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Argomenti di discussione. evitare la sciamatura 
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Iscritto il: 11/11/2008, 0:26
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Per quanto si possa cercare di contenerlo , non si può pretendere di estinguere il fenomeno in modo assoluto . L'obiettivo primario rimane comunque quello di mantenere il controllo della situazione e di poterla convogliare verso modi e tempi determinati , ricorendo alla sciamatura artificiale( il sistema che uso io in genere è il raddoppio) . Per cercare di bloccarla bisogna agire in modo razionale . L'incremento di popolazione ( e quindi le diverse conseguenze ), deve essere assecondato con la concessione di spazio , in un primo tempo con favi e fogli cerei , e quando il nido è completo , con la sovraposizione del primo melario: Al fine della prevenzione della sciamatura è buona regola anticipare la posa del melario rispetto la completa saturazione dello spazio sottostante . La regolare sostituzione dei favi con i fogli cerei porta al vantaggio di far esprimere all'alveare la naturale esigenza di produrre cera e favi (forte in questo periodo), evita il loro eccessivo invecchiamento e riduce l'estensione della covata maschile. La sostituzione periodica delle regine è un ulteriore caposaldo della prevenzione. Per quanto riguarda la circolazione d'aria , a parte la concessione di nuovo spazio , si dovrà ampliare il passaggio allargando la porticina fino ada arrivare al completo allontanamento della stessa quando il clima si fà più caldo e il movimento delle api elevato. La buona esposizione e l'ombreggiamento degli alveari sono altri fattori di prevenzione. La presenza di fori regolabili sul coprifavo , favorendo il tiraggio permettono una migliore circolazione d'aria. In occasione delle visite sono possibili diverse operazioni interne a limitazione della sciamatura, Tra queste la più frequente è il prelievo di favi ricolmi di provviste da ripartire nelle colonie più arretrate e la loro sostituzione con fogli cerei . L'asportazione di covata opercolata blocca la sciamatura, l'asportazione di favi con celle non opercolate, agevola la sciamatura. Introducendo un foglio cereo nel pieno centro dell'alveare tra i favi di covata ; il maggior spazio , la necessità di lavorazione immediata della cera e la deposizione di covata che assorbe grandi quantità di alimento , soffocano in una certa misura i preparativi in atto per la sciamatura . Questo sistema è adattabile soltanto quando il clima si mantiene per un certo periodo stabile e mite altrimenti può provocare il raffredamento della covata. L'inversione di posto tra un alveare molto sviluppato prossimo a sciamare con un altro debole o con un sciame artificiale da poco costituito , può in una certa misura inibire la sciamatura , in quanto l'alveare forte subisce un rallentamento delle importazioni ed un calo di popolazione per la perdita delle bottinatrici che vanno a rinforzare l'alveare debole. C'è chi ricorre al taglio di una o entrambe le ali della regina , questo comporta a un rinvio forsozo della sciamatura , però questo sistema non è altro che un palliativo per giunta controproducente ; lo sciame uscirà quasi certamente con la prima regina vergine , mentre all'interno continuerà l'allevamento di celle reali per la sostituzione della regina mutilata. Tutto quanto detto ha solo effetto preventivo, se invece la colonia avrà avviato l'allevamento di celle reali , l'applicazione di quanto detto può rallentare l'evento ma sicuramente la sciamatura avrà luogo ugualmente . Un occhio esperto può anche recepire alcuni segni indicativi dall'esterno, come esempio, l'ozio delle bottinatrici, la loro presenza sul predellino, il volo intorno all'alveare, la formazione della barba, fenomeno che precede di alcuni giorni la fuoriuscita dello sciame. Nella prevenzione della sciamatura gioca un ruolo considerevole la predisposizione della colonia , un carattere che è di natura ereditaria , e quindi trasmissibile . Marcello


18/03/2010, 23:15
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io scasso celle reali da aprile a giugno ogni 4 gg.
sostituisco regine ogni 2 anni, dò spazio appena ne hanno bisogno, tolgo telaini di covata opercolata... ma se non scasso le celle partono uguale.


18/03/2010, 23:27
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Se a fine aprile c'è una bella giornata di sole dopo 4-5 giorni di brutto tempo continuativo, la sciamatura è praticamente certa :(

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Renzo

C'è un'ape che si posa
su un bottone di rosa.
Lo succhia e se ne va.
Tutto sommato la felicità
è una piccola cosa.

Trilussa


19/03/2010, 10:08
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Iscritto il: 27/04/2009, 17:05
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Molto interessante, questo argomento. Per me neo apicoltore, quindi senza esperienza, quando mi devo aspettare l'inizio dell'epoca della sciamatura? Consederando che i trovo in Casentino che è una valle interna degli appennini, ad una altitudine di circa metri e che il micriclima è più tendente a quello montano che non a quello di pianura. Qualche fioritura particolare puo coincidere con l'inizio sciamatura? Grazie

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Contro i costumi le leggi sono inefficaci.


