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Requisiti di Reddito e Prevalenza Coltivatori Diretti 
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Dopo varie discussioni su questo forum riguardo le distinzioni tra Imprenditore Agricolo (generico), Coltivatore Diretto e Imprenditore Agricolo Professionale (in sigle: IA, CD, IAP), mi rimangono ancora forti dubbi su alcuni dei requisiti/condizioni per la qualifica di Coltivatore Diretto.

Mi riferisco in particolare al requisito di lavoro prevalente (>50% del tempo) e del reddito prevalente (>50% del reddito), che sicuramente è un obbligo per l'IAP (a meno di zone svantaggiate!), ma per il coltivatore diretto?

Ho trovato diverse indicazioni contrastanti.
1) in questo forum spesso si dice che i requisiti siano valdidi anche per il coltivatore diretto, che quindi deve essere prevalentemente agricoltore
2) in una tabella pubblicata da un pdf esplicativo della Regione Piemonte, risulterebbe addirittura che la percentuale di reddito e lavoro di un coltivatore diretto debba essere il 100%, quindi egli deve essere ESCLUSIVAMENTE agricoltore
3) in rete ho trovato riferimento a giurisprudenza che negherebbe questo requisito, affermando che l'unica condizione che qualifica veramente il coltivatore diretto rispetto allo IAP è quello dell'uso di manodopera familiare (entro la nota percentuale minima dei 2/3) e delle giornate minime, mentre non ci sarebbe necessità che questo sia il lavoro prevalente / reddito prevalente, potendo quindi essere solo AGRICOLTORE come attività secondaria.

Che pensate? come stanno le cose?


27/02/2017, 18:21
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La questione non è semplice.
Per il CD dovrebbe esserci la prevalenza manuale fornito dal coltivatore per la conduzione dell'azienda. Cioè, la maggior parte del lavoro necessario alla coltivazione del fondo deve essere fornito dall'agricoltore e dalla sua famiglia.

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28/02/2017, 8:17
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Marco ha scritto:
La questione non è semplice.
Per il CD dovrebbe esserci la prevalenza manuale fornito dal coltivatore per la conduzione dell'azienda. Cioè, la maggior parte del lavoro necessario alla coltivazione del fondo deve essere fornito dall'agricoltore e dalla sua famiglia.


Prevalenza del contributo lavorativo familiare sul totale necessario all'attività agricola, OK: ma non prevalenza del lavoro agricolo sulle altre attività lavorative del singolo!
Giusto?


28/02/2017, 11:51
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Esatto. Ma ovviamente l'azienda deve essere piccola.

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28/02/2017, 23:11
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Marco ha scritto:
Esatto. Ma ovviamente l'azienda deve essere piccola.


Certo.
Infatti il senso della mia domanda era rivolto alla prospettiva di un I.A semplice ma in crescita, che abbia l'interesse ad uscire da quella condizione per entrare in quella di coltivatore diretto (ad esempio per poter controllare una società agricola o per accedere a certe misure), ma che contemporaneamente proviene (e conserva) un'altra attività che gli fornisce parte rilevante del reddito.

So che i "doppi lavori" sono visti come il diavolo in terra da tanti agricoltori a titolo prevalente, ma, oltre a non essere in generale radicalmente contrario a questo ostracismo (per una serie di motivi sui quali glisso) va detto che in questa situazione possono ricadere persone che in realtà fanno un'attività unica e integrata con l'agricoltura, occupandosi ad esempio di commercio, o di innovazione, meccanizzazione, oppure settore biomasse energetiche, oppure trasformazione di prodotti, etc, e che quindi hanno redditi formalmente variegati imputabili solo in parte alla partita iva agricola.

Oltre a chi (e sono molti) sta recuperando, riattivando e modernizzando un'attività agricola familiare, che altrimenti cesserebbe, proveniendo da un'altro impiego.


01/03/2017, 18:12
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