intendevo dove posso recuperare pubblicazioni o pareri tipo per esempio questo vecchio studio
ATTI Giornate Fitopatologiche, 2010, 2, 531-536
TRATTAMENTI CON INDUTTORI DI RESISTENZA PER IL CONTROLLO DEL
LEGNO NERO DELLA VITE
G. ROMANAZZI1, S. MUROLO1, A. MASCIULLI1, M. SANTINI1, D. D’ASCENZO2
1 Dipartimento di Scienze Ambientali e delle Produzioni Vegetali, Università Politecnica delle
Marche - Via Brecce Bianche, 60131 Ancona
2 ARSSA Servizio Fitosanitario Regionale, Regione Abruzzo
Via Nazionale, 38, 65010 Villanova (PE)
g.romanazzi@univpm.itRIASSUNTO
Scopo del lavoro è stato quello di valutare l’efficacia di trattamenti in campo con induttori di
resistenza per promuovere la remissione dei sintomi, o recovery, in viti infette da Legno nero.
Cinque formulati commerciali (
Chito Plant, Aliette, Kendal, Bion ed Olivis), noti come
promotori delle difese della pianta, sono stati distribuiti sulla vegetazione di piante della cv
Chardonnay infette da Legno nero. I trattamenti sono stati effettuati a cadenza settimanale nel
periodo primaverile - estivo del 2007 e 2008. Tutti i trattamenti
hanno incrementato il numero
di piante recovered rispetto al testimone non trattato. I migliori risultati sono stati ottenuti con
Kendal, Olivis e Bion. Le piante recovered, sottoposte ad analisi molecolari, non sono risultate
infette da fitoplasmi.
INTRODUZIONE
I fitoplasmi sono agenti fitopatogeni unicellulari pleomorfi, sprovvisti di parete cellulare,
appartenenti alla classe Mollicutes, capaci di colonizzare il floema delle piante ospiti e di
essere trasmessi da insetti vettori (Lee et al., 2000). Tra i fitoplasmi che infettano la vite,
quello associato al gruppo dello stolbur, agente di Legno Nero (LN), sebbene sia considerato
meno epidemico dell’agente di Flavescenza dorata, è il più diffuso ed economicamente
importante, per le ingenti perdite di produzione registrate, nella maggior parte delle aree
viticole della penisola in generale e dell’Italia centrale in particolare (Romanazzi et al., 2007).
A differenza di altri agenti di malattia che interessano la vite, finora non sono disponibili
informazioni sull’efficacia di prodotti fitosanitari attivi in campo contro le principali malattie
da fitoplasmi (Romanazzi et al., 2009b). Le piante infette, comunque, possono andare incontro
alla remissione dei sintomi di malattia, o recovery (Osler et al., 1993), grazie alla quale
recuperano la produttività e un comportamento simile alle piante sane. In vite, tale fenomeno,
532
osservato con incidenza diversa a seconda della varietà e dell’areale di indagine (Osler et al.,
1993; Garau et al., 2007; Romanazzi et al., 2007; Mazio et al., 2008), sembra essere associato
alla produzione di elevati livelli di H2O2, rilevata nelle foglie di piante recovered di
“Prosecco” (Musetti et al., 2007). Il fenomeno naturale ha una frequenza casuale ma può
essere favorevolmente influenzato da stress biotici, come trapianto (Osler et al., 1993),
estirpazione controllata e strattonamento (Romanazzi e Murolo, 2008) o attraverso pratiche
agronomiche come potatura e capitozzatura (Borgo e Angelini, 2002; Zorloni et al., 2002).
Una strategia innovativa per il controllo dei giallumi della vite potrebbe consistere nel
trattamento delle piante infette con elicitori, che possono indurre o potenziare le difese della
pianta (Romanazzi et al., 2009a).
Numerose sostanze, naturali o di sintesi, sono note per la
capacità di indurre resistenza ad un ampio range di patogeni (Vallad e Goodman, 2004),alcune delle quali sono registrate in Italia su vite.
Considerata l’importanza che la vite ricopre nell’economia