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Autore |
Messaggio |
Marcoz80
Iscritto il: 30/09/2016, 12:49 Messaggi: 99 Località: Perugia
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Io non confondo innesto con riproduzione sessuata, ti dico che se lasci la vite a piede franco fruttifica dopo 6-7 anni e se nel frattempo non hai avuto problemi, se la innesti e sei bravo già al secondo. Quello che ti volevo dire se non mi sono spiegato bene e di innestare la tua pianta da incrocio su portainnesto.
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26/04/2018, 15:43 |
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sgurz74
Iscritto il: 01/12/2013, 11:04 Messaggi: 280
Formazione: laurea
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Ah ok, scusa... E che tipo di innesto faresti avendo per marza un tralcio del diametro di un bacchettino di incenso? (Se va male di uno stuzzicadente)
Io penso che almeno due tre anni bisogna aspettare per forza, (comunque in linea teorica non sono contrario a quanto dici)
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26/04/2018, 15:54 |
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leorasta
Iscritto il: 06/07/2011, 16:13 Messaggi: 3191 Località: Cureggio (NO)
Formazione: laurea in informatica
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Ma che viti hai incrociato? Perché dalla forma della foglia sembra più vite "americana" o ibridi produttori diretti piuttosto che vitis vinifera
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27/04/2018, 10:21 |
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sgurz74
Iscritto il: 01/12/2013, 11:04 Messaggi: 280
Formazione: laurea
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sulle varieta ibridate preferisco mantenere un po'la privacy... Scusa, non è per tiratmela!
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27/04/2018, 11:41 |
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leorasta
Iscritto il: 06/07/2011, 16:13 Messaggi: 3191 Località: Cureggio (NO)
Formazione: laurea in informatica
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Per carità non entro nel merito della privacy È solo che dalla foto non mi sembra una varietà di vitis vinifera e quindi non starei neanche a pormi il problema di come possa essere la vinificazione
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27/04/2018, 14:29 |
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amelanchier
Iscritto il: 06/10/2015, 11:24 Messaggi: 882 Località: capri
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riguardo la filossera nei terreni sabbiosi non attacca, e non so se influisce anche l'altitudine.
_________________ se chiudo gli occhi vedo il mondo come lo vorrei(Mango)
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27/04/2018, 14:41 |
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sgurz74
Iscritto il: 01/12/2013, 11:04 Messaggi: 280
Formazione: laurea
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Ma, tanto per fare un esempio, i vitigni piwi hanno una parte di corredo genetico "americano", ma al mipaaf sono ormai derubricate come vitis vinifera e, (in pochi posti) coltivabili per produrre vino (secondo la legale accezione del termine). Considera che questo comunque e uno dei primi esperimenti di 5 anni fa, poi le idee mi si sono ulteriormente chiarite...
Riguardo alla filossera, per testimonianza diretta la pressione delle infezione non è cosi alta da impedire attività vivaistica su piede franco per 5 o 6 anni...
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27/04/2018, 15:17 |
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geo
Iscritto il: 17/03/2009, 18:36 Messaggi: 2770
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Prendi quello che dico con le pinze, sono miei ragionamenti. Non è semplice, cmq puoi monitorare giornalmente gli zuccheri con il rifrattometro ma anche l'acidità, però dovresti fare una titolazione non misurarla con il phmetro. Ricavi il grafico con l'andamento delle due curve e poi se ne riparla sarebbe interessante anche contenuto in antociani e polifenoli, e Per il discorso sovramaturazione potresti monitorare il contenuto di acqua, dovresti spremere una piccola quantità pesarla, ricavarne la sostanza secca, così se il contenuto zuccherino aumenta ma il peso totale dimnuisce sei in sovramaturazione, però è molto empirico. Ma la cosa diventa complicata se non hai attrezzature e conoscenze. Secondo me puoi accontentarti di monitorare giornalmente i gradi brix e gli acidi e non è poco, però così determini la maturazione tecnologica. Poi perchè ti interessa la maturazione fenologica? Se il prodotto è buono all'assaggio, e ha caratteristiche idonee alla trasformazione, la caratterizzazione del vitigno puoi farla dopo. Incroci uve da tavola o da vino?
