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lotta alla flavescenza 
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Iscritto il: 12/01/2014, 11:56
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buongiorno,
mi piacerebbe reperire documentazione SERIA, anche estera, su studi fatti per la lotta alla Flavescenza Dorata e non le solite marchette scritte dal settore pubblico o da tecnici universitari legati alle ditte del fitofarmaco . In zona Oltrepò pavese , ricordo che già a cavallo del 1999-2000 si è lasciato prima diffondere dal Tortonese al Piacentino questa nuova malattia senza un'adeguata informazione per poi promuovere con contributi pubblici attività di 'monitoraggio' da parte di enti e università. Al giorno d'oggi la situazione non sembra migliorata con l aggiunta di questa nuova SPESA in prodotti che si va ad aggiungere alle spese di difesa delle malattie fungine nel bilancio aziendale. ho letto con molto piacere tempo fa articoli scritti da associazioni di apicoltori, credo di Cuneo-langhe che denunciavano il fatto che gli agricoltori vengono usati alla stregua di cavie per testare nuovi formulati , dannosi solo per la salute e per le api; ma senza un riscontro a lungo termine sulla lotta alla malattia.
Conosco bene le norme che vengono diffuse dalla pubblica amministrazione sui trattamenti obbligatori e l eliminazione dei capi a frutto malati che per contro poi non vengono fatte rispettare. ho toccato con mano e per anni anche la favola della termoterapia in acqua. la macchina è presente da anni, acquistata con fondi pubblici, ma con esiti poco chiari.
il vettore è solo lo scaphoideus come si è sempre detto o anche cicaline molto più attive e popolose come la metcalfa?
influisce molto la parcellizzazione dei vigneti rispetto ai fondi estesi?
l impressione a volte è che le prime ad ammalarsi sono le viti in testata, quelle che dovrebero usufruire di una migliore irrorazione e una migliore irradiazione


14/01/2014, 12:23
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Ciao! Per quanto riguarda la lotta ai vettori (con tutte le conseguenze del caso) confermo anche da parte mia un grande scetticismo.
Veramente ardua indicare un unico vettorea mio avviso, e questi trattamenti sembrano proprio un modo per dire "laviamoci la coscienza".
Nella mia provincia i trattamenti contro il vettore degli scopazzi del melo non hanno portato a nulla, anche se i contributi per il reimpianto hanno fatto calare il fenomeno e così ti dicono "visto che funzionava il trattamento?".
Pure qui gli apicoltori sono scandalizzati per come vengono gestite queste cose.


14/01/2014, 12:29
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agrivanni ha scritto:
... l'impressione a volte è che le prime ad ammalarsi sono le viti in testata, quelle che dovrebero usufruire di una migliore irrorazione e una migliore irradiazione

quando si concentra nelle parti periferiche del vigneto, pare che sia più probabilmente legno nero, che è sempre un fitoplasma, come la flavescenza, con sintomi identici.
la lotta allo scafoideo è semplice. ho toccato con mano la situazione, quando qui da noi la flavescenza è esplosa alla fine degli anni '90. gli scafoidei erano a manciate, sotto le foglie dei polloni. è bastato un paio di trattamenti annuali per farli letteralmente sparire. lo scafoideo è monofago, sta solo sulla vite, se si trattano i vigneti, le popolazioni subiscono una significativa ridimensionata.
il legno nero è invece trasmesso dal yalestes obsoletus, che è polifago, viene occasionalmente su vite ma preferisce erbacee perenni quali il convolvolo, l'ortica, la medica... e quindi in un comprensorio non si riesce a ridimensionarlo come si è riusciti con lo scafoideo.
una certa efficacia per contrastare il legno nero si è rivelata la gestione del vigneto, in sindesi il diserbo del sotto fila. presumo che, se in più si lavorasse l'interfila, in modo da non avere erba, il risultato sarebbe ancora migliore. ma qui da noi l'inerbimento è tecnica troppo consolidata e con altri sensibili vantaggi.
è un pò che non seguo i responsi dei monitoraggi in oggetto, ma già 5-6 anni fa nella nostra provincia davano prevalente il legno nero e numerosi erano pure i casi di infezioni miste (legno nero e flavescenza nella stessa pianta).
altri vettori? cerco anch'io di stare aggiornato in materia, ma non mi risulta ci siano novità


