renzo ha scritto:E' semplicemente un piano di compensato o masonite con un dispositivo di plastica o lamiera che permette alle api la discesa dal melario al nido e non il viceversa. Si chiama anche "apiscampo". Si usa per rimuovere il grosso delle api dal melario prima di prelevarlo per la smielatura, lasciando passare almeno una notte.
Nel contesto del topic pero' intendevo dire che si usa per chiudere, sopra e sotto, una pila di melari alla cui sommita' si e' posto un tappo contenente acido acetico, il cui vapore e' piu' pesante dell'aria e col tempo impregna la pila. Per sigillare il tutto, si usano due sacchi neri dell'immondizia con nastro adesivo.
Ok l'apiscampo so cos'e'. Grazie per il chiarimento. Al posto dei due apiscampo (sopra e sotto) posso mettere anche 1 escludiregine sopra e un compensato sotto per disinfettare i melari ? Attualmente ho solo un apiscampo !
P.s. il giorno 8/9/2010 ho provato a chiedere alla farmacia vicino a casa mia (Parma) se avevano l'acido acetico......non l'avevano in negozio ma me lo hanno procurato, senza problemi, il giorno dopo (1 lt a 12 Euro).
salve a tutti, mi interessa molto l argomento sulla conservazione dei telaini in inverno. questo è quello che ho capito: 1) dopo la smielatura estiva si impilano i melari, sporchi di miele o meno, (in una scatola?? ) 2) si mette dell acido acetico che evaporerà col tempo e il vapore essendo più pesante dell aria impregnerà i melari e i telaini fungendo da antitarma.
il mio mentore mi ha ha fatto imballare i telaini nel film così da non prendere la tarma della cera, io adesso li dovrò riprendere perchè voglio provare a vedere se la mia zona è buona per un millefiori autunnale che ne dite? il tempo e le temperature ancora lo permettono.
telaini dei melari (foglio di cera) se puliti, si riusano?
11/09/2011, 11:05
Desidero ricevere un chiarimento, leggendo vari post, mi sono sorti dei dubbi: ma i telaini dei melari una volta fatti ripulire dalle api si possono conservare e riutilizzare negli anni successivi (intendo foglio di cera costruito) o vanno ripuliti e la cera fusa. Se vanno conservati con quale criteri si scelgono quelli migliori ? scusate la banalità della domanda .....ma sono alle prime punture..... grazie ...
Fortunatamente i telaini da melario si possono riutilzzare all'infinito ... o quasi . Ovviamente utilizzando anche l'escludiregina. Per la coservazione dei telaini leggi questa stessa discussione dall'inizio e anche queste: Tarma della ceraCanfora contro le tarme ma se ne parla anche in altri thread.
Mi potete dire che concentrazione deve avere l'acido acetico? Ho trovato/letto soluzione al 60 % imbevendo stracci, ma sembra molto più semplice come descritto da renzo.
Io l'ho usato sia puro che diluito all'80% circa, messo in un vasetto di vetro basso e largo, appoggiato sul dorso dei telaini del melario in cima alla pila, chiuso sopra con un coprifavo rovesciato e sotto con un altro coprifavo. Ho rinunciato a questo metodo in quanto l'acido corrode il filo stagnato nei punti dove non è coperto dalla cera. Adesso uso lo zolfo, puzza lo stesso ma non corrode.
renzo ha scritto:Noi li lasciamo cosi'. Per completare, impilati con un fugaapi chiuso sotto ed uno sopra. Sopra all'ultimo melario un coperchio di vasetto da miele, con un po' di acido acetico contro la tarma (il vapore scende). Purtroppo sta diventando difficile da trovare.
Lo puoi acquistare nei siti che trattano materiale fotografico da camera oscura, l'acido acetico viene utilizzato come bagno di arresto dopo lo sviluppo delle stampe in bianco e nero.
Ho riletto i post precendenti e mi è sorto un semplice dubbio....Obombo tu parli di zolfo ma con i melari puliti o anche imbrattati va bene?? Io ho sempre fatto ripulire i melari alle api prima di passare lo zolfo ma non vorrei farlo+. Non è che lo zolfo rimane nei residui di miele e la stagione prossima fa male alle api?? Credo che dopo diversi mesi non ci sia+problema dico bene?
Lo zolfo bruciando produce anidride solforosa che combinandosi con l' acqua presente nel miele (circa 18%) lascia piccole quantità di acido solforico nel melario. Ninno