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Idea Tartufaia 
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Ciao Salvo anche io ero nel edilizia....un punto in comune...assolutamente no...nel senso che le tartufaie non entrano in produzione quando non si sa quel che si fa....ho solamente detto che ci si deve informare prima..e ragionare sul investimento come tu saprai....visto il lavoro che fai....quindi quello che dico e prima fare tutti i lavori che si devono effettuare...quindi analisi... lavorazioni adatte ,scelta del tuber sesto d impianto consono allo stesso....cosi si può sperare in un buon inizio....in sicilia non saprei dirti nulla se ci sono coltivazioni ....fatti un giro nel web....per qualsiasi problema puoi tranquillamente chiedere...siamo qui apposta...per prenderli e darli.... ;)

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04/12/2012, 11:44
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salvo82 ha scritto:
buon giorno a tutti sono nuovo,mi chiamo Salvo e sono affascinato dall'idea di realizzare una tartufaia di un ettaro.vivo nella provincia di Ragusa so che qualche tubero in zona è stato trovato,sono in contatto con un vivaio che vorrebbe mandare un tecnico per il sopralluogo e le analisi,ho chiesto una scheda con i valori che dovrebbe avere il terreno per impiantare le eventuali piantine,perchè vorrei fare le analisi in privato ma non ho avuto risposta potreste aiutarmi?qualcuno delle mie parti si è gia' avventurato nell'impresa?grazie in anticipo.


Ciao Salvatore, la Sicilia non è proprio una terra vocata per il tartufo (troppo caddo ;-)), comunque, sono stati fatti ritrovamenti di tuber aestivum, tuber borchii e tuber brumale.

Nel 2006 è stata realizzata una tartufaia nel territorio di Polizzi Generosa, in provincia di Palermo (Vi ha collaborato la società cooperativa Buontempo- Le due Sicilie), dove sono state messe a dimora piantine micorrizate con i tartufi di maggior pregio (anche melanosporum).

Non ti so dire se sia mai entrata in produzione. Informazioni più precise le puoi richiedere a Venturella Giuseppe, che ha curato questo progetto, dell'Università degli studi di Palermo, dipartimento scienze botaniche g.vent@unipa.it

Da ultimo. Se vuoi un consiglio: eviterei l'errore che fanno in molti e che mi pare (stai o stavi facendo anche tu) cioè rivolgersi ad un vivaio ed affidarsi ad un loro tecnico per farrti dire se il tuo terreno è vocato alla tartuficoltura. Loro, certamente, pur di venderti le piantine, ti diranno che lo è.
E' come andare a comprare dei mobili per arredare casa e poi dare carta bianca all'arredatore del mobilificio: stai tranquillo che ti riempie la casa di mobili inutili. Ho reso l'idea?
Quindi, affidarsi ad un tecnico va bene ma, sempre questi, oltre che capace, non abbia nessun conflitto d'interessi con qualsivoglia vivaio...ciao G.R.


04/12/2012, 21:25
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Voto in pieno! ;) dimenticavo...se volete un tecnico gratis...eccomi..... :lol:

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04/12/2012, 22:01
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Tarty81 ha scritto:
Giovanni se ci conosciamo meglio vedrai che su tante cose la pensiamo uguale....essere d accordo con me non è una bestemmia anche se in alcuni casi la pensiamo differentemente....ancora adesso con la natura non puoi militarizzare i metodi...perche ci sono tartuficoltori che vanno leggermente contro le abituali regole raccogliendo un bel prodotto...però piu o meno la buona tartuficoltura e a senso unico..ei consigliato.....


NON sono d'accordo ;-)
la tartuficoltura è iniziata in Francia all'inizio del 1800 e da allora ne sono stati fatti di passi in avanti specie negli ultimi dieci/quindici anni. Molti aspetti sono ancora sconosciuti (ecco qui allora che hanno largo spazio trafficoni, leggende e pseudo-tartufai e tartuficoltori di ogni genere) mentre altri sono ormai certi e da questi non si può prescindere.
Di certo i fondamentali per una tartuficoltura che voglia definirsi tale sono 3:
1) Terreno vocato
2) pianta micorrizata
3) cure colturali

se si omette uno di questi tre elementi (il più omesso tra tutti i tartuficoltori che ho avuto occasione di conoscere
è l'ultimo: molti ancora pensano che basti piantare una pianta micorrizata ed aspettare fino a quando il cane comincerà a raspare per trovare il primo tartufo) si va dritti verso l'insuccesso.
Quindi in tartuficoltura allo stato attuale ci sono pratiche certe e consolidate (quelle che tarty chiama militarizzazioni) risultato di anni di studi e di sperimentazioni e ci sono improvvisazioni, tutto quel sottobosco del "sentito dire" e del "quello fa così e trova i tartufi allora lo faccio anch'io" ecc. Improvvisare andare contro le regole e raccogliere un buon prodotto non vuol dire che si ha raggiunto il massimo. Chi ti dice che se quegli stessi tartuficoltori seguissero le regole non potrebbero avere risultati ancora migliori? E' come quando io dico che poto le piante della mia tartufaia ed altri tartuficoltori sostengono che le loro piante non le hanno mai toccate perchè la quercia tal dei tali in natura ha sempre dato i tartufi e non l'ha mai potata nessuno. Beh, chi dice che quella quercia che produce 3kg di tartufo all'anno non ne potrebbe produrre 6 o 7?

