Marco ha scritto:
Esatto. Ma ovviamente l'azienda deve essere piccola.
Certo.
Infatti il senso della mia domanda era rivolto alla prospettiva di un I.A semplice ma in crescita, che abbia l'interesse ad uscire da quella condizione per entrare in quella di coltivatore diretto (ad esempio per poter controllare una società agricola o per accedere a certe misure), ma che contemporaneamente proviene (e conserva) un'altra attività che gli fornisce parte rilevante del reddito.
So che i "doppi lavori" sono visti come il diavolo in terra da tanti agricoltori a titolo prevalente, ma, oltre a non essere in generale radicalmente contrario a questo ostracismo (per una serie di motivi sui quali glisso) va detto che in questa situazione possono ricadere persone che in realtà fanno un'attività unica e integrata con l'agricoltura, occupandosi ad esempio di commercio, o di innovazione, meccanizzazione, oppure settore biomasse energetiche, oppure trasformazione di prodotti, etc, e che quindi hanno redditi formalmente variegati imputabili solo in parte alla partita iva agricola.
Oltre a chi (e sono molti) sta recuperando, riattivando e modernizzando un'attività agricola familiare, che altrimenti cesserebbe, proveniendo da un'altro impiego.