Sono un ingegnere cresciuto facendo il manager d'azienda ed, alla soglia della pensione, ho deciso di rimettermi in gioco creando un'azienda agricola ma forse il termine è limitativo perché io vorrei integrare tutta la filiera. Non avendo conoscenze pregresse ho cominciato a raccogliere informazioni e mi sono iscritto al forum. Leggo di tanti che, armati di buona volontà, vorrebbero iniziare un'attività (le più svariate) ma quasi sempre si devono scontrare con la mancanza di risorse, allora mi chiedo perché non valutare la possibilità aggregarsi e creare insieme quello che da soli è difficilissimo da fare. Io vorrei mettere insieme un'iniziativa nel settore dell'allevamento e della produzione casearia in Toscana. Chi mi legge e pensa di saper fare bene un'attività funzionale a tale scopo aziendale può proporsi inviandomi una sorta di Cv che ripercorra le capacità, le esperienze, le aspirazioni e, naturalmente, i contatti. Mi rendo conto che l'argomento non è da forum ma chi vuole può contattarmi qui. P.S. La prima cosa di cui abbiamo bisogno è la competenza, per cui servono braccia ma soprattutto cervelli e la ferma volontà di realizzare un sogno.

Una cooperativa di trasformazione (un caseificio sociale)?

Semplicemente aderendo ad un contratto di rete che si ponga come obiettivo lo sviluppo dell'attrattività turistica e della valorizzazione delle aziende agrarie in toscana. Al contratto di rete potrebbero aderire anche gli enti locali indirizzando e favorendo lo sviluppo dell'economia rurale in Toscana. E' un istituto moderno che potrebbe rilanciare un economia depressa dalla scarsa efficacia dei provvedimenti normativi e dalla scarsa capacità di collaborare, consentendo ai singoli imprenditori di mantenere la propria autonomia ma dandosi obiettivi condivisi.

Scusa Francesco, vorrei fare l'avvocato del diavolo.
Il tuo discorso mi sembra molto politichese ma in pratica?
Tu non hai nessuna esperienza nell'ambito dell'agricoltura e della zootecnia. Non sai come funzionano i rapporti tra asl, allevatori ,coltivatori, grossisti, sindacati , leggi burocratiche e via dicendo.
Quando si parla di collaborazione la gente vuole sapere chi fa che cosa , a quale prezzo e la tempistica. Stop. Non c'è spazio per discorsi ondivaghi nel settore produttivo.
Forse vorresti creare dei collegamenti tra aziende e enti locali. In che modo?
Dove sarebbe il tuo contributo?
Sono andata giù duro, lo so.
Penso che sia utile e a volte necessario aggregarsi, ma per non creare un armata brancaleone c'è bisogno di persone esperte, con una fitta rete di contatti consolidati. Questo non si ottiene in pochi giorni e c'è bisogno di un'azienda forte alle spalle.
Parlo per mia esperienza.
Spero di essere stata di stimolo per una riflessione. ..
Saluti

P.s. hai dimenticato un fattore importantissimo per potersi aggregare e che non si può dare per scontato: l'onestà.
Se qualcosa andasse storto poi bisognerebbe andare a discutere per avvocati, allora sarebbe meglio spararsi.

Non è la prima volta che mi capita che qualcuno invece di capire aggredisce l'idea e usa un appellativo di grande appeal "E' politichese ". Io ho sempre lavorato nella produzione con funzioni di primaria responsabilità ed il mio CV lo racconta ma non è mia intenzione condividerlo su un forum. Mi risulta sgradita la risposta ma non intendo replicare perché servirebbe solo ad alimentare polemiche. Fatta la dovuta premessa io ho un'idea ed una strategia per portarla avanti ma non può essere questo lo strumento più idoneo per illustrarla e chi ha competenze specifiche nel settore si dovrebbe preoccupare di renderle disponibili per smuovere qualcosa in un settore che ristagna e non demonizzare l'idea prima ancora di capirla. Se qualcuno pensa che la cooperazione sia possibile anche in agricoltura sono disponibile a parlarne ma provare a spiegare usando la rete e parlando anche a chi non condivide l'idea di base è opera improba che lascio ad altri.