Detto questo non sono d'accordo neanche sul fatto che il sesto ottimale sia il 5x3. Innanzitutto ogni tartufo ha delle esigenze particolari e di certo il melanosporum necessita, per il suo bisogno di sole invernale, di sesti più ampi (da noi si usa molto il 5x5 ma io ho visto sesti in Francia anche di 10x12) mentre altre specie che prediligono un ombreggiamento maggiore necessitano di sesti molto più stretti vedi tuber magnatum, uncinato, brumale o macrosporum. Poi, all'interno di una stessa specie incidono anche altri fattori quali l'esposizione, la pendenza, la giacitura ecc. Quindi, in fatto di sesti, non si può "militarizzare" davvero.

Se il sesto 5x3 fa sorgere molti dubbi (5x3 non fa 550 piante bensì 666 piantine ad ettaro, fai bene i conti) quello proposto a Pupino 3x3 è veramente impresentabile ( 3x3 fanno 1111 piantine ad ettaro)...non ci si potrà passare neanche a piedi, figuriamoci con un mezzo per tagliare l'erba o per fare altri lavori...e la differenza per uno che ti deve vendere le piantine c'è eccome perchè, se il sesto canonico di 5x5, dà 400 piantine ad ettaro (o al limite 5x4 che dà 500 piantine ad ettaro) con un sesto 3x3 ti appioppano più del doppio delle piantine necessarie.

da ultimo @redcif fare le buche con la trivella è altamente sconsigliabile in tartuficoltura perchè si costipa troppo il terreno del perimetro della buca creando un ostacolo alle radici ed al micelio.

Lezione terminata: una di queste volte vi mando il conto ! ;-)


04/12/2012, 22:46
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Giovanni quello che dici sono d accordo però hai scelto la strada piu semplice che un tartuficoltore puo fare quindi stai tranquillo......riguardo al sesto d impianto calcolando 5x3 per me continua a riportare 550 perche si conta tutto quello che un impianto di tubi per l irrigazione comporta.....e le recinzioni (perche io lo faccio tutti i giorni in pratica non matematicamente ) per seconda cosa ti dico...ma sicuramente saprai i margini degli appezzamenti sono sempre meno idonei...appena hai un po di tempo libero fai una prova ..fai dei carotaggi agli estremi e poi nel interno del terreno...sicuramente noterai che il meglio è sempre nel cuore del appezzamento quindi il centro....(detto questo gia ti farei risparmiare un po di soldini.).....a parte questa particolarità che a te non interessa perche forse non investi di tasca tua sicuramente ti voglio ricordare che un sesto 10x 12 (quindi in un ettaro ne metterai 4 piante ) sarà un bel investimento con 5oo piante faresti 70000 m2 ma con poca resa non pensi...? se te lo vendi forse guadagnerai di piu...o meglio se fosse come dici ne gioverebbero i tuoi figli con un inizio di produzione quando sarai nonno....sono propenso a un sesto 5x 3 per una buona colonizzazione micegliare per poi in un futuro aimè fare almeno di qualche pianta.....(sono sempre propenso a fare quel che si può secondo le proprie tasche senza prendere incentivi senno tutto questo non si potrebbe fare... per legge con tanti altri punti a sfavore....) ma difficilmente succede se calcoli bene l esposizione e i raggi solari come si eseguono per le vigne e con delle buone potature....che non sono quelle che si fanno a una prugne! Magari lo potrei insegnare pagherei io il conto....e come disse un amico....tra il dire e il fare c è di mezzo il mare...! :lol: Tarty tubero81

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05/12/2012, 3:11
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Dimenticavo Giovanni Riguardo al buco con la trivella non è altamente sconsigliabile non esiste proprio che la cosa e diversa... :lol: come dire che per piantare un ciliegio prendo il caterpilar!!! :lol: :lol: :lol:

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05/12/2012, 3:16
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grazie per il tempo che mi dedicate,potreste dirmi l'era geologica ed in genere i valori che il terreno dovrebbe avere?magari potrei far analizzare il terreno in privato per evitare fregature.......


06/12/2012, 11:36
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salvo82 ha scritto:
grazie per il tempo che mi dedicate,potreste dirmi l'era geologica ed in genere i valori che il terreno dovrebbe avere?magari potrei far analizzare il terreno in privato per evitare fregature.......


Le caratteristiche fisiche e chimiche dei terreni in cui si sviluppano i tartufi variano a seconda della specie. Il melanosporum ad esempio si forma sui calcari dell'era mesozoica o secondaria, in particolare del Lias, del giura o del cretaceo. Il magnatum invece predilige terreni derivanti da rocce del'era terziaria (cenozoica), del miocene ed, in maniera più ridotta, dell'eocene, dell'era quaternaria (neozoica), del pleistocene e dell'olocene.

Molto in generale un terreno adatto ai tartufi deve essere calcareo e basico (PH maggiore di 7). Con una analisi è utile andare a ricercare:
Scheletro
Sabbia grossa, fine e totale
Limo grosso, fine e totale
Argilla
Umidità igroscopica
Tessitura
Reazione ph
Calcare totale
calcare attivo

se poi posterai i risultati qualcuno ti saprà dire qualcosa!


09/12/2012, 0:41
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