Buongiorno. In effetti il titolo del messaggio concentra una serie di domande per le quali non basterebbe un libro... Cercherò di essere sintetico...E chiaro... Sono imprenditore, socio di una azienda che si occupa di informatica. Quindi pago INPS, IRPEF e tutte le tasse necessarie. Già da qualche anno la mia attenzione verso i finanziamenti in agricoltura mi fanno riempire la testa di progetti e domande. Domande rivolte anche al commercialista, il quale con poche parole mi ha fatto capire di lasciare stare... Chiedo a voi, magari trovo una possibile soluzione. Mi piacerebbe comprare un terreno agricolo, il mio progetto prevederebbe la relizzazione di una tartufaia di circa un ettaro(il terreno è costoso, circa 50.000€). Chiedendo un finanziamento, per esempio di primo insediamento in agricoltura(uno dei pochi che finanzia l'acquisto del terreno), mi richiedono per gli anni a seguire una produzione che io con la tartufaia so già di non poter avere per 10 anni! Considerato il fatto che se non sei IAP o CD non puoi richiedere il finanziamento e non solo, pagherei una tassazione sul terreno da far rabbrividire! Però al tempo stesso il mio progetto che non mi permette produzione nell'immediato, tra 20 anni, con ristorante e servizi che ruotano attorno al tartufo e al mio bel paesino potrebbe essere un progettoONE! Ora le doamande: 1) Se apro una partita iva come IAP, ma la mia azienda non produce nulla, quale sarà la tassazione minima verso cui vado incontro? 2) Quanto inciderà sul mio reddito? 3) Potrei presentare un progetto di rimboschimento di terreno agricolo, potrebbero pagare una parte dell'investimento, non ricordo quanto offeono per ogni pianta, ma sarebbe comunque un aiuto. 4) Mettiamo caso decidessi di fare il colpo di testa, apro la PIVA, chiedo a ISMEA o BANCAVERDE un prestito e compro il terreno. Con la mia doppia attività(che poi doppia non è...), rischio solo di pagare tasse senza motivo. O no? 5) Gradirei il vostro aiuto, esperienza ma anche consigli, tutto fa brodo.
Purtroppo ci troviamo a combattere contro un sistema che è stato "di larga mano" per anni e che per questo è stato azzannato dagli speculatori. Io che sono il tipo di persona che, se mi finanziano 1000€ ne spendo 2000, mi trovo a dover slalomeggiare tra i cavilli burocratici... Dalle mie parti hanno aperto per anni fungaie finanziate con i PSR, spendendo un quarto di quanto dovevano davanti gli occhi di tutti...Con il risultato ovvio che il rubinetto è stato chiuso...
PS:ovviamente, tutto quanto raccontato è solo un progetto che vive nella mia testa, oltre a non avere le idee chiare a livello burocratico-finanziario, mancherebbero tutte le analisi del terreno che comunque farei fare prima di iniziare.
Grazie a tutti e scusate il dilungamento. Best regards. Alessandro.
Ciao AlexPi, provo a rispondere brevemente alle prime cose: avendo già un'attività lavorativa non credo tu riusciresti a rispettare 2 delle 3 condizioni fondamentali per essere IAP e cioè almeno 50% di reddito complessivo e tempo di lavoro devono derivare da attività agricola (25% nelle zone svantaggiate); inoltre, l'estensione di terreno che vuoi acquistare credo sia troppo ridotta (anche per la richiesta di finanziamento - credo tu intendessi i PSR-). Per l'acquisto di terreni tramite ISMEA, ad esempio, devi proporre terreni per un valore minimo di € 180.000,00 (prima era addirittura di € 300.000,00); sotto quella cifra non ti finanziano. Cmq, invece che al tuo commercialista, potresti rivolgerti ad un centro di assistenza agricola, per info più dettagliate sulla possibilità di iscrizione come IAP (Imprenditore Agricolo Professionale).
