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Olio di oliva in conto lavorazione per cosmetici... si può? 
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Ciao a tutti,
secondo voi un produttore di olio extravergine può appoggiarsi ad un laboratorio cosmetico al fine di realizzare e vendere (con il proprio marchio) saponi e creme realizzate con il proprio olio?
Secondo me sì, ma c'è chi mi dice che i cosmetici, dato l'alto numero degli "altri" ingredienti oltre all'olio extravergine, non è possibile farli passare con prodotti aziendali...

Voi come la pensate? Quali sono i limiti per un imprenditore agricolo per le lavorazioni conto terzi dei propri prodotti?

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Saluti,
Flavio.


06/10/2012, 23:42
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Direi di si, è come fare lavorare a terzi la propria frutta per produrre marmellate.

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14/10/2012, 10:58
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In teoria sì, ma in realtà non è proprio la stessa cosa... in una marmellata la stragrande maggioranza degli ingredienti sono effettivamente prodotti in azienda (frutta), mentre in una crema per il corpo anche se a base di olio extravergine ci sono molti altri ingredienti che non possono essere forniti dal produttore. E molte volte sono anche preponderanti rispetto all'olio....

A parte questo però non è detto che non possa passare come prodotto aziendale... mi interessava appunto capire quali fossero i limiti per tali lavorazioni.

Per fare un altro esempio, un imprenditore agricolo produttore di nocciole potrebbe farsi fare da un laboratorio esterno una crema spalmabile alle nocciole (da lui fornite in conto lavorazione) dove però quest'ultime siano solo il 20% degli ingredienti totali?

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Saluti,
Flavio.


15/10/2012, 0:34
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Credo che prodotti come i cosmetici non possano essere considerati prodotti agricoli. Sulla commercializzazione non saprei dirti di più di quanto già scritto.
Ciao,
Luca

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15/10/2012, 2:03
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M'inserisco in punta di piedi in questa "selva" di moderatori :lol:
Questa la mia personale esperienza.
Da anni con mia moglie stiamo valutando l'ipotesi di fare...o far fare del sapone con il nostro olio e con le nostre eventuali piante officinali.
La cosa non è molto semplice, e tramite commercialista e associazione di categoria abbiamo capito questo: con la partita iva di CD (che io ho) posso commissionare solo alcuni tipi di trasformazioni prettamente inerenti all'ambito agro-alimentare, e prodotto deve ritornare nella mia azienda come "sfuso". Provvederò io all'invasettamento/imbottigliamento.
Questo per esempio vale per l'olio (che si porta al frantoio) oppure per il vino (che si può far lavorare consegnando l'uva ad una cantina che ti restituirà il vino sfuso), ma...
...ma in quest'ultimo caso non posso prendere direttamente il vino imbottigliato e rivenderlo, altrimenti mi ci vorrebbe una SECONDA PARTITA IVA che mi autorizzi a COMMERCIARE i prodotti alimentari.
Sarebbe come (e facci un'altro esempio) se vendessi i miei maiali ad un norcino, ricomprassi i prosciutti finiti e mi mettessi a venderli io: potrei farlo ma non come CD, dovrei in pratica divenire anche commerciante.
Stesso discorso per il sapone, che oltretutto NON è un prodotto agro-alimentare, ma un prodotto di derivazione (mi pare che all'associazione di categoria abbiano detto questo termine): dovrebbe essere necessaria una p.iva apposita per la commercializzazione.
Il discorso cambia se TU fai un laboratorio e te lo produci da te il sapone: lì la p.iva sarebbe di artigiano, e con quella potresti vendere il tuo prodotto.
In sintesi: IAP o CD producono materie prime e possono effettuare trasformazioni, purchè siano nel campo agro-alimentare ed effettuate in strutture idonee.
Con la nostra P.Iva possiamo comprare e rivendere prodotti finiti che hanno subito trasformazioni, solo se provvediamo noi al confezionamento ed etichettatura.
Con la nostra P.Iva non possiamo vendere prodotti derivati (continuo a nutrire perplessità dul significato effettivo di questa parola) come candele, saponi, oli essenziali etc.
Ripeto che questo è quello che mi è stato detto, ma naturalmente prendete con le molle le mie parole e vi consiglio di informarvi da un commercialista e/o presso la vostra associazione di categoria.
Ciao
Tosco


15/10/2012, 9:37
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La produzione di saponi destinati all'igiene personale (altro discorso se vengono venduti a fini decorativi) mi risulta sia particolarmente complessa dal punto di vista normativo. Pertanto è meglio farseli produrre all'esterno.
Su alcune cose non sono daccordo con quanto scritto da Tosco. Per esempio, molte aziende agricole fanno lavorare le olive e confezionare l'olio. Altre fanno produrre marmellate da laboratori esterni e i vasetti vengono commercializzati in azienda.

