coliso ha scritto:La possibilità di piantare quello che si vuole non manca al giorno d'oggi ma non è areale di leccio , la tartufaia è sì una "forzatura" ma secondo me e per quello che ho imparato , va messa assolutamente la pianta che meglio si adatta a quell'ambiente quindi è logico utilizzare le specie che già crescono spontaneamente in quella zona ovvero carpino nero e roverella. La natura e le esigenze delle piante vanno assecondate il più possibile solo così le probabilità di riuscita saranno maggiori. Qua in Friuli la maggior parte dei tartufi si trovano sotto i noccioli , in seconda posizione stanno i carpini , poi farnie e roverelle mentre in altre regioni i ruoli si invertono.
il clima è cambiato e molte piante si sono acclimatate anche al nord. il leccio è un grande produttore e con tartufi di qualità.io te li consiglio, poi ovviamente deciderai te. in francia i lecci sono stati introdotti in zone dove non c'erano e si leccano i baffi.
Che il leccio è una gran pianta non si discute...teme i ristagli d acqua...se in pianura si ha del terreno poco drenante oppure sempre umido il leccio muore. Saluti
Ne trovo di moscati sotto le roverelle in terreni limosi e umidi! A pari situazioni la roverelle lo sopporta abbondantemente il doppio. Non so nel caso specifico ma dire che si può mettere ovunque perche si adatta e falso....qui da me....il leccio vive alla grande...cresce bene e ho pianelli in piante di 3 anni e mezzo...però se lo metti in fondovalle sugli stessi terreni si secca o stende a crescere invece al contrario la roverella cresce nel miglior modo...questo è quello che mi è successo in pratica e non teoricamente...i miei terreni sono argillosi\sabbiosi con una buona percentuale di sabbia...con poco limo e drenanti. Saluti angelo
Poi un altro problema del leccio che non si può mettete dove di inverno fa tanta neve perche rischi di rimanere ogni primavera....solo con il fusto, a me questo inverno in una tartufaia di melano 60 piante da un paio di metri l ho ritrovate tutte a terra e una decina capitozzate a 80 cm...! Anche una leggera nevicata può rompere tranquillamente i rami...infatti io in quel caso per causa forza maggiore intervengo con potature energiche in modo da limitare i danni...!
Ciao Angelo le analisi del mio terreno le ho postate qualche pagina fa con le foto , il drenaggio non è un problema , è sì in pianura ma sotto c'è l'antico alveo di un fiume quindi sabbia e ciotoli in quantità e l'acqua sicuramente non ristagna. Ormai di neve in pianura da me ne fa poca , una spuzzata di qualche centimetro quasi ogni anno però il problema è che non sono rari gli anni in cui in autunno o primavera fa mesi da 300-400mm di pioggia ed essendo il leccio amante piuttosto del secco con la troppa umidità ne potrebbe risentire. Magari un esperimento con una decina di piante si potrebbe anche fare una volta definito il sesto......
Si Coliso verifica un po tutto....se non c e il rischio di ristagli puoi tranquillamente metterli....ovviamente se in Friuli ci sono spontaneamente...se ce ne traccia. Se è completamente assente io ci ripenserei un attimino. Saluti
Infatti da me il leccio sta esclusivamente sulla costa e li vive e si sviluppa bene , pianura e alta pianura allo stato naturale non vi è traccia quindi per me è una totale forzatura. in realtà qualche esemplare sparso sopravvive fino alle prealpi su qualche parete esposta completamente a sud però sopravvive e non si sviluppa o espande come fa naturalmente sulla costa. Magari fra 50 anni ci sarà il clima per il leccio anche in pianura ma visto che all'epoca , se ci sarò ancora , sarà ben difficile che vada a tartufi è meglio fare la tartufaia con i simbionti spontanei che si sviluppano e riproducono normalmente nell'areale del sito e che meglio si sono adattati al clima in quella zona fino ad adesso.