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Francesco
Iscritto il: 13/03/2008, 19:45 Messaggi: 6200 Località: San Casciano V.P. (FI)
Formazione: Per. Agrario e Dott. in Scienze e Tecn. Agrarie
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Ciao Dopa, discutere con te è davvero difficile, perché accetti solo il tuo credo, e gli altri sbagliano tutti. Io voglio continuare questa discussione, perché penso sia costruttiva, ma tra un po' sono rimasto solo io a risponderti, perché vedo che c'è un po' di disinteresse. Speriamo non sia così Saluti Francesco
_________________ - La morte non è niente - aveva affermato il 12 dicembre 1804, nello splendore della sua potenza. - Ma vivere sconfitti e senza gloria - aveva aggiunto - significa morire ogni giorno. (Napoleone) Egli vive ancora.
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04/12/2009, 19:49 |
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dopa
Iscritto il: 20/04/2009, 15:41 Messaggi: 291
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Francesco.non preoccuparti che sei rimasto solo se ti interessa discutere,in due si può,gli altri potranno leggere quello che diciamo. Tu hai detto in un commento precedente:per me le prove non le può fare un singolo, e come hai detto anche te 18 regioni stanno studiando come combattere il mal dell'esca, perché così tante se bastava un singolo agricoltore?Secondo te è una affermazione valida questa? E' sempre avvenuto cosi nella ricerca scientifica, uno è riuscito a vedere il bandolo della matassa, vidi Marconi, Fermi,Einsten ecc.non è impossibile che ciò avvenga, o hai la sensazione che un agricoltore non possa avere questa capacita di vedere il bandolo della matassa? Io sul mal dell'esca il bandolo l'ho cercato,se vai a leggere quello che ho scritto sull'ulivo ti rendi condo che dico delle novità e anche sulla vite. Discutendo con alchuni di questi ricercatori hanno ammesso, se pure a denti stretti, che fino adesso hanno detto fesserie. Sai perchè faccio queste affermazioni con tanta sicurezza,perchè ho capito come e dove avviene l'infezione. Se tu vuoi accertare quello che dico vai a vedere quelle foto di quei pezzetti di tronco di ceppi di viti che hai postato, vedi c'è l'attacco di carie incomincia a cariare al centro dove il legno è già morto,e domandati ,chi a portato il parassita a quel punto. IO dico che è l'acqua attraverso gli spacchi creati da un taglio di pota e non un infezione come dicono perchè quando fai il taglio la pianta continua a pompare e non fa entrare nessuna infezione dentro.Poi sono certo che se quella carie non arriva al a toccare il cambio il ceppo e l'ulivo non da nessun segnale. Io affermo queste cose, perchè le ho viste un sacco di volte e sono sicurissimo che è cosi.
Poi hai parlato di mosca e tignola,Ti devo ripetere quello che ti ho detto nel commento precedente. Tu confondi parli di clima,certo che ci vuole il clima adatto io parlo di come si sviluppa la specie che se non trova quelle condizioni che dico io non si sviluppa. Ti porto un altro esempio della tignola dell'ulivo.Questa depone l'uovo quando l'uliva è a forma di un chicco di pepe.L'insetto nasce si infila dentro l'uliva si mangia l'interno del nocciolo fuori esce da adulto quando deve impuparsi e fa cadere l'uliva. Che centra il clima certo che se fa troppo caldo secca l'albero e muore anche l'insetto.Ciao saluti DoPa
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05/12/2009, 13:19 |
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marcello
Iscritto il: 11/11/2008, 0:26 Messaggi: 600 Località: Chiavari(Genova)
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Ciao, il tipo di palizzatura a Y presenta molti vantaggi, indipendentemente dal sistema di potatura usato. Si diminuiscono gli interventi in verde ( femminelle e palizzatura) in più la vegetazione allargandosi permette al sole di penetrarla meglio. Se sei in fase di esperimenti è l'occasione buona per cercare di ottenere l'equilibrio fra ill binomio vite - portainnesto e l'ambiente. Ottenendo questo avrai una maggiore produzione per ceppo , una migliore qualità dell'uva, un risparmio di manodopera che si può quantificare del 30%, e un anticipo di maturazione . Una pianta in perfetto equilibrio all'inizio della maturazione del grappolo smette di crescere , con la conseguenza che gli zuccheri prodotti dalle foglie non saranno più attrattri dalla gemma apicale ma saranno tutti dirottati verso il grappolo col risultato di cui ti ho detto sopra. Marcello
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06/12/2009, 22:13 |
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FIATAGRI
Iscritto il: 09/11/2009, 19:23 Messaggi: 124 Località: BERTINORO (FC)
Formazione: perito agrario
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Grazie Marcello della risposta, infatti ho preferito il tetto inclinato rispetto a quello piano perchè secondo me così l'uva prende meglio il sole e soprattutto gli gira meglio l'aria attorno, quindi dovrebbe soffrire meno gli attacchi di botrite, il terreno è sabbioso, il portainnesto è il kober 5 bb, le viti piantate sono trebbiano romagnolo e malvasia di candia, la potatura sarà a tralcio rinnovato, ne lascerò due ogni vite, che poi legherò uno a destra e l'altra a sinistra dell'impalcatura più lo sperone per i tralci del prossimo anno. Saluti
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07/12/2009, 9:36 |
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dopa
Iscritto il: 20/04/2009, 15:41 Messaggi: 291
