22/12/2011, 19:55
mi trovi in disaccordo: il terreno è il risultato delle numerose attività chimiche, fisiche e microbiologiche che avvengono negli anni. la formazione di humus derivante può anche essere una reazione acida, ma una delle principali azioni della sostanza organica è di fare da tampone del pH, quindi ok che acidifica, ma analisi e prove attestano che nn è così facile alterare il pH di un terreno.. se fosse così facile acidificare quanti suoli calcarei e sodici si sarebbero già corretti, no?
avete molti terreni calcarei li?
saluti dalla troppo varia lombardia!
22/12/2011, 23:28
Scolasticamente si considera che il ph ottimale per lo sviluppo dei tartufi vari da 7 a 7,6. Il tartufo, cioè, si allontana - e parecchio - dalla regola che vede favoriti i funghi su substrati acidi. Vedi Florenzano "Fondamenti di microbiologia del terreno".
Oltretutto si sviluppa naturalmente su terreni lisciviati, quindi assai poveri di azoto, mentre in realtà ne ha un notevole bisogno. Una contraddizione in termini, quasi un ossimoro. Ritengo che la compensazione avvenga con una "simbiosi a più mani", fra pianta ospite, Tartufo, ed alcune specie di batteri, come ad esempio Rizhobium o Pseudomonas, assai attive come azoto-fissatrici. Solo a supporto di quanto appena detto, riporto il rapporto Carbonio/Azoto che, mentre nei funghi varia normalmente fra 8.5 e 12.5, nel materiale organico del sottobosco può arrivare anche a 300, quindi parecchie volte in più, determinando una carenza di azoto che rende assai difficile la degradazione della lignina e della cellulosa.
La lettiera, a prescindere dal suolo sottostante, può arrivare ad avere ph pari a 3,5, quindi ben al di sotto dell'optimum di sviluppo del tartufo. A questo si aggiunga che l'orizzonte del suolo in cui può aver luogo la micorriza del tartuto non va oltre i 30 cm poiché normalemte al di sotto di tale livello entrano in gioco processi di anaerobiosi che non sono a lui favorevoli. Si rileva che, con una lettiera soprastante, il ph del terreno risulta alterato per svariate diecine di centimetri.
Questa la teoria. Poi c'è la pratica, che conferma quanto sopra: delle molte tartufaie esistanti, ce ne sono pochissime nel 'terriccio'.
Da noi molti terreno sono calcarei, ma non tutti; per esempio Miocene e Pliocene lacustre sono caratterizzati da ph acido e micropori troppo piccoli per lo sviluppo del tartufo....In essi, nei tempi passati, vi erano miniere di carbone vegetale, sicuramente originato da torbiere interrate, quindi caratterizzate da ph assai acido.
Un saluto da terra toscana.