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Attacco di . . . Spero. . . Peronospora 
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Nota a margine.
Alessandro1944 ha scritto:
veterinarum

Termine col quale venivano indicati gli equini e nello specifico quelli da soma (muli, asini): in epoca romana esisteva il medicus veterinarius da cui viene la parola moderna di medicina veterinaria.


24/07/2023, 21:09
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Ok :D :D :D :D


25/07/2023, 1:02
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mortotoccaci
Dovresti o usare meno acqua o andre più veloce. Ovviamene fai come puoi. A mano non è facile. Attualmente sei sui 16 ettolitri ad ettaro ... 1,5 volte il massimo suggerito. Come potresti fare proprio non lo so.

Ho seguito il tuo consiglio, sostituito l'ugello e aumentato la pressione in modo da fare una nebbia molto fine, da 115 lt sono sceso a circa 70 lt quasi senza colature, come un carrozziere che vernicia un auto.
Dalle mie parti dopo il 15 luglio nessuno fa più trattamenti, visto la stagione balorda cosa mi consigliate?
N.B. il 15 luglio ho fatto un trattamento con il Folpet, dopo una grandinata.


27/07/2023, 15:46
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Cabibbo611 ha scritto:
...Dalle mie parti dopo il 15 luglio nessuno fa più trattamenti, visto la stagione balorda cosa mi consigliate?
...


Più che la data in se stessa direi di tenere in considerazione la fase fenologica: con l'invaiatura degenerano gli stomi sul grappolo e quindi non sono più soggetti ad attacchi peronosporici (eventuali manifestazioni di peronospora larvata sono da attribuire a infezione avvenuta prima dell'invaiatura). Il periodo dell'invaiatura varia a seconda del vitigno: su uve tardive può essere necessario prestare ancora attenzione nei mesi estivi (ad esempio su nebbiolo del Piemonte l'invaiatura avviene mediamente nella seconda metà di agosto). Avvenuta l'invaiatura si può ritenere conclusa la campagna antiperonosporica in quanto non ci sono più reali rischi sulla produzione.


27/07/2023, 18:00
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Ciao Cabibbo.
Stamane a passeggio col mio cane ho dato un'occhiata ai residui filari di vite per uso famigliare che sopravvivono nel mio Comune (credo non più di 2 o 3 piccoli vigneti), e ci ho trovato la peronospora (solo però su foglie), e poiché mi sembri interessato alla patologia vegetale ti mostro come si fa una semplice diagnosi possedendo un microscopio.
Il campione sintomatico si mette in camera umida (un contenitore con al fondo una carta assorbente inumidita), e lo si tiene al buio per 24-48 ore: in queste condizioni la peronospora sporula facilmente in forma di una leggera muffetta sulla pagina inferiore in corrispondenza della macchia su quella superiore. La muffetta è data dai rami sporangiofori che portano i relativi sporangi.
In campo questi ultimi si distaccano facilmente per azione degli schizzi di pioggia e vento e quindi si diffondono realizzando le infezione secondarie (l'infezione primaria proviene da oospore generate per via sessuale verso fine stagione e che hanno svernato nell'ambiente nei residui della vegetazione); una volta giunti sulla foglia, in presenza di un velo di acqua gli sporangi liberano le zoospore che sono dotate di flagelli grazie ai quali nuotano fino ad arrivare agli stomi e qui si incistano, perdono i flagelli, e germinano producendo un tubetto che penetra nelle rime stomatiche e sviluppa micelio intercellulare. Infine il micelio forma ife speciali, dette austori, che penetrano nelle cellule vive e ne traggono nutrimento fino a farle deperire; nel frattempo il patogeno provvede a replicarsi per via asessuale tramite le formazioni sporangiofore.
Grattando la crosticina bianca al di sotto della foglia è però già possibile osservare gli sporangi (hanno forma ovoidale e sono inseriti su ramificazioni). Magari al prossimo giro metto il risultato della camera umida.


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28/07/2023, 16:57
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Cabibbo611 ha scritto:
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mortotoccaci
Dovresti o usare meno acqua o andre più veloce. Ovviamene fai come puoi. A mano non è facile. Attualmente sei sui 16 ettolitri ad ettaro ... 1,5 volte il massimo suggerito. Come potresti fare proprio non lo so.

Ho seguito il tuo consiglio, sostituito l'ugello e aumentato la pressione in modo da fare una nebbia molto fine, da 115 lt sono sceso a circa 70 lt quasi senza colature, come un carrozziere che vernicia un auto.
Dalle mie parti dopo il 15 luglio nessuno fa più trattamenti, visto la stagione balorda cosa mi consigliate?
N.B. il 15 luglio ho fatto un trattamento con il Folpet, dopo una grandinata.


Bene, ora l'importante è che tu verifichi che la pagina inferiore delle folgie più interne sia raggiunta dal tuo getto. Lo puoi fare attaccando sulla folgia uno scotch speciale che si colora se bagnato oppure usando metodi più empirici come sentire al tatto. Ovviamente se la soluzione è nebulizzata finemente farai più fatica a sentire. Stai attento solo a questo.
Io tratto ancora, la vendemmia del glera è prevista per la prima settimana di ottobre. Quindi fino al 15 settembre tratto.
Sempre se resta uva con sti passaggi di grandine


29/07/2023, 15:17
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Grazie molto interessante, per prevenire tutto ciò, ci sono solo i trattamenti con fitofarmaci?


29/07/2023, 15:31
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[quote][mortotoccaci
sempre se resta uva con sti passaggi di grandine/quote]

Ho visto in Tv le massacrate di grandine che avete preso nel triveneto, mi sa che quest'anno di vino se ne berrà poco.
Una storia che girava anni fa di un proprietario di una cantina che, sul letto di morte, disse:"figlio ricordati che il vino si fa anche con l'uva" :D :D :D
Ciao


29/07/2023, 15:50
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mortotoccaci ha scritto:
... Lo puoi fare attaccando sulla folgia uno scotch speciale che si colora se bagnato


Le strisce di carta idrosensibile si colorano all’impatto di ogni singola goccia di soluzione irrorata permettendo di verificare visivamente la qualità e l'uniformità della bagnatura (confronto seconda immagine).


Alessandro1944 ha scritto:
... Magari al prossimo giro metto il risultato della camera umida.


In allegato un paio di foto (prima immagine microscopio stereoscopico).


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29/07/2023, 21:43
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Cabibbo611 ha scritto:
Grazie molto interessante, per prevenire tutto ciò, ci sono solo i trattamenti con fitofarmaci?

No non solo. Intanto la corretta gestione agronomica (in primis contenere la vigoria eccessiva e irrigare le viti senza bagnare le foglie). Poi ci sono soluzione non chimiche come l'olio di arancio (possibile 1 solo intervento) per la peronospora e il chitosano per l'oidio o la botrite.
L'uso del fosfito di potassio (che in qualche caso è considerato un fitofarmaco) aiuta a sviluppare le difese delle viti.
Poi si entra nel mondo del biodinamico ma io li mi fermo ...
Grandine devastante, produzione in molti casi azzerata e comunque dequalificata. Anche per le barbatelle ci potranno essere problemi sia per questo che per il prossimo anno avendo carenza di materiali non segnati. Mancano ancora diversi mesi speriamo nel sole e nel recupero della pianta


31/07/2023, 19:35
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