Apprendo ha scritto:Ciao AlexPi, provo a rispondere brevemente alle prime cose: avendo già un'attività lavorativa non credo tu riusciresti a rispettare 2 delle 3 condizioni fondamentali per essere IAP e cioè almeno 50% di reddito complessivo e tempo di lavoro devono derivare da attività agricola (25% nelle zone svantaggiate); inoltre, l'estensione di terreno che vuoi acquistare credo sia troppo ridotta (anche per la richiesta di finanziamento - credo tu intendessi i PSR-). Per l'acquisto di terreni tramite ISMEA, ad esempio, devi proporre terreni per un valore minimo di € 180.000,00 (prima era addirittura di € 300.000,00); sotto quella cifra non ti finanziano. Cmq, invece che al tuo commercialista, potresti rivolgerti ad un centro di assistenza agricola, per info più dettagliate sulla possibilità di iscrizione come IAP (Imprenditore Agricolo Professionale).
Saluti
Apprendo ti ha risposto egregiamente. Una soluzione potrebbe essere creare una s.a.s. con qualcuno che già sia IAP.
Grazie per le vostre risposte, se non altro, inizio ad escludere le cose non fattibili... Interessante l'eventuale SAS, anche se ho un po' di paura ad associarmi con qualcuno che non sia mio fratello o mio padre o comunque uno di famiglia...So anche che è un mio grosso limite, purtroppo. Leggevo anche di "piccolo imprenditore agricolo"...Potrebbe centrare qualcosa? Mio padre è in pensione da un paio d'anni(62 di età), se chiedessi a lui di aprire PIVA come IAP, potrebbe godere di agevolazioni per l'età, potrebbe essere una mossa utile oppure finirei per infossare quattrini per lui(perchè comunque dovrei occuparmi io di tutto, tasse ed altro, ma anche eventuale formazione)? Dovrebbe riprendere a pagare l'INPS(che dopo averlo pagato per 35 anni romperebbe non poco...)? E poi, giusto per sfogo, se io volessi una tartufaia, e volessi diventare IAP, come posso dimostrare di percepire il 50% di reddito da una azienda per per 10 anni andrà comunque in perdita? Dovrei abbinare dell'altro?
Prego. Se tuo padre è disposto, potrebbe essere un'idea graziosa. Chiaramente bisognerebbe riprendere a versare i contributi INPS... I miei cugini hanno fatto così, però il loro papà era da sempre un agricoltore! Meglio domandare a Coldiretti, Cia, o Confagricoltori. A mio modesto parere per te è impossibile diventare IAP mantenendo il tuo lavoro attuale. Un mio amico le ha pensate tutte per beneficiare delle particolari condizioni fiscali riservate all'agricoltura; e alla fine è pervenuto alla soluzione di una sas, dedita alla produzione di pomodori da tavola, per cui sono sufficienti due terzi di ettaro per rientrare a sufficienza nelle tabelle ettaro coltura. L'unico modo per dimostrare di percepire il 50 % del reddito da un'Azienda che IN REALTA' è in perdita sarebbe quello di "gonfiare" le fatture con la compiacenza di qualcuno (p.e. un altro agricoltore che finge di ritirarti il prodotto a un prezzo di favore per rivenderlo a prezzo di mercato) e pagandogli l'imposta IVA (10 %) che di solito è rimborsata in parte ai contadini ( il rimborso sarebbe la sua provvigione); ma 1. è una via illecita per quanto ne abbia sentiti vari esempi concreti 2. ti costa nei termini dell'IVA. Importante: ho sentito che non tutti i contratti collettivi consentono a un'attività agricola extra come IAP e CD, controlla il tuo (se sei dipendente).
Lasciamo perdere il "lato oscuro della fatturazione", sono dell'idea che un imprenditore è grande anche quando riesce a pagare tutto quello che gli tocca da pagare... Certo un po' mi rode dividere con lo stato il 43% e più dei miei guadagni...Ma lasciamo perdere...
Quindi devo tornare a chiedere aiuto a mio padre, questo è il consiglio? Vedrò come posso giocarmi bene questa carta...