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15/10/2012, 10:33
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Quello a cui si riferisce Tosco vale per i prodotti esterni, quindi non prodotti direttamente in azienda (ma che rientrano sempre nel proprio comparto produttivo, quindi l'acquisto di mele da parte di un frutticoltore o di olive da parte di un olivicoltore).
Se sono prodotti in azienda non c'è l'obbligo di un ulteriore manipolazione a livello aziendale dato che già derivano dall'attività di coltivazione.

Tornando ai cosmetici sicuramente non rientrano fra i prodotti agricoli (almeno ad oggi); è infatti recente l'aggiornamento della lista con l'aggiunta di pane, birra ed altre "new entry". Non mi risulta, ad oggi, che sia un prodotto agricolo neanche la pasta per esempio.

A mio avviso modifiche di tali entità rientrano pienamente nell'ottica di un "imprenditore agricolo 2.0" , dato che è questo quello che ci viene richiesto. Purtroppo la visione dell'attività agricola vecchio stampo, dove si riusciva a vivere seminando grano, orzo, mais ed allevando qualche coniglio non è più attuabile. E' richiesta innovazione, spirito d'impresa, nozioni di marketing e non per ultimo la possibilità di spaziare ed andare oltre la produzione agricola diretta. E' chiaro che debbano comunque essere rispettati i valori principali, cioè la coltivazione del fondo e la produzione; quello che andrebbe esteso sono i derivati dei prodotti di coltivazione, che ad oggi sono ancora troppo limitanti.

A parte tutto ciò, con l'attuale normativa sarebbe possibile la produzione di cosmetici - con diversa tassazione, dato che non rientrano fra i prodotti agricoli - derivati dai propri prodotti aziendali? Chiaramente non si pretende di realizzare e commercializzare cosmetici che non c'entrano niente con il mondo agricolo, ma di destinare parte della propria produzione ad un settore che può essere interessante dal punto di vista commerciale.

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Saluti,
Flavio.


15/10/2012, 14:08
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Cita:
Per esempio, molte aziende agricole fanno lavorare le olive e confezionare l'olio.

Avevo omesso di dire che per l'olio è possibile.
Per le marmellate francamente a me è stato riferito in modo diverso, e mi è stato indicato che dovevo acquistare il materiale trasformato solo come sfuso, e poi confezionarlo io.
Idem per il vino.
Per i salumi dovrebbe valere quanto mi è stato indicato: vicino a me c'è un'azienda che ha riscontrato e affrontato tale problema.
Se sono prodotti in azienda non c'è l'obbligo di un ulteriore manipolazione a livello aziendale dato che già derivano dall'attività di coltivazione.
Questo punto credo sia fondamentale.
Ripeto che ho riportato quanto mi è stato riferito, anche se per prio IO nutro forti perplessità a tal riguardo.
Mi ero informato per la realizzazione degli oli essenziali (lavanda, rosmarino, etc) e mi è stato detto che dovevo avere un diploma (o laurea) di erborista per fare determinate lavorazioni...mentre per vendere la lavanda in sacchetti non avevo bisogno di null'altro che della qualifica di CD.
Avevo chiesto anche per la realizzazione in loco...o appoggiandomi a laboratorio specializzato...dell'olio per fare sapone, e mi era stato detto che mi sarei messo nella posizione di artigiano (nella prima ipotesi) o di commerciante (nella seconda), e che quindi avrei dovuto adeguare la mia P.Iva.
Ad oggi so questo, ma sono ben interessato alla discussione e ad eventuali opinioni diverse e contrastanti.
Ben vengano.
Ciao
Tosco


15/10/2012, 14:34
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Per i prodotti cosmetici bisogna tenere una contabilità IVA separata.

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04/11/2012, 14:07
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