Ciao, apro questa discussione visto che non ho trovato altri messaggi inerenti la concimazione della vite. Qualora ci fossero, e non li ho visti io, vi chiedo di scusarmi e di indicarmi le precedenti discussioni. Mi è capitata sotto mano una tabella con i consumi medi annuali di sostanze minerali per la produzione di uva. Queste sostanze minerali vengono solo parzialmente restituite al terreno tramite la macerazione delle foglie stesse di vite mentre una parte viene persa (sostanze che si trovano nei grappoli/tralci/accrescimento fusto). Lo scorso anno, nelle viti novelle, ho riscontrato una carenza da Potassio. Il terreno era stato concimato prima dell’impianto tramite letame maturo ma dopo 2 anni ci sono stati i primi segni evidenti di una malnutrizione. Per sopperire a questo sono dovuto intervenire con del concime fogliare a base di potassio, risolvendo il problema. Ho purtroppo scoperto che il portinnesto da me scelto è poco propenso ad assorbire il potassio. Le viti vecchie hanno un apparato radicale più diffuso, un portinnesto diverso e non ho riscontato carenze evidenti. Terreno di impianto del vigneto: argilloso. Preferirei utilizzare dei concimi naturali (non di origine chimica) ma allo stesso tempo non vorrei creare dei disquilibri alla vite. Se si utilizza solo del letame si avrebbe un super apporto di azoto a discapito di altre sostanze. Voi come vi comportate con le vs. viti? In che periodo concimate? Con quali sostanze? Concimate nel terreno o tramite concimi fogliari? Eseguite le concimazioni fogliari solo con evidenti sintomi di malnutrizione o prevenite? Avete riscontrato dei benefici/malefici in seguito a determinate azioni nel vigneto? Non concimate proprio e mai? Grazie a tutti per l’attenzione.
P.s. Centra poco con quello scritto sopra. Tutti gli anni ho carenza di calcio nei pomodori (marciume apicale). Voi come fate per risolvere il problema in maniera naturale (se possibile)? Non mi sembra di notare carenze di calcio sulle viti anche se è uno dei minerali più sfruttati dalla vite è l’ossido di calcio (se ho ben capito la tabellina). Sono nella confusione più totale.
cominciamo dai pomodori. alcune varietà sono molto sensibili al maricume apicale (l 'apice diventa marrone scuro ) come ad esempio le varietà tipo "san marzano" e simili. si può ridurre il problema evitand gli sbalzi idrici continui(secco, umido) e con irrorazioni di calcio alle piante. pianta verietà che non presentano questa fisiopatia come cuore di bue, pomodori a grappolo rotondi, montecarlo, datterino, piccadilly etcc. e risolverai il problema. per la concimazione hai fatto talmente tante domande che ci vorrebbe un libro per rispondere.le carenze si hanno quando le radici non esplorano abbastanza terreno, oppure il terreno è troppo duro o asfittico, oppure, causa scassi o movimenti terra, è stato impoverito di sostanza organica, oppure il pH è troppo alto. di solito con gli anni la situazione migliora, sempre che si formi una buona dotazione di so nell 'interfila (trinciatura erba,tralci potatura, sovesci) e il terreno sia mantenuto sufficientemente soffice anche nel sottofila (arieggiamenti, lavorazioni con lame o vomerini nel sottofila). secondo me il letame maturo distribuito in autunno ed interrato (con una vangatrice sarebbe il massimo)rimane uno dei prodotti migliori. oppure ci sono dei concimi organici di ottima qualità (fomet, ilsa, etc...). eventuali carenze durante la stagione vegetativa le puoi correggere con concimi fogliari di buona qualità soprattutto se la varietà è innestata su un portainnesto che non tira su il potassio (immagino il 420A). ultima cosa. vigneti completamente inerbiti (soprattutto se in collina e con impianti giovani), negli anni, presentano maggiori problemi di carenze rispetto a quelli in cui si lavora l 'interfila (anche a filari alterni). aspetto che altri dicano la loro e ti diano altri utili consigli
Sui pomodori ho provato ad utilizzare il calcio ma la soluzione non mi é parsa utilissima. Le irrigazioni sono costanti (goccia-goccia). Il guscio di uova da interrare é una cosa utile? Serve a qualcosa?
Lavorazioni ne ho fatto sia sotto fila sia tra le file. Non é inerbato. Quest'anno é piovuto poco; la scarsa umidità del terreno rallenta l'assorbimento dei minerali da parte delle radici? Utilizzare solo letame non apporta troppo azoto?
Per come la vedo io il letame, specie se di equino o di ovino, ben maturo, è il meglio per la concimazione (oltretutto se vorresti evitare concimi chimici hai anche poche alternative ). A parte tutto il discorso sull'aumento della sostanza organica e quindi del miglioramento della struttura del terreno tieni presente che l'azoto contenuto nel letame, se ben maturo, ha una buona percentuale non prontamente assimilabile, per cui è a lento rilascio e la pianta può attingerne alla bisogna, non è come dargli una "super azotata" tutta in una volta
mi hai chiesto come concimo... per le varietà rosse destinate a vini in bottiglia di alta qualità tipo riserva (poca uva per ceppo,lunghe estrazioni bucce, barrique etc, alte gradazioni) niente concime (solo un po di letame nelle parti piu magre e nei vigneti piu giovani). la trinciatura della erba e dei tralci e le lavorazioni dell interfila limitate (arieggiatura autunnale, e lavorazioni alterne interfila prima del periodo estivo, garantiscono sufficiente so e quindi vigoria sufficiente). per le varietà bianche in primavera distribuisco 2 max 3 qli di organo minerali (tipo 8 5 12 +magnesio oppure 10 5 15 etc) .Per le gli impianti che per varietà e terreno tendono ad essere troppo vigorosi 0 concime. in autunno negli impianti che hanno prodotto molto appena finita la vendemmia a volte distribuisco ancora 1 1.5 qli di concime organo minerale oppure anche 6 7 qli per ha di un buon stallatico pellettato. non li interro non avendo l'attrezzatura dedicata ma li distribuisco con spandiconcime sul sottofila. ad ogni modo credo che si possa anche solo concimare con prodotti fogliari soprattutto se gli obiettivi enologici sono quelli di avere produzioni non eccessive, uve sane, grappoli un po piu piccoli.....
Grazie per le vs. risposte. Mi sorgono un paio di dubbi: 1- La trinciatura dei tralci non è un possibile rischio di proliferazione delle malattie? In pratica sminuzzi e rimetti a contatto con le radici delle viti i tralci infetti (perché qualche pianta di vite malata c’è sempre). 2- Le lavorazioni dell’ interfila le fai alternate per quale ragione? Perché non le fai tutte?
credo che i vantaggi della trinciatura siano davvero molti per non farla soprattutto se i tralci sono sani (le viti con il mal esca vanno naturalmente allontanate prima ). peronospora ed oidio, anche se allontani i tralci dal vigneto, si presentano ogni anno lo stesso quindi non hai risolto nulla (svernano sulle foglie (oospore e cleistoteci oidio) e sul fusto (cleistoteci oidio). le lavorazioni le faccio alternate perchè qui se piove molto (nel periodo critico per la difesa) poi è difficile poter entrare nel vigneto per fare i trattamenti. con filari alterni almeno dove è inerbito riesci a passare. poi, secondo me, eccetto i primi anni , con viti giovani , è meglio lavorare a filari alterni per non stimolare troppo il vigore delle viti (le lavorazioni di solito aumentano la vigoria del vigneto). poi se non piove per mesi allora puoi anche lavorare tutte le interfila......