Il problema non è il passaggio di malattie, ma la concorrenza delle viti vicine alla nuova e un certo grado di fitotossicità delle radici vecchie rispetto alle nuove (almeno così sostengono i soloni che ci governano).
Quindi, se aspetti un anno è sempre meglio perchè il terreno si riposa, si rigenera e le radici vecchie muoiono. Però si può anche fare subito.
La cosa importante è fare un bel buco e possibilmente smuovere più terra possibile in profondità tagliando le radici delle piante vicine. Se aspetti un anno tieni diserbato il buco e smosso. L'ideale sarebbe una trivella apposita che si vede su internet ma costa 4 mila euro.
Nel fondo del buco poi puoi, per agevolare il tutto, buttare concime organico (che non sia a contatto diretto con le radici però, ma ci sia sempre uno strato di terra che li separa). E, volendo, altre sostanze di varia e dubbia utilità come la leonardite o le micorrize. Tutte cose che mi sa costano parecchio.
Quindi procedi all'impianto e, pare da sperimentazioni più o meno scientifiche, che la radice lunga aiuta a far vegetare di più il rimpiazzo. Bada bene che la radice deve essere distesa e non avere lembi che puntano in alto. Inoltre il buco va ben chiuso e, naturalmente, innondato di acqua.
Ricordarsi poi durante l'anno che la nuova vite non ha la capacità di assorbire delle vicine e quindi, all'occorrenza, va aiutata con innaffiamenti suppletivi e concimazioni personalizzate al piede e fogliari.
Naturalmente piantare una talea franca per poi innestarla per quanto riguarda i rimpiazzi mi sembra una scelta inappropriata. Barbatella innestata e, se l'impianto è piuttosto vecchierello, su 1103 Paulsen, il portainnesto vigoroso per eccellenza.
La nuova barbatella andrà lasciata quanto prima con un solo germoglio da portare in alto e pulita sempre dalle malerbe, possibilmente senza diserbare anch'essa (pratica che succede più spesso di quello che si creda
).