo del vino in teoria dovrebbe salire, anche se il rischio di essere innondati da vino extra ue è forte. Si può solo che puntare sulla qualità, territorialitàù e export.
|
12/02/2015, 12:30 |
|
|
Apprendo
Iscritto il: 13/10/2011, 12:23 Messaggi: 643
|
Ciao mortotoccaci, we beato te che col tuo conto in banca riesci ad avere il polso dell'andamento dei prezzi sull'intera penisola, deve essere a parecchi zeri . Scherzo naturalmente, ma l'argomento si fa interessante per capire un po' quali sono o potrebbero essere le dinamiche dei prezzi. Stamattina leggevo questo e mi ero ripromesso di linkarlo qui appena possibile http://www.teatronaturale.it/strettamen ... egioni.htm" target="_blank Il DM approvato in CDM 4 gg fa viene visto come una soluzione al rischio di perdere superficie vitata ed un rimedio per "calmierare i prezzi di mercato attualmente in forte aumento". Interessante anche l'intervento di Zonin che rimarca la stessa cosa osservando come, in alcune zone, i prezzi siano schizzati alle stelle. Credo, ancora una volta, che l'andamento dei prezzi sarà influenzato molto in dipendenza anche delle zone di scambio considerate e credo ci sarà una tendenza all'aumento (adesso non più, forse, visto il DM) soprattutto in quelle zone in cui i diritti di reimpianto messi a disposizione dalle Regioni vengono poco sfruttati poiché vincolanti (per cui l'agricoltore tende a cercare il diritto sul libero mercato). L'effetto "calmierante" descritto dal MIPAAF, secondo me, sarà dato in buona parte dall'allungamento (concesso solo all'Italia) del periodo di conversione dei diritti in autorizzazioni, di ulteriori 5 anni. mortotoccaci ha scritto: Chi fa le leggi è spesso soggetto a pressioni di lobby. Per cui se intasca un vantaggio personale può tranquillamente fare una legge che va contro l'interesse nazionale. Potresti spiegare meglio a cosa ti riferisci? Non mi è chiaro. P.S.: L'assessore Nardoni, nell'annunciare che i diritti in riserva regionale pugliese saranno messi a bando e non usciranno fuori Regione, aveva anche affermato che un giorno avrebbe rivendicato questa cosa come suo merito....come una medaglia al petto diciamo così.....mi chiedo, adesso, come farà con l'approvazione del DM del 10 c.m. . Cmq, per chi fosse interessato, informo che i diritti in riserva pugliese, grazie a quelli derivanti dalla Prov. di Brindisi, sono saliti a Ha 503 circa (dei quali una parte potrebbe essere data gratuitamente, come fatto in precedente bando). Si attende il bando Saluti
|
14/02/2015, 14:59 |
|
|
mortotoccaci
Iscritto il: 01/08/2013, 11:03 Messaggi: 2836 Località: Rauscedo PN
Formazione: laurea
|
Nardoni ha ragione, nel senso che farà un bando valido per la Puglia e i diritti della riserva pugliese andranno ai pugliesi che vogliono piantare ... se ne trova. Il DM da la possibilità ai pugliesi di vendere in Veneto, cosa che gli era preclusa, a 10.000 euro l'ettaro se son furbi e saltano gli intermediari. Prendiamo il caso dell'accordo Eu-Usa sul libero scambio. Scompaiono dalle etichette tutta una serie di informazioni che garantivano la tracciabilità della filiera al consumatore. Allora, a chi giova tutto cio? Al consumatore no e nemmeno al produttore italiano. Domani potrò andare negli Usa, comprare uno stock di coscie di suino, farle salare Spagna e portarle a stagionare 20 mesi a San Daniele e vendere il prodotto come San Daniele dop (SE HO CAPITO BENE IL GIOCHINO CHE SI PROSPETTA - MA SPERO VIVAMENTE DI SBAGLIARMI). I detti suini possono essere statai nutriti bellamente con mais ogm. Già oggi posso comprare mais in Germania con livelli di alfa tossina 4 volte quelli italiani e per la legge sono ok, mentre i nostri (con meno alfa tossine ) vanno distrutti. E' chiaro che qualcuno ha concesso sul piano agricolo per ottenere altro su altri settori industriali o (a pensar male) per il proprio conto in banca. Non sarà mai dato saperlo. Il nord Europa è da anni che cerca di distruggere le garanzie sul prodotto, dato che è il sud europa che ha i prodotti di qualità. Le patate olandesi le fanno tutte in Egitto. Non è un segreto eppure sulla confezione non c'è scritto. Come trattano in Egitto? Mah! La Germania è da mo che incrementa la produzione di latte, le multe le paga lo stato e tra poco che non ci saranno le quote inonderanno l'Europa a prezzi più bassi e addio stalle italiane! Ma gli aiuti di stato non erano vietati?
|
15/02/2015, 10:13 |
|
|
Chi c’è in linea |
Visitano il forum: Nessuno e 29 ospiti |
|
Non puoi aprire nuovi argomenti Non puoi rispondere negli argomenti Non puoi modificare i tuoi messaggi Non puoi cancellare i tuoi messaggi Non puoi inviare allegati
|
|
|