14/01/2014, 13:35
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Iscritto il: 01/08/2013, 11:03
Messaggi: 2832
Località: Rauscedo PN
Formazione: laurea
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Se vuoi informazioni da un ente che sta ottenendo risultati puoi chedere all'Ersa del Friuli Venezia Giulia. Nei loro bollettini spesso ci sono indicazioni sullo stato della malattia e tecniche efficaci.
Da parte mia ti posso dire che la lotta contro lo scafoideo titano (se eseguita da tutti i viticultori di una zona) e la contemporanea rimozione delle piante sintomatiche è riuscita a contenere egregiamente il diffondersi del problema in Friuli. Da noi stiamo attenti e tagliamo piuttosto una vite in più, anche per prevenire che impianti idonei alla raccolta marze vengano scartati. Da noi si producono 100 milioni di barbatelle e se uno non tratta per lo scafoideus si trova l'impianto diserbato dai vicini.
La tecnica funziona, qualcuno si lamenta di qualche vite tagliata, ma la flavescenza è più che sotto controllo.
Il legno nero, come virosi, è meno preoccupante, comunque gli insetticidi (slavo quelli con tempi di carenza brevi e selettivi per larve in grappolo) non sono costosi. Da noi si tratta quando gli adetti hanno controllato le trappole e stabilito il momento ideale, ce ne sono efficaci contro diversi insetti e non stiamo tanto a chiederci chi porta cosa.
A Rauscedo le piante vengono tagliate da diverse squadre che passano vigneto per vigneto ad ogni minimo sintomo e, per ora, i risultati sono ottimi.
La termoterapia è una cazzata (almeno secondo me), e qualche politico ci si deve essere arricchito, specilamente in Piemonte.
Il problema delle prime piante malate spesso è dovuto anche dal fatto che si interrompe il flusso dell'atomizzatore per girare su un altro filare e ci impiega qualche secondo ad andare alla corretta pressione quando lo si riattacca una volta entrati nel filare nuovo, così le prime piante non vengono irrorate correttamente. Inoltre sono più facilmente raggiungibili dai vettori.
Dubbi ci sono sulle vendemmiatrici e cimatrici come vettori di virosi, ma nulla è ancora provato.


14/01/2014, 14:07
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Iscritto il: 02/03/2011, 23:22
Messaggi: 970
Località: Trento
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Troverei molto interessante qualche studio che dimostri la differenza tra la sola eliminazione (importantissima) delle piante sintomatiche, e l'eliminazione abbinata ai trattamenti.


14/01/2014, 14:16
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Iscritto il: 11/01/2014, 11:32
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Località: Verona
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Ciao...è sicuramente una lotta molto difficile quella del scafoideus titanus in quando il vettore che trasmette è letale...bisogna stare molto attenti quando si eseguono i trattamenti perchè se si sbaglia il periodo si è fregati...per quanto riguarda le sperimentazioni penso che i trattamenti bisogna testarli in qualche modo sara il sistema sbagliata...poi per le viti di testata credo che bisogna vedere che sistema di allevamento possiedi perchè ad esempio per la pergola veronese le viti di testata sono molto vigorose e qiundi magari qualche foglia non viene trattata............................parere personale...


14/01/2014, 15:16
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Località: Cureggio (NO)
Formazione: laurea in informatica
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L'eliminazione delle piante sintomatiche è molto importante ed attualmente, almeno nella mia zona, alcuni controlli sono stati effettuati.
Il problema, specificatamente nelle zone come la mia dove negli anni 60-70 c'è stato un progressivo abbandono dei vigneti, è rappresentato dagli incolti e evidentemente anche dai ricacci selvatici. In zone dove la parcellizzazione dei terreni era elevata, come nel mio caso, quasi tutti si trovano di fianco qualche vigneto abbandonato diventato ormai bosco dove ricacci di selvatico ce ne sono sicuramente parecchi.
Senza contare gli anziani che non fanno i trattamenti perché "basta solo verderame e zolfo", oppure chi ha a casa 4-5 piante di americana e non le tratta (i sintomi sull'americana si possono manifestare anche dopo qualche anno). Per carità, i trattamenti non sono la panacea del male ma aiutano.