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Fiattagri lo stesso sistema che hai progettato da noi chi ha dato il nome a quella malvasia a Candida era un mio confinante, aveva tentoni di due metri per due e tentoni di un metro per due.Quello due per due ci metteva 4 capi a frutto quello di un metro per due due tralci a frutto senza speroni. Quando lasci lo sperone il taglio si moltiplica per tante volte quanti sono i tralci che che lasci sul capo a frutto.Questo che ti sto parlando di cognome fa Leuci era di Bisceglie.Mi raccontava che al tendone di un metro per due si risparmiava sulla mano d'opera. Con questo Leuci ci facevamo delle lunghe discussioni, lui approvava di non lasciare lo sperone e di prestare attenzione quando allevava il ceppo al primo anno di cimarlo appena arrivato all'impalcatura,crescendo due tralci uno a destra e l'altro a sinistra, che serviva per l'impalcatura. Questo per proteggere il ceppo dal mal dell'esca.Io penso che quella struttura che si vede nella foto costa molto di più della struttura di un tendone. Per la maturazione dell'uva dipende da quanto ne lasci a ceppo. Il pastore insegna che quando la pecora ne fa due agnelli uno lo sacrifica a dio, se no madre non può allevarli. Saluti DoPa
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07/12/2009, 12:31 |
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FIATAGRI
Iscritto il: 09/11/2009, 19:23 Messaggi: 124 Località: BERTINORO (FC)
Formazione: perito agrario
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si però, se non ci lascio uno sperone quando vado a potare l'anno successivo sono costretto a lasciare i tralci provenienti dai vecchi capi a frutto, e la vite mi si alza sempre di più, invece se gli lasio uno pserone tagli via il capo a frutto e tengo due tralci dallo sperone, e un altro sperone lo lascio da una femminella che si sarà sviluppata nell'anno; Di solito nelle pergole romagnole lasciano 4 tralci, ma fa un sacco di uva riducendone la qualità, invece se ne lascio solo due, la quantità d'uva si dimezza, aumentanto di conseguenza la qualità; nel sangiovese per aumentarne la qualità senza esser costretto a diradare l'uva, lascio un solo tralcio a 7-8 gemme, piùttosto che due come si faceva tempo addietro... Grazie a tutti dei consigli
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07/12/2009, 12:43 |
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dopa
Iscritto il: 20/04/2009, 15:41 Messaggi: 291
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Fiattagri è semplice avere tralci per non alzare troppo, dove vuoi il tralcio o accorci il capo a frutto o fai una piccola incisione dove vuoi che ti caccia l'occhio per l'anno avvenire.Noi ai tendoni se è uva da tavola o si accorciano i tralci o se ne lascia un grappolo per tralcio, l'uva da vino si diradano i tralci che nascono due per occhio e questa operazione si fa quando la vite fa di dieci centimetri. Ti dico un altro accorgimento per non danneggiare la pianta. Quando attraverso gli anni e le diverse potature la pianta scappa su fai una incisione dove vuoi che l'abbassi, ma questa deve essere fatta in modo che il taglio viene faccia a terra, mai faccia all'aria,i primi si chiudono i secondi provocano carie. DoPa
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07/12/2009, 14:40 |
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marcello
Iscritto il: 11/11/2008, 0:26 Messaggi: 600 Località: Chiavari(Genova)
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FIATAGRI ha scritto: si però, se non ci lascio uno sperone quando vado a potare l'anno successivo sono costretto a lasciare i tralci provenienti dai vecchi capi a frutto, e la vite mi si alza sempre di più, invece se gli lasio uno pserone tagli via il capo a frutto e tengo due tralci dallo sperone, e un altro sperone lo lascio da una femminella che si sarà sviluppata nell'anno; Di solito nelle pergole romagnole lasciano 4 tralci, ma fa un sacco di uva riducendone la qualità, invece se ne lascio solo due, la quantità d'uva si dimezza, aumentanto di conseguenza la qualità; nel sangiovese per aumentarne la qualità senza esser costretto a diradare l'uva, lascio un solo tralcio a 7-8 gemme, piùttosto che due come si faceva tempo addietro... Grazie a tutti dei consigli Di solito si sente dire: produrre meno per aver un'uva migliore, credo però sia più corretto dire: produrre il giusto per avere un'uva migliore, il chè non è propio la stessa cosa. Per questo ti ho parlato di equilibrio che deve esistere fra vite, portainnesto e ambiente. Questo equilibrio si ottiene negli allevamenti a cordone orizontale variando la distanza di impianto delle viti lungo il filare . A parità di portainnesto , per un determinato ambiente , con una variazione di 30-40 cm in più o meno rispetto alla distanza ottimale si passerà da uve di buona qualità a prezzi contenuti , a una di qualità più o meno scadente a prezzi maggiorati .. In una precedente discussione ho cercato di spiegare come ciò avviene , ritengo la cosa sia interessante per una buona discussione. Dal momento che le mie capacità al compiuter sono alquanto limitate e a riscrivere il tutto è alquanto lungo, chiedo che qualche anima buona mi venga in soccorso. Marcello
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07/12/2009, 21:55 |
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FIATAGRI
Iscritto il: 09/11/2009, 19:23 Messaggi: 124 Località: BERTINORO (FC)
Formazione: perito agrario
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09/12/2009, 12:19 |
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eugenio
Sez. Orticoltura
Iscritto il: 09/08/2008, 9:24 Messaggi: 10197
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il posto è splendido ma nn sembra zona dedicata alla vite si notano grossi tagli o sbaglio?
_________________ I
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09/12/2009, 15:22 |
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