19/03/2010, 12:46
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Senza dubbio la sciamatura è un evento economicamente dannoso, perchè richiede energie per l'eventuale recupero e lascia una famiglia improduttiva per un po', e quindi sicuramente va prevenuto, per quanto è possibile.
Però, almeno per me che tengo le api anche per compagnia, la sciamatura è anche il momento in cui si riesce ad avere un contatto fisico diretto con l'intera famiglia, ben diverso da quello frettoloso e parziale con la popolazione del singolo telaino.
Tornare all'apiario con il portasciami ronzante sotto il braccio mi dà un'emozione che non è paragonabile a nessun'altra!

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Renzo

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19/03/2010, 13:42
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Iscritto il: 11/11/2008, 0:26
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Fiorenzo ha scritto:
Molto interessante, questo argomento. Per me neo apicoltore, quindi senza esperienza, quando mi devo aspettare l'inizio dell'epoca della sciamatura? Consederando che i trovo in Casentino che è una valle interna degli appennini, ad una altitudine di circa metri e che il micriclima è più tendente a quello montano che non a quello di pianura. Qualche fioritura particolare puo coincidere con l'inizio sciamatura? Grazie

Tra gli elementi che favoriscono la sciamatura , prevalgono le condizioni ambientali. La presenza di giornate soleggiate e la temperatura mite agiscono sia direttamente sull'alveare che sullo sviluppo floreale e sul flusso nettarifero. si ha uno stimolo quando l'importazione di nettare sopravanza in quantità crescente i fabbisogni quotidiani ( una alimentazione stimolante troppo intensa o prolungata può assumere una influenza analoga). L'evoluzione climatica e ambientale si riflette sull'alveare in modo complesso . L'aumento della deposizione e della covata porta a un incremento demografico imponente: da una popolazione di 20-30 mila si passa a 60-70 mila o più , in meno di un mese. A questo incremento conseguono diversi fatti . La nascita di migliaia di api giovani incrementa la quantità di pappa reale secreta che diviene eccedente rispetto ai bisogni della regina e della nuova covata. La regina è spinta alla massima deposizione ed estende notevolmente l'area di deposizione . Un gran numero di bottinatrici aumenta a sua volta l'importazione e ben presto i favi ancora vuoti vengono riempiti . Nell'insieme lo spazio a disposizione si restringe e la circolazione d'aria si fà difficoltosa mentre la temperatura interna tende a salire, ( a proposito pur con le dovute cautele posso dire che gli alveari a favi maggiormente distanziati hanno minori sciamature). Così mentre l'alveare ha una minore possibilità di sviluppo , all'esterno le risorse sono sempre più abbondanti. Questa situazione sfocia ben presto ed in modo irreversibile nell'allevamento di numerose celle reali. Nell'ambito di questo processo altri fattori possono agire in modo collaterale o complementare. L'età della regina è determinante : mentre è molto minore nelle regine di un anno di età , essa aumenta già dal secondo anno per divenire pressochè inevitabile al terzo anno. Marcello


20/03/2010, 23:38
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Una domanda a cui non riesco rispondere, pur cercandola sui libri e su internet.

Se mi autocostruissi le mie arnie ed invece di mettervi la porticina, come in tutti i disegni, ma facessi un foro di 45 mm e mettessi il disco a 4 posizioni, come nei prendisciami, potrebbe essere una buona soluzione al problema della sciamatura naturale?

Ci sarebbero problemi durante tutto l'anno? Probabilmente un pò di traffico in più e perdita di tempo.

Grazie


21/06/2011, 15:50
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Penso ci possa essere anche un problema di ventilazione interna dell'arnia...

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Saluti,
Flavio.


21/06/2011, 21:55
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Località: Casagiove
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Ma se il fondo è in rete, basta che tolga la lamiera e la ventilazione è fatta


21/06/2011, 22:15
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Iscritto il: 18/11/2010, 19:37
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italiano ha scritto:
Una domanda a cui non riesco rispondere, pur cercandola sui libri e su internet.

Se mi autocostruissi le mie arnie ed invece di mettervi la porticina, come in tutti i disegni, ma facessi un foro di 45 mm e mettessi il disco a 4 posizioni, come nei prendisciami, potrebbe essere una buona soluzione al problema della sciamatura naturale?

Ci sarebbero problemi durante tutto l'anno? Probabilmente un pò di traffico in più e perdita di tempo.

Grazie

Ciao, il tipo di apertura penso non abbia influenza sulla febbre sciamatoria.
una volta gli alveari erano tondi con 4-- 5 fori alla base e le api scappavano lo stesso.
La sciamatura è un momento naturale del macro organismo,se così lo vogliamo chiamare, indispensabile alla sopravvivenza delle api.

Per la mia esperienza posso dire che ci sono annate in cui sciamano meno, (forse in rapporto alle nascite, che possono essere più o meno numerose :o ).
Che ci sono regine più o meno propense alla sciamatura ( o notato che le regine allevate sciamani di meno,ma questa premetto è una sensazione).
Se su dieci casse riesco a non farne sciamare 7 mi ritengo soddisfatto, in quanto con tutta la buona volontà ed esperienza che ci metto ,alcune famiglie quando dicono di andare vanno .
A proposito di ali tagliate, il taglio di una parte di ala alla regina non impedisce che questa sciami , ma che in volo non vada lontana dalla postazione ( Garnald ti ricordi di quest'inverno quando avevo parlato di un sistema per evitare che le api si allontanassero troppo .... eccolo ) nicol


21/06/2011, 22:29
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