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Tartuficoltura:esperienze , tecniche , opinioni e ricerca 
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Iscritto il: 01/12/2013, 11:04
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Secondo questo studio: "Mycelial abundance and other factors related to truffle productivity in Tuber melanosporum–Quercus ilex orchards" ( qui si parlava di melanosporum), il fungo già entrato in fase produttiva mette la gran parte della propria biomassa nei corpi fruttiferi, mentre in altri casi in cui la biomassa del suolo è alta ma non c'è ancora produzione di tartufo, il fungo non ha ancora sviluppato una quantità di micelio tale da passare dalla fase vegetativa alla fase riproduttiva e quindi alla produzione di corpi fruttiferi. In altre parole è il gioco delle tre carte :-) il fungo non si vede, ma c'è (magari ce lo siamo già pappato). Naturalmente questo è un modello di spiegazione, e come tale è destinato ad essere perfezionato da altri eventuali studi. Buona notte.


02/03/2018, 1:06
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Nella mia zona le tartufaia di estivo seguono una lavorazione abbastanza standardizate.lavorazioni leggere(non come melanosporum) con inoculo a fine estate inizio autunno e potatura invernale. In teoria nocciolo entro dicembre e carini e roverelle a febbraio marzo. I lecci prima della fioritura. Inizia anche a prendere piede la potatura verde anche se non è così diffusa come magari x il pregiato. Irrigazione primaverile. Discorso trattamenti bicarbonato di potassio x oddio roverelle in primavera e fine estate e rame x antracnosi e cancro del carpino autunno fine inverno.


02/03/2018, 1:11
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Il fatto che gli studi non vengano pubblicati subiti si spiega col fatto che le informazioni ottenuto le usano per business. Se non ci fosse da Luciano tutti direbbero tutto


02/03/2018, 1:16
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beh certo e il denaro spesso che muove la ricerca ci sta ed e giusto meno giusto magari in ambito farmaceutico medicale ma qui si apre un abisso


02/03/2018, 1:19
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forse volevi scrivere "da lucrare"... capisco bene?


02/03/2018, 2:00
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Si. Il correttore automatico mi fa tribolare.


02/03/2018, 3:50
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sgurz74 ha scritto:
Coliso, se si vuol fare una cosa seria, si prende la propria tartufaia, stesso terreno (più o meno), stessa micorrizzazione (più o meno), si prendono venti querce e si potano a cono, si prendono altre 20 querce e si potano a globo. Poi per 4 o 5 anni si valuta la produzione e si tira una conclusione: "a parità di condizioni ambientali ed ecologiche la potatura 1 ha prodotto così, mentre la potatura 2 ha prodotto colì". Poi (o in parallelo è lo stesso) si fa la stessa cosa in altre tartufaie e si guarda se il proprio risultato è riproducibile. Fino ad allora, è lecito dubitare dei metodi degli altri, ma non è scientificamente fondato affermare che il proprio metodo è migliore. Poi bisognerebbe vedere se davvero degli studi non sono già stati fatti... Un saluto.

@roberto: quoto (magari in una regione va bene una potatura a cono e in un'altra va bene a globo). Anche questa cosa andrebbe perciò soppesata in modo scientifico.

Sgurz la potatura non va da regione a regione ma secondo l esposizione... A sud un modo a nord altro..

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02/03/2018, 7:29
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Riguardo ai trattamenti io andrei veramente cauto. Io aspetterei tra qualche anno... Vediamo i risultati di chi lo fa... Potatura per l estivo? Io non consiglio.. Ovviamente impostazioni a parte. Saluti

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02/03/2018, 7:38
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Riguardo l irrigazione non capisco il senso che può avere in primavera.... Mha.....il ciclo biologico è tutt altro. Ovviamente capisco che dove ci sono gli studiosi sarà diverso... L estivo e meglio non irrigarlo per determinate problematiche.

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02/03/2018, 7:52
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La pubblicazione di quello studio sul micelio era di melanosporum.
Sullo scorzone non ci sono studi specifici al momento in quanto ritenuto di scarso valore commerciale , ma parlando con diversi tartuficoltori e in base alle esperienze riportate nel forum da diversi utenti pare sia meglio lasciarlo "più in pace" rispetto al nero pregiato.
Quindi sarchiatura , potature di indirizzamento della pianta che possono variare in base alla vigoria di ciascuna pianta , inoculo sporale che male non fa e lavorazioni variabili in base al proprio tipo di terreno a intervalli anch'essi variabili .
Ovviamente il tutto va tarato alla specifica situazione e condizione del sito di impianto.
Facendo poi una CONSIDERAZIONE razionale PERSONALE , visto lo studio sul dna , ci sta che lo scorzone ami essere "lasciato più in pace" rispetto al melanosporum in quanto sembrerebbe aver bisogno che il suo micelio si sviluppi adeguatamente e trovi le condizioni ideali nel suolo prima di riuscire a fruttificare.
Nel melanosporum invece bisogna privilegiare la formazione e il rinnovamento delle micorrize quindi vanno privilegiate le pratiche utili al rinnovamento radicale.
L'irrigazione nello scorzone non viene considerata fondamentale in quanto i primordi iniziano a formarsi in dicembre e la stagione di concepimento è solitamente quella più piovosa e umida.
Se poi uno ha la possibilità di irrigare in estate in caso di particolare siccità sicuramente potrà mantenere il micelio più vitale facendolo soffrire meno , ma anche le irrigazioni vanno dosate con parsimonia in base al tipo di terreno.


02/03/2018, 10:13
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