Tarty81 ha scritto:
Giovanni se ci conosciamo meglio vedrai che su tante cose la pensiamo uguale....essere d accordo con me non è una bestemmia anche se in alcuni casi la pensiamo differentemente....ancora adesso con la natura non puoi militarizzare i metodi...perche ci sono tartuficoltori che vanno leggermente contro le abituali regole raccogliendo un bel prodotto...però piu o meno la buona tartuficoltura e a senso unico..ei consigliato.....
NON sono d'accordo
la tartuficoltura è iniziata in Francia all'inizio del 1800 e da allora ne sono stati fatti di passi in avanti specie negli ultimi dieci/quindici anni. Molti aspetti sono ancora sconosciuti (ecco qui allora che hanno largo spazio trafficoni, leggende e pseudo-tartufai e tartuficoltori di ogni genere) mentre altri sono ormai certi e da questi non si può prescindere.
Di certo i fondamentali per una tartuficoltura che voglia definirsi tale sono 3:
1) Terreno vocato
2) pianta micorrizata
3) cure colturali
se si omette uno di questi tre elementi (il più omesso tra tutti i tartuficoltori che ho avuto occasione di conoscere
è l'ultimo: molti ancora pensano che basti piantare una pianta micorrizata ed aspettare fino a quando il cane comincerà a raspare per trovare il primo tartufo) si va dritti verso l'insuccesso.
Quindi in tartuficoltura allo stato attuale ci sono pratiche certe e consolidate (quelle che tarty chiama militarizzazioni) risultato di anni di studi e di sperimentazioni e ci sono improvvisazioni, tutto quel sottobosco del "sentito dire" e del "quello fa così e trova i tartufi allora lo faccio anch'io" ecc. Improvvisare andare contro le regole e raccogliere un buon prodotto non vuol dire che si ha raggiunto il massimo. Chi ti dice che se quegli stessi tartuficoltori seguissero le regole non potrebbero avere risultati ancora migliori? E' come quando io dico che poto le piante della mia tartufaia ed altri tartuficoltori sostengono che le loro piante non le hanno mai toccate perchè la quercia tal dei tali in natura ha sempre dato i tartufi e non l'ha mai potata nessuno. Beh, chi dice che quella quercia che produce 3kg di tartufo all'anno non ne potrebbe produrre 6 o 7?
Detto questo non sono d'accordo neanche sul fatto che il sesto ottimale sia il 5x3. Innanzitutto ogni tartufo ha delle esigenze particolari e di certo il melanosporum necessita, per il suo bisogno di sole invernale, di sesti più ampi (da noi si usa molto il 5x5 ma io ho visto sesti in Francia anche di 10x12) mentre altre specie che prediligono un ombreggiamento maggiore necessitano di sesti molto più stretti vedi tuber magnatum, uncinato, brumale o macrosporum. Poi, all'interno di una stessa specie incidono anche altri fattori quali l'esposizione, la pendenza, la giacitura ecc. Quindi, in fatto di sesti, non si può "militarizzare" davvero.
Se il sesto 5x3 fa sorgere molti dubbi (5x3 non fa 550 piante bensì 666 piantine ad ettaro, fai bene i conti) quello proposto a Pupino 3x3 è veramente impresentabile ( 3x3 fanno 1111 piantine ad ettaro)...non ci si potrà passare neanche a piedi, figuriamoci con un mezzo per tagliare l'erba o per fare altri lavori...e la differenza per uno che ti deve vendere le piantine c'è eccome perchè, se il sesto canonico di 5x5, dà 400 piantine ad ettaro (o al limite 5x4 che dà 500 piantine ad ettaro) con un sesto 3x3 ti appioppano più del doppio delle piantine necessarie.
da ultimo @redcif fare le buche con la trivella è altamente sconsigliabile in tartuficoltura perchè si costipa troppo il terreno del perimetro della buca creando un ostacolo alle radici ed al micelio.
Lezione terminata: una di queste volte vi mando il conto !