Quello che intendevo era spingere a spiegare in concreto a chi, come me, può farti delle critiche e che sicuramente troverai sul tuo cammino.
Io in questo momento mi sono associata in un progetto di cooperazione ma le premesse sono altre e concrete. L'azienda che mi suppporta ha un ramo mangimistico, una rete di ingrassi , uno staff di veterinari e un settore di trasformazione che produce salumi di qualità. Non so se mi spiego.
Scrivi bene e in maniera complessa ma un imprenditore vuole sapere quali contatti hai nel settore produttivo o burocratico, come intendi piazzare i prodotti, se esiste una filiera oppure no e se paga e quanto.
Volendo potresti spiegare un po' più in dettaglio il progetto, su quali basi poggia.
D'accordo che vuoi smuovere un settore che ristagna, ma come? E sei davvero in grado? Qui stiamo attraversando una crisi che ha origini globali e motivi ramificati e che perdura da quasi dieci anni!
Mi dispiace se rifuggi la discussione, ma se sei davvero convinto di quello che hai intenzione di fare prova a convincere questa contadina.
Saluti

Ok, ho sempre affermato che chi è abituato a lavorare rifulge dalle polemiche, per cui mi scuso per il tono della mia risposta precedente ma era di reazione ad una risposta che mi sembrava poco cordiale. Non ho nessuna presunzione di essere il latore della verità perché effettivamente non ho competenze in questo specifico settore ma la cooperazione si nutre della capacità di mediazione e se usiamo toni aspri la mediazione diventa impossibile. I progetti vanno sviluppati e poi condivisi e questo è quello che proverò a fare nella convinzione che finchè dietro il progetto ci sarà uno sponsor che mette i soldi e le risorse non si fa cooperazione si fanno i suoi interessi. Noi stiamo provando a porre le basi per la cooperazione ovvero l'azione sinergica di tati piccoli che fanno un grande effetto ma sono cosciente che è difficile, così come mi rendo conto che solo il fatto che io non vivo di questo mi può dare la pazienza di aspettare che le cose si sviluppino in modo sostenibile, senza il capitale che traccia le linee di condotta.

Mi scuso anche io per il tono aspro, ma era in un certo senso voluto.
Ti ho voluto rappresentare chi invece nel settore ci deve vivere e non può aspettare, perché il bestiame mangia tutti i giorni e i prodotti agricoli deperiscono.
Per un'azienda in difficoltà aspettare anche solo una settimana in più un pagamento o un finanziamento può essere la morte.
La realtà delle piccole aziende è carina ma a mio parere ci vorrebbe comunque una forza che possa condurre il tutto e che possa avere un peso contrattuale con chi dovrà comprare o elargire i fondi , oltre a tenere a bada le suddette aziende.
Non voglio mettere in dubbio le tue competenze in materia di marketing , ci mancherebbe, ma ti voglio mettere in guardia su questo settore che non è così semplice come sembra.
Non pensare di poter risollevare un settore che stagna dove migliaia di persone hanno fallito.
Solo nel settore bovino nel 2015 hanno chiuso 1500 stalle a causa della liberalizzazione delle quote latte. Il settore suinicolo è a un terzo rispetto solo a pochi anni fa a causa delle massicce importazioni dall'estero e ai costi delle materie prime.

Non dico di non provare, forse il peggio della crisi è passato oppure no, solamente non fare troppo affidamento alle tue passate esperienze in altro settore.

Infine, non trascurare il fattore "onestà" , molte per non dire tutte le collaborazioni falliscono perché qualcuno a un certo punto vuole fare il furbo. Finire in tribunale, cosa che accade molto spesso purtroppo, è ritrovarsi con un peso al collo per molti anni.
Saluti

Sono certo che ci animano sentimenti analoghi ma non posso accettare l'idea di cercare una soluzione che abbia il respiro di settimane. Significherebbe accettare l'idea che non si può fare niente o detto in termini diversi ci voglio i contributi dello stato a fondo perduto che in verità non hanno mai risolto niente anzi spesso hanno arricchito i furbi. Io potrei non esserci in questo forum ho 61 anni e potrei pensare alla pensione che sarà adeguata a vivere ma mi si intristisce il cuore a vedere aziende frutto di una vita di lavoro scomparire nel nulla anzi per vederla con gli occhi dei contadini scomparire nella "mortificazione" dei loro sforzi. Siamo tutti incazzati ma dobbiamo capire che invertire significa cambiare le logiche ed i grandi gruppi che organizzano sono la sconfitta. L'unica via è nella sensibilizzazione del pubblico tu mi accusi di politichese ma se non riusciamo a coinvolgere la politica abbiamo perso in partenza ed ahimè penso sia la soluzione più probabile. Gli amministratori li elegguami noi, bene stringiamali all'angolo costrongiamoli a dare riscontro alle nostre istanze. Il capitale non aiuta nessuno si nutre delle nostre debolezze. Se siamo obiettivi già il fatto che nessuno si inserisca nella discussione è un elemento fortemente negativo, la gente aspettaa magari grida ma aspetta e non fa ninte. Spesso perché non sa fare da sola per cui è dovere di chi ha la competenza operare, io la competenza agraria non c'è l ho ma quella organizzativa si è sto cercando di metterla a disposizione, se può servire.