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La piantata:l'antico modo di allevare le viti 
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Nel reggiano le viti venivano maritate ad olmi oppure opi (aceri non so di che specie)e le viti si diramavano in modo stellare da una pianta all'altra ed in autunno era anche uso raccogliere la foglia ancora verde da usare come lettiera per le mucche

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29/01/2013, 13:22
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gargamella ha scritto:
Nel reggiano le viti venivano maritate ad olmi oppure opi (aceri non so di che specie)e le viti si diramavano in modo stellare da una pianta all'altra ed in autunno era anche uso raccogliere la foglia ancora verde da usare come lettiera per le mucche


La piantata padana

Intorno al 1500 il paesaggio rurale cambia. Leandro Alberti assicura nella sua "Descrittione di tutta Italia" che, "scendendo alla via Emilia e camminando per mezzo dell’amena e bella campagna questa appare ornata di vaghi ordini di alberi dalle viti accompagnate".

Per tutta la pianura emiliana, racconta sempre Alberti" si veggono artificiosi ordini di alberi sopra i quali sono le viti, che da ogni lato pendono". E’ la piantata padana; questa la disposizione degli alberi a tutela della vite, che secondo alcuni è già presente nel Medioevo, e che è quasi sopravvissuta fino ai giorni nostri. E’ infatti ancora presente in alcune aree del nostro territorio, soprattutto in collina.

I vantaggi che comportava la piantata erano molteplici, infatti si potevano sviluppare contemporaneamente diverse colture: la vite, i seminativi al suolo e il foraggio. Visto il clima delle nostre zone, non certamente il più adatto alla produzione vitivinicola, le viti mantenute in alto dagli alberi, permettevano ai grappoli la massima insolazione che favorisce la maturazione, ed il minimo di umidità, che impedisce i pericoli delle muffe.

Gli "alberi tutori" erano prevalentemente l’Olmo, l’Acero campestre (quello che i nostri contadini chiamano ancora opi), in alcuni casi erano impiegati anche pioppi e gelsi. Le foglie di queste piante, raccolte quando erano ancora verdi, costituivano una ottima integrazione alimentare invernale per i bovini.

Gli alberi erano piantati in filari distanti alcuni metri tra loro e altrettanti dal filare vicino: nel sistema reggiano la norma era una distanza di 6 metri, mentre nel mantovano i filari distavano fino a 30 metri. In alcuni dati del 1847 si legge che nei complessivi 86mila ettari della provincia coltivati a vite solo lo 0,14 % erano a coltura specializzata (solo a vite) tutto il resto era a piantata. Nel 1929 la coltivazione a vite specializzata non raggiungeva che lo 0,45%.

Ora la situazione è completamente capovolta. Spesso si sente dire che è stato l’Olmo, colpito da una malattia a fare scomparire la piantata; se è vero che il "Graphium ulmi" ha attaccato e fatto scomparire l’Olmo nostrano dalla pianura padana è altrettanto vero che da noi sono rimasti pochi anche gli aceri campestri, l’altro tutore classico della vite. In realtà è stata l’agricoltura meccanizzata del dopoguerra a modificare ancora una volta radicalmente il nostro paesaggio. La necessità di coltivare con macchine sempre più grosse e potenti, che praticamente obbligavano al taglio degli alberi che "intralciavano i lavori" e il ricorso ai mangimi artificiali che rendevano inutili quelli naturali, hanno fatto sì che fosse vantaggiosa e razionale (leggi economica) l’introduzione del tutore morto e la coltivazione con il vigneto specializzato.

Fonte: La storia di Reggio attraverso gli alberi http://www.giramondo.com/n9911/storia30.htm

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29/01/2013, 13:32
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:P
Azz... quanti ricordi si risvegliano e dire che non sono matusalemme :lol: :lol:
Da bambini ci si arrampicava sugli olmi per andare a nidi nelle cavità dei tronchi merli storli civette una infinità di passeri e pure trovavano riparo i topi moscardini quelli rossicci simpaticissimi ma quanto erano svelti a morderti quando infilavi la mano nel buco :lol: :lol: :lol: I gelsi erano frutto di sonore sgridate per come si tornava a casa neri ed appicicosi ma buonissimi

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29/01/2013, 13:45
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Avevo una pianta di uva americana maritata ad un melo e un pero (poggiava anche su pali però), l'ho dovuta tagliare quest'anno per sospetta flavescenza dorata... Un vero peccato, ce l'avevo da quando ero piccolo


29/01/2013, 18:10
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Bella discussione!
Anche qui in maremma si trova ancora qualche vite maritata.
Molte sono le piante destinate a fungere da tutore, e spesso capita di vedere maritature perfino sugli ulivi.


29/01/2013, 18:38
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NicolaA ha scritto:
OMleoncino ha scritto:
ottimo nicola ;) dove si trova la campagna a piantate che dici?

ogni zona aveva il suo modo di fare dette alberate, le modenesi diverse dalle mantovane. poi si sono modificate nel tempo, il filo di ferro ha cominciato a diffondersi all'inizio del '900


Ciao,

le piantate di cui parlavo si trovano in una zona di confine tra il comune di Bondeno di Gonzaga e Reggiolo. Tu di dove sei?

Nicola

eh eh eh, di moglia...


29/01/2013, 21:04
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Bellissime le foto, non conoscevo questa forma di allevamento... o meglio viti maritate ad aceri o pioppi sì, ma non di queste dimensioni ed altezze... affascinanti!
Io ne ho una ventina maritate a vecchi pioppi ad un' altezza di un paio di metri, due viti salgono a lato di ogni fusto fino all'apertura a vaso e si appoggiano alle branche disponendosi tipo candelabro.
per la verità sono piuttosto impegnative e richiedono molto lavoro per avere un grappolo sano... quest'anno poi le cornacchie ne hanno schicchiolate un monte!!!


29/01/2013, 21:06
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le alberate sono molto più antiche del medioevo, certamente in italia era un sistema praticato già dagli etruschi, che prima dell'occupazione dei galli, erano presenti qui in pianura padana. anche l'alberata aversana, in campania, è legata alla loro presenza in quella regione. quindi ereditato, in queste zone, dai popoli succeduti


29/01/2013, 21:11
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OMleoncino ha scritto:
eh eh eh, di moglia...


Bene, sicuramente sai che stavo parlando della Ballona.

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29/01/2013, 21:52
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Paolosky ha scritto:
Belle le foto, ne avevo già viste di simili e credo che in Campania sia tradizione allevarle molto alte sui pioppi

Purtroppo la piantata ha perso la sua funzionalità con il declino della mezzadria, infatti ben si adattava a delimitare i campi di questo o quel signore ed era una fonte non solo di uva ma anche di legna e ramoscelli. Non voglio assolutamente difendere e legittimare il sistema di mezzadria(che era quasi schiavitù) ma credo sia necessario salvare gli ultimi esemplari viventi di piantate che caratterizzano un paesaggio unico nel suo genere e perchè no, provare anche a piantarne di nuove.

Grazie a tutti per l'interessamento

No qui da me non servivano per delimitare le proprieta' anzi! erano sempre lontane dal confine, forse per non far brontolare il vicino dell'ombra causata, ricordiamoci che erano alte 13mt. In genere c'era un filiare ogni 20/22 mt. Con l'arrivo del D.O.C. nel 1993 si cerco' di salvare questa tradizione, ma venimmo ignorati dalla regione Campania, adesso sono rimasti pochi esemplari. Non avrei mai creduto che anche nel Mantovano ci fosse una cosa del genere. Se qualcuno ha qualche immagine postatela che sono curioso di vedere.


29/01/2013, 22:55
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