Nel 2009 ho reimpiantato alcuni vigneti, confrontandone due, vorrei trovare qualche soluzione al mio problema, ma veniamo al dunque...
Non sono molto competente, posso dirvi che il primo vigneto, di un paio di ettari è situato in un terreno di medio impasto, il colore della terra è sul grigio scuro e trovandosi su una vallata proprio ai piedi di una collinetta presenta qualche ristagno d'acqua (non eccessivo)nei mesi invernali. Aggiungo che riesco ad effettuare le classiche lavorazioni del terreno in modo abbastanza semplice e in estate il terreno rimane fresco, sciolto e abbastanza soffice. Per quel che riguarda le piante, queste presentano un fusto ormai ben sviluppato, la vigoria è buona e hanno un'ottima produzione. Insomma non ci si lamenta.
Il secondo vigneto, seppur trovandosi a poche centinaia di metri da quello sopradescritto, presenta delle caratteristiche molto diverse; il terreno è tendezialmente argilloso, il colore è di un marroncino chiaro e stavolta ci troviamo su una piccola collinetta, quindi non ci sono problemi di ristagno d'acqua. Per quel che riguarda le lavorazioni, queste risultano essere più difficoltose proprio a causa della prevalenza di argilla (effetto impasto), e in estate, se non intervengo con apposite lavorazioni, il terreno tende a creare delle grosse crepe, non il massimo insomma. Le piante qui si presentano non al massimo della forma, il fusto è ancora lontano dall'essere ben sviluppato infatti viene eseguita una potatura guyot a poche gemme, la vigoria è scarsa e lo stesso vale per la produzione.
Volevo chiarire che entrambi i vigneti sono di catarratto bianco lucido con innesto 779 paulsen, nessuno dei due ha mai presentato grossi problemi di peronospera o oidio o altre malattie similari, il primo ha i filari con orientamento est/ovest e il secondo nord/sud, e nonostante la presenza di due laghetti vicino, nessuno dei due è stato fin'ora irrigato dopo il reimpianto nè tanto meno concimato.
Detto ciò vorrei che qualcuno mi aiutasse a capire come potrei intervenire sul secondo vigneto, il poco sviluppo delle piante rispetto al vigneto gemello pensate sia dovuto principalmente a una mancanza d'acqua o sarebbe opportuno intervenire con delle concimazioni? Lo so che la migliore soluzione sarebbe quella di interpellare un agronomo, ma mi piacerebbe ricevere alcuni consigli anche qua sul forum! ,
Quando hai reimpiantato che lavorazioni hai fatto al terreno, hai concimato o messo letame, hai girato il terreno in profondità... insomma, dacci queste informazioni per avere indicazioni più precise.... Hai mai fatto una analisi del terreno, nelle due particelle di cui parli?
Ciao
_________________ Nella vita non esistono sfide, ma solo una sfida, quella con te stesso... "Gli esseri umani nascono con capacità diverse. Se sono liberi, non sono uguali. E se sono uguali, non sono liberi." Aleksandr Solženicyn
18/10/2014, 11:57
Lampa
Iscritto il: 30/07/2014, 17:55 Messaggi: 286 Località: Made in Sicily
Formazione: Laurea
Per entrambi, dall'estirpazione dei vecchi vigneti al nuovo impianto è passato giusto qualche anno per consentire al terreno di "riposarsi", poi sono stati arati con un monovomere a una profondità di quasi 1mt. Nessuno dei due è stato concimato per il reimpianto, ma ad essere sincero nelle mie zone non è una pratica molto diffusa, le barbatelle hanno ben attecchito in entrambi i terreni, ma la crescita è risultata ben diversa fra un vigneto e l'altro. Ps: mai fatte analisi.