Ora il discorso è che vorrei fare le cose come Dio comanda. Nel caso in cui decida, pur andando incontro a tasse importanti, di aprire una PIVA come IAP(sono socio lavoratore della mia SNC e quindi posso modulare le ore di lavoro), chiedo il PSR come primo insediamento in agricoltura con il progetto di una tartufaia... Come posso far provenire il mio 50% di reddito da una tartufaia che per 10 anni non produrrà nulla? Non è un contro senso?
Oggi, parlando con un ragazzo che nel 2006 entrò in graduatoria per la misura di primo insediamento e che già allora aveva una PIVA come avvocato, mi ha detto che l'INPS non andrebbe pagato due volte.
Non solo, secondo lui, se l'azienda nei 5 anni dopo l'insediamento risultasse in perdita(come è prevedibile per la tartufaia...), io non dovrei pagare niente...
Non dovresti pagare cosa? Potresti specificare? Probabilmente l'avvocato aveva le caratteristiche di tempo e reddito necessarie per acquisire la qualifica di IAP per cui l'attività agricola evidentemente risultava prevalente rispetto a quella professionale. Per quanto riguarda la contribuzione credo che comunque sia tenuto a versare i contributi all'INPS come IAP (anche se versa già i contributi alla Cassa degli avvocati), ma per quest'ultima cosa ti consiglio di chiedere conferma perché è semplicemente una mia convinzione. La questione del risultare in perdita a cosa si riferisce?
Apprendo ha scritto:Non dovresti pagare cosa? Potresti specificare?
L'avvocato parlava di INPS. Mi ha detto che lui pagando alla cassa degli avvocati, non ha dovuto pagare null'altro a livello contributivo.
Probabilmente l'avvocato aveva le caratteristiche di tempo e reddito necessarie per acquisire la qualifica di IAP per cui l'attività agricola evidentemente risultava prevalente rispetto a quella professionale. Per quanto riguarda la contribuzione credo che comunque sia tenuto a versare i contributi all'INPS come IAP (anche se versa già i contributi alla Cassa degli avvocati), ma per quest'ultima cosa ti consiglio di chiedere conferma perché è semplicemente una mia convinzione.
Per quanto riguarda il tempo, io posso dichiarare che il 50% del mio tempo lavorativo lo dedico alla campagna e al terreno...Posso benissimo dire per 50 ore alla settimana vado in campagna(sono libero professionista, socio lavoratore di una snc), chi può dimostrare che non è così? A livello di reddito, la cosa è diversa, tanto dichiari e tanto paghi ti irpef ecc,ecc.
La questione del risultare in perdita a cosa si riferisce?
Si riferisce semplicemente al fatto che un'azienda agricola che ad esempio ha piantato alberi da legna, oppure una tartufaia(nel mio caso), è sicuro di non poter produrre nulla se non dopo 10 anni, anzi in questo lasso di tempo ci saranno solo da spendere soldi...
Per quanto riguarda il requisito del tempo, "quello dedicato alla eventuale attività extra-agricola deve essere ricavato dalle documentazioni relative a tale attività, prodotte dal soggetto interessato, o in altro modo ritenuto opportuno dall’Ufficio istruttore della richiesta di riconoscimento della qualifica di IAP. In ogni caso il tempo dedicato all'attività extra agricola deve essere ricondotto al valore di 230 giornate lavorative che si assume come valore medio dell’impiego a tempo pieno nel settore extra agricolo. Pertanto, non può essere considerato Imprenditore Agricolo Professionale il soggetto che svolga attività lavorativa extra-agricola per un tempo superiore: - alle 115 giornate in un anno (metà di una unità lavorativa impiegata a tempo pieno) in zona non svantaggiata; - per un tempo superiore alle 172,5 giornate in un anno (tre quarti di una unità lavorativa impiegata a tempo pieno) in zona svantaggiata."
Ti ho riportato un breve estratto riguardante l'accertamento dei requisiti per l'iscrizione come IAP. Come faccia l'Ufficio istruttore a determinare, per un libero professionista, il requisito del tempo, questo non lo so. Poi, per quel che ho capito, ogni regione ha le sue modalità.