Detto questo la fondazione Edmundo Mach sta sperimentando la confusione sessuale vibrazionale (in quanto lo scafoideo comunica tramite micro-vibrazioni e non mediante feromoni) che sembra dare buoni risultati:
http://www.fmach.it/Servizi-Generali/Programma-Vite/Difesa/Messa-a-punto-di-tecniche-di-controllo-alternative/Messa-a-punto-di-confusione-sessuale-vibrazionale
http://www.ilfloricultore.it/home/3-newsflash/347-micro-vibrazioni-al-posto-della-chimica-contro-gli-insetti-dannosi.html

li avevo contattati per sapere come procedeva, mi avevano detto che per ora investitori interessati a produrre industrialmente il ripetitore dei segnali vibrazionali non ne hanno trovati :(


14/01/2014, 15:54
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Iscritto il: 11/01/2014, 11:32
Messaggi: 60
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leorasta ha scritto:
L'eliminazione delle piante sintomatiche è molto importante ed attualmente, almeno nella mia zona, alcuni controlli sono stati effettuati.
Il problema, specificatamente nelle zone come la mia dove negli anni 60-70 c'è stato un progressivo abbandono dei vigneti, è rappresentato dagli incolti e evidentemente anche dai ricacci selvatici. In zone dove la parcellizzazione dei terreni era elevata, come nel mio caso, quasi tutti si trovano di fianco qualche vigneto abbandonato diventato ormai bosco dove ricacci di selvatico ce ne sono sicuramente parecchi.
Senza contare gli anziani che non fanno i trattamenti perché "basta solo verderame e zolfo", oppure chi ha a casa 4-5 piante di americana e non le tratta (i sintomi sull'americana si possono manifestare anche dopo qualche anno). Per carità, i trattamenti non sono la panacea del male ma aiutano.

Detto questo la fondazione Edmundo Mach sta sperimentando la confusione sessuale vibrazionale (in quanto lo scafoideo comunica tramite micro-vibrazioni e non mediante feromoni) che sembra dare buoni risultati:
http://www.fmach.it/Servizi-Generali/Programma-Vite/Difesa/Messa-a-punto-di-tecniche-di-controllo-alternative/Messa-a-punto-di-confusione-sessuale-vibrazionale
http://www.ilfloricultore.it/home/3-newsflash/347-micro-vibrazioni-al-posto-della-chimica-contro-gli-insetti-dannosi.html

li avevo contattati per sapere come procedeva, mi avevano detto che per ora investitori interessati a produrre industrialmente il ripetitore dei segnali vibrazionali non ne hanno trovati :(






molto interessante..........


14/01/2014, 16:14
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Iscritto il: 02/03/2011, 23:22
Messaggi: 970
Località: Trento
Rispondi citando
ragazzi secondo voi è così matematico che con la sola estirpazione (puntuale chiaramente) delle piante sintomatiche non si otterrebbe lo stesso risultato?
A me questa cosa della caccia al vettore non convince fino in fondo. Teoricamente, se fosse così semplice, dove c'è una copertura totale contro il vettore non si dovrebbero più avere problemi....non mi pare sia così però...


14/01/2014, 19:00
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Iscritto il: 06/09/2011, 11:41
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Località: mantova
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Orf ha scritto:
ragazzi secondo voi è così matematico che con la sola estirpazione (puntuale chiaramente) delle piante sintomatiche non si otterrebbe lo stesso risultato?
A me questa cosa della caccia al vettore non convince fino in fondo. Teoricamente, se fosse così semplice, dove c'è una copertura totale contro il vettore non si dovrebbero più avere problemi....non mi pare sia così però...

i trattamenti li devi fare, perchè non tutte le piante infette sono sintomatiche. e poi gli insetti vettori si spostano da un vigneto e l'altro, dalle viti selvatiche degli incolti (nel caso dello scafoideo), o dalle erbe infestanti esterne al vigneto e qundi non trattate (nel caso dello yalestes)


14/01/2014, 20:42
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