Un metro con un monovomere?!?! Complimenti! Allora, premesso che questo tipo di terreno da noi non c'è provo comunque a dire la mia. Intanto servirebbe qualche foto per valutare meglio e poi fare un analisi del terreno per vedere lo stato dell'azoto, della sostanza organica e degli altri nutrimenti. E sopratutto il ph e la composizione. Se l'azoto è basso bisogna apportarlo, come fosforo e azoto naturalmente. Nei terreni argillosi questi ultimi due sono più difficili da apportare, ma, in genere, nei terreni del sud sono presenti e solubili. Se il problema è di acqua te ne dovresti accorgere osservando la pianta. Se si sviluppa bene e poi va in stress idrico, avvizzendo allora devi intervenire (disciplinare permettendo). Le piante che hanno sete si vedono. Diciamo però che un po' di acuqa in più non fa male, fin che la vite ha sviluppato un consistente apparato radicale, poi dovrebbe arrangiarsi. Appurato che il problema non sia la componente nutritiva del terreno o l'acqua, mi viene da pensare che le radici facciano fatica a crescere in un terreno troppo compatto e asfittico. In genere i terreni collinari non risentono di ristagni d'acuqa a quindi non ci dovrebbero essere problemi di mancanza di ossigeno, però l'argilla se troppo compatta può limitare la crescita delle radici. Il 775 forseè un po' troppo "debole" in questo senso, era meglio preferire il 1103. Poco male, bisogna aiutare le radici arieggiando il terreno, quindi lavorando l'interfila o sotto fila se hai i mezzi giusti. Lavorare superficialmente le interfila (anche alternte) tutto l'anno e anche aprire e chiudere le file aiuta molto. Poi, a pianta ferma, un filare si e uno no, si più anche rippare il centro dell'interfila.
20/10/2014, 7:51
Lampa
Iscritto il: 30/07/2014, 17:55 Messaggi: 286 Località: Made in Sicily
Formazione: Laurea
Forse un metro no, ma siamo lì vicini, qui qualsiasi terreno da predisporre a vigneto si fa arare così in profondità, è una pratica fondamentale, sono davvero in pochi ad azzardare un'aratura meno profonda con aratri a più vomere (sicuramente per risparmiare qualcosa $). Tornando in tema, sto iniziando ad ipotizzare che il vero problema sia la compattezza del terreno, come indicato da mortotacci. Il fatto di arare il terreno così in profondità, non credete sia dovuto al fatto di renderlo più sciolto? Si spiegherebbe anche come mai le barbatelle nei primi due anni di vita siano cresciute al passo di quelle dell'altro vigneto, mentre in seguito abbiano subito un rallentamento. Riguardo il portainnesto io ho parlato di 779p che mi fu allora consigliato dal vivaista, non di 775. Conosco bene anche il 1103 che da noi è utilizzassimo, così come il 140 ruggeri. Per la coltivazione del terreno, innanzitutto chiarisco che qui non si usa l'inerbimento, credo per preservare il contenuto idrico, le lavorazioni iniziano con la diserbatura sotto il filare per chi non opera in regime biologico già nei mesi invernali, nel mese di marzo/aprile/maggio si coltiva l'interfila più volte con l'estirpatore, successivamente si fresa, poi durante la stagione estiva se il terreno tende a spaccarsi, si passa con un aggeggio (di cui non conosco il nome tecnico) che livella e frantuma le eventuali zolle più grandi, dopo la vendemmia e le prime pioggie via di nuovo con un passaggio di estirpatore. Per l'interceppo, quest'anno proverò la lama interceppo, e spero vivamente funzioni! Sbaglio qualcosa? Mortotacci cosa intendi per aprire e chiudere le file?
20/10/2014, 11:46
Lampa
Iscritto il: 30/07/2014, 17:55 Messaggi: 286 Località: Made in Sicily
Formazione: Laurea
Se lavori già così tanto il vigneto non so che dire, forse è un problema di acqua e azoto allora. Tienilo pulitissimo dalle erbe nel sotto fila. Per aprire e chiudere intendo fare un piccolo solco al piede della vite e poi richiuderlo quando nasce l0erba. Via così per tre - quattro volte. Si arriva a chiuderlo per l'inverno ed aprirlo coi primi caldi quando non si temono più gelate. Sono pratiche valide da noi, non so con i vostri climi. SI fanno comunque con piane giovani, 1-2-3 anni. E vegetano molto. Un analisi penso sia indispensabile, se la fai facci sapere, anche granulometria e ph oltre ad azoto, fosforo e potassio.
Non puoi aprire nuovi argomenti Non puoi rispondere negli argomenti Non puoi modificare i tuoi messaggi Non puoi cancellare i tuoi messaggi Non puoi inviare allegati