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paolosame
Iscritto il: 10/04/2012, 23:20 Messaggi: 2664 Località: valle sabbia
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io eviterei la ripuntatura perchè porteresti in superficie dei pietroni enormi (se ho capito bene come è il tuo terreno) dovendo poi asportarli o frantumarli. inoltre non terrebbe più un briciolo di umidità visto che comunque hai un terreno drenante. un'aratura o una passata leggera con l'estirpatore basta.
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01/09/2017, 14:02 |
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coliso
Iscritto il: 15/05/2016, 21:06 Messaggi: 478 Località: Udine
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Infatti anche il tecnico mi aveva detto che non serviva era solo una mia pippa mentale.... Per le specie pensavo a un misto roverella/carpino in quanto nei pochi boschetti superstiti sono le piante che crescono normalmente in quell'areale , la farnia da me cresce solo in terreni profondi di bassa pianura belli umidi , i pochi boschi dove si può trovare qualche pezzo di bianco.
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01/09/2017, 14:28 |
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paolosame
Iscritto il: 10/04/2012, 23:20 Messaggi: 2664 Località: valle sabbia
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non so climaticamente com'è la tua zona, ma se riesci metti anche qualche leccio.
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01/09/2017, 14:59 |
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coliso
Iscritto il: 15/05/2016, 21:06 Messaggi: 478 Località: Udine
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Mi sarebbe piaciuto ma da me i lecci crescono solo sulle coste di base anche se in realtà abbiamo una parete dei primi rilievi delle prealpi esposta a sud dove vivono alcuni esemplari che sono quelli ubicati più a nord ma non riescono ad espandersi e crescono arroccati sulle pietre. Il problema del Friuli è che potrebbe fare un po troppo freddo in pianura per lui. A me piace un sacco come pianta ma temo che mal si adatti al clima del sito , con roverella e carpino vado sul sicuro in quanto sono tipiche di quella zona , l'unica alternativa che potrebbe adattarsi secondo me è il tiglio , in Slovenia e Croazia è un simbionte molto gettonato dallo scorzone. Visto che in tutto saranno circa un centinaio di piante potrei anche fare un tentativo mettendo una decina di lecci sparsi e vedere come vanno ma se fa il freddo che abbiamo avuto quest'anno non li vedo molto bene.....
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01/09/2017, 16:05 |
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paolosame
Iscritto il: 10/04/2012, 23:20 Messaggi: 2664 Località: valle sabbia
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il problema del leccio non è tanto il freddo quanto la neve. i tigli sono un casino da gestire, io li eviterei. cacciano da maledetti sotto e poi crescono in fretta. non so che attrezzi userai, ma mi pare di aver capito che sei in pianura, quindi stai su sesti da 5x5.
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01/09/2017, 16:34 |
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coliso
Iscritto il: 15/05/2016, 21:06 Messaggi: 478 Località: Udine
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Neve ormai ne fa poca anche qui , quest'anno una spruzzata durata 3-4 giorni e poi sciolta ma il leccio in pianura da me non cresce proprio quindi non ci sta per nulla.....il tiglio lo so che è una brutta bestia ma in certe zone è un ottimo simbionte anche se non molto adatto a tartufaie coltivate secondo me in quanto difficile da gestire. Le piante migliori per quella zona sono carpini e roverelle senza ombra di dubbio , ci crescono spontaneamente quindi perfettamente adatti al clima , per il sesto ho due opzioni da valutare o 5x5 o 5x4. Vista la conformazione del terreno avrò solo due filari molto lunghi ed era per quel motivo che avevo preso in buona considerazione il 5x4 in quanto rimarrebbe comunque molto aperta ai lati.
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01/09/2017, 17:51 |
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paolosame
Iscritto il: 10/04/2012, 23:20 Messaggi: 2664 Località: valle sabbia
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i lecci in pianura crescono. non hanno problemi. nei giardini e nei parchi pubblici di città e paesi della pianura padana è pieno.
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01/09/2017, 22:04 |
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coliso
Iscritto il: 15/05/2016, 21:06 Messaggi: 478 Località: Udine
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Ma il Friuli non è pianura padana.... A parte le battute i miei suoceri hanno un leccio in giardino che ha una quarantina di anni e vivono praticamente in pianura , non è decisamente rigoglioso anzi per me tra qualche anno si secca.... In tutta la vegetazione di pianura e pedemontana non c'è un leccio allo stato naturale le leccete naturali stanno solo sulla costiera di Trieste, che poi li usino nei parchi e nei giardini come pianta ornamentale ci sta ma non è il suo habitat e quindi stenta , è contro ogni logica utilizzarlo come pianta simbionte nella mia zona a meno che uno non voglia fare esperimenti dai risultati incerti e non è sicuramente il mio modus operandi.... E' la base della tartuficoltura la pianta simbionte deve crescere naturalmente nella zona dove si realizza la tartufaia , terreno ambiente e clima devono essere giusti per un sano naturale e robusto sviluppo della pianta , gli ultimi lembi di boschi naturali della zona sopravvissuti all'agricoltura fanno parte degli ostrio-querceti quindi la scelta migliore è decisamente scontata per me......
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01/09/2017, 22:35 |
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paolosame
Iscritto il: 10/04/2012, 23:20 Messaggi: 2664 Località: valle sabbia
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si parla di tartuficoltura e non di tartufaie naturali. tu vai sempre a fare una pratica artificiale, quindi cambia poco. se hai la possibilità e la voglia provalo un leccio...è ottimo.
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01/09/2017, 22:46 |
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coliso
Iscritto il: 15/05/2016, 21:06 Messaggi: 478 Località: Udine
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La possibilità di piantare quello che si vuole non manca al giorno d'oggi ma non è areale di leccio , la tartufaia è sì una "forzatura" ma secondo me e per quello che ho imparato , va messa assolutamente la pianta che meglio si adatta a quell'ambiente quindi è logico utilizzare le specie che già crescono spontaneamente in quella zona ovvero carpino nero e roverella. La natura e le esigenze delle piante vanno assecondate il più possibile solo così le probabilità di riuscita saranno maggiori. Qua in Friuli la maggior parte dei tartufi si trovano sotto i noccioli , in seconda posizione stanno i carpini , poi farnie e roverelle mentre in altre regioni i ruoli si invertono.
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02/09/2017, 19:19 |
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