_________________ Alla natura si comanda solo ubbidendole.
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27/04/2018, 17:09 |
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sgurz74
Iscritto il: 01/12/2013, 11:04 Messaggi: 280
Formazione: laurea
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Grazie dei preziosi suggerimenti... Si, per quest'anno cercherò di valutare la maturazione tecnologica e se l'uva è più succosa che ricca di polpa, fare una microvinificazione. In realtà spero di non farmi vane illusioni... I fiori potrebbero avere ovaio sterile! Questa pianta, all'inizio, puntava a un incrocio da vino, ora ho in mente un bel progetto per un'uva da tavola! Sperem! Principalmente, non avendo ettari ed ettari è un divertimento... In negativo e in positivo la vite, secondo me, ha un potenziale enorme che la filossera ha bloccato sul recuperabile ma su cui si può giocare tantissimo: pensiamo solo ai vitigni reliquia riscoperti di recente in Sicilia... A me l'idea che, lì, nascosto nel dna c'è un sapore tipico come, per dire, lo zibibbo, mi fa andare giu di testa!
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27/04/2018, 18:55 |
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mortotoccaci
Iscritto il: 01/08/2013, 11:03 Messaggi: 2832 Località: Rauscedo PN
Formazione: laurea
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Sgurz74, premesso che è lodevole quello che fai, per poter ottenere poi un brevetto commercile (per fartela semplice, perchè in realtà di brvetto vero e proprio non si tratta) e la sicurezza di un interesse commerciale, servono una serie di prove. Intanto la vite geneticamente deve essere diversa dai genitori, e quindi serve un analisi del dna. C§he ti dirà anche se hai scomperto l'acqua calda. cioè se altri hanno già prodotto quel incrocio. Quindi deve essere sana dal punto di vista delle virosi e quindi dovresti procedere non direttamente dalla pianta che nasce da seme ma dal prelievo delle cellule meristematiche di questa. Serve un laboratorio e una serra. Poi bisogna vedere che sia geneticamente stabile, coltivata in ambienti diversi. Sono prove che durano 10 anni e vanno messi piantonai in regioni diverse, con apposito iter di controllo e permessi. Serve inoltre, come dici, che abbia interesse commerciale. E qui cadiamo sul tuo problema. Non c'è modo di sapere quando l'uva sia perfettamente matura se non con l'osservazione anche perchè ogni annata produce qualcosa di diverso. Inoltre poi bisogna capire come vinificare quesll'uva. Per esempio, non è detto che un uva che risulta immangiabile perchè molto tannica non possa dare un grandissimo vino da barriccare per 5 anni e invecchiare per 20. Sulle uve da vino sono stati prodotti incroci interessantissimi ma poi non hanno trovato uno sbocco commerciale così interessante. Questo perchè il consumatore del vino è molto legato alla tradizione. Palava, Rebo, i vari incroci del Manzoni, sono tutte varietà create dall'uomo con risultati molto migliori dei genitori ma che non trovano oggi interesse commerciale diffuso. Anche per le resistenze burocratiche. Sul mondo del vino oggi ci si sposta sulla resistenza alle malattie. Cioè incorciando Selvatici, ibridi produttori diretti, ibridi di seconda generazione con vinifera. Il problema qui è verificare lka reale resistenza alle malattie. Conl'università di Udine in 15 anni da mi pare 60.000 semi abbiamo ricavato 6 varietà registrate. 1 su 10 mila. Diverso è il discorso per l'uva da tavola. Qui si creano ogni anno decine di varietà nuove che poi magari non trovano riscontro commerciale. Oggi la tendenza per queste è: Che non si ammali, che faccia l'acino grossisimo, senza semi, con la buccia molto croccante, molto resistente ma facile da togliere, con una spiccata presenza di zuccheri e che produca tonnellate, magari con femminelle fertili così da poter essere scalare nei mesi. Bianca, nera e rosata.
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09/05/2018, 8:09 |
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