Nel Centro Italia ce ne sono molti, li trovo prevalentemente nei terreni incolti (nei pressi di querce) e ai margini delle maggesi, nel periodo tra luglio e i primi di settembre.
Il nome botanico è Pisolithus arhizus.
Non è un tartufo, ma un fungo ed è commestibile (non eccellente, ma discreto), ovviamente gli esemplari giovani e compatti, prima che diventino del tutto polverosi e secchi.
Pulendoli se ne ritaglia il cuore, la parte centrale.
Noi li mangiamo a pezzetti con un "finto sugo", ma sono buoni anche fritti, impanati con pane.
Buona raccolta!
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