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Latte: il Ministro è contrario a percorsi statalisti. E voi? 
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“Siamo assolutamente contrari alla proposta della Commissione di acquisire latte in polvere e burro: siamo di fronte ad un provvedimento statalista che dal punto di vista strutturale non aiuta né gli allevatori, né il settore lattiero a riprendersi da una situazione particolarmente difficile”.
Lo ha detto il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia, oggi a Bruxelles.
“Ho illustrato con la massima chiarezza ai colleghi di governo la proposta italiana, che si basa sull’idea che gli allevatori hanno diritto a sentirsi trattare come imprenditori. Ritengo che qualsiasi idea sia pensata per supportare davvero il settore, debba necessariamente allontanarsi dai percorsi statalisti fin qui tenuti e debba prendere in considerazione soluzioni strutturali”.
“Per questo – ha spiegato Zaia - abbiamo invitato i colleghi europei a immaginare che i 600 mln di euro che serviranno per ritirare il latte in polvere e il burro possano invece essere destinati ad accompagnare fuori dal mercato quelle aziende – migliaia in Europa – che già si trovano in situazioni marginali e che inevitabilmente, nel tempo, usciranno dal mercato”.
“Riteniamo – aggiunge il Ministro - che se questa ipotesi dovesse raccogliere consensi, potremmo quantificare in 2 mln di tonnellate all’anno la quantità di latte definitivamente tolta dal mercato e acquisita dai Governi, che potrebbero farne uso in futuro davanti a crisi di altra natura”.
“Non ci spaventa essere soli: sappiamo – conclude Zaia - di avere il consenso della stragrande maggioranza degli allevatori, certamente in Italia, quasi certamente anche in Francia e Germania”

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13/07/2009, 20:04
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“Siamo vicini ai produttori che oggi, a Strasburgo, manifestano per chiedere soluzioni concrete in grado di risollevare le sorti del mercato del latte. Capiamo le loro ragioni: occorrono interventi strutturali contro la crisi. La proposta della Commissione di acquisire latte in polvere e burro è un intervento statalista, una scelta che non aiuta né gli allevatori, né il settore lattiero”.
Lo ha detto il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia, commentando le proteste odierne dei produttori europei - giunti dall’Italia, dalla Francia, dal Belgio e dall’Olanda - e scesi in strada a Strasburgo, davanti alla sede del Parlamento europeo.
“L’Italia – ha spiegato Zaia – ha illustrato con la massima chiarezza ai colleghi di governo la sua proposta: destinare i 600 mln di euro che serviranno per ritirare il latte in polvere e il burro possano invece essere destinati ad accompagnare fuori dal mercato quelle aziende – migliaia in Europa – che già si trovano in situazioni marginali e che inevitabilmente, nel tempo, usciranno dal mercato. 2 mln di tonnellate all’anno di latte che verrebbero tolte dal mercato e acquisite dai Governi, che potrebbero farne uso in futuro davanti a crisi di altra natura”.
Comunicato Stampa del Ministro Zaia

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14/07/2009, 19:41
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Domani, giovedì 16 luglio, alle ore 11.00, presso la Sala Verde del Ministero (via XX Settembre, 20), il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia presenterà in una conferenza stampa i dettagli della proposta italiana per affrontare la crisi del mercato del latte in Europa.
L’Italia è l’unico Paese europeo ad aver espresso la propria contrarietà rispetto alla proposta della Commissione di acquistare latte in polvere e burro da ritirare dal mercato.
“Contro la crisi – ha detto il Ministro – occorrono interventi strutturali: spendere 600 milioni di euro per ritirare latte in polvere e burro non serve a risollevare le sorti del mercato lattiero né ad aiutare i produttori”.
“Sono al fianco degli allevatori europei – ha continuato Zaia – che in questi giorni stanno manifestando tutto il loro malcontento per una crisi che le autorità comunitarie non riescono ad affrontare in modo adeguato. Credo, invece, che la controproposta italiana possa dare le risposte che oggi i produttori europei chiedono con forza”.
Comunicato stampa Ministro Zaia

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15/07/2009, 17:38
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Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha presentato oggi presso il Ministero alla stampa internazionale e nazionale le principali linee di azione della proposta, già presentata in sede comunitaria, per superare la crisi del settore del latte che sta attraversando molti Paesi europei: un piano di abbandono del mercato per 600 milioni di euro che consentirà di eliminare il 2% della produzione del latte su base Ue.
“Oggi viviamo, a livello nazionale e internazionale, in particolar modo europeo – ha detto il Ministro – un momento di crisi del settore lattiero, e ci dobbiamo confrontare con la difficoltà di remunerare il latte sul mercato. Ma possiamo trarre profitto dalla crisi – come ci insegnano gli economisti – e approfittarne per attuare una profonda ristrutturazione del comparto, sia nel nostro Paese che a livello comunitario. Per questo lanciamo la nostra controproposta all’Unione europea: un piano di abbandono del settore per le aziende che si trovano già in condizioni produttive di marginalità.”
“I costi di produzione sono molto elevati, mentre il prezzo medio pagato ai nostri allevatori si aggira intorno ai 28-25 centesimi. Questo spiega la contrazione della produzione e dell’export, non solo del latte ma anche dei formaggi, con i nostri prodotti caseari di qualità in prima fila. Ma è un problema che riguarda l’Italia, come la Francia, la Germania, l’Austria, l’Olanda e tutti gli altri Paesi produttori. Non possiamo, però, chiedere ai nostri produttori di stravolgere i loro modelli produttivi e di adattarsi a prezzi di mercato non remunerativi.”
“Abbiamo elaborato – ha detto Zaia – una misura comunitaria che sia compatibile con gli aiuti agli agricoltori, ma che non si riduca a un intervento statalista, come quello immaginato dalla Commissione europea, che propone di usare 600 milioni di fondi europei per il 2009 e altrettanti per il 2010, quindi in tutto un miliardo e 200 milioni, per ritirare dal mercato latte in polvere e burro”.
“Abbiamo un ottimo rapporto con la commissaria Ue all’Agricoltura – ha precisato il Ministro –, ma in sede di Consiglio, lunedì scorso, non ce la siamo sentita di avallare la proposta sul tavolo. Così ci siamo ritrovati uno – l’Italia – contro 26. Noi però non ci diamo per vinti: continueremo a proporre il nostro piano nelle sedi successive, perché siamo convinti che quello di cui ha bisogno oggi non solo l’Italia, ma tutti i Paesi europei è un vero e proprio business plan imprenditoriale che utilizzi quei fondi per accompagnare fuori dal mercato quelle aziende che sarebbero comunque destinate a chiudere. I dati a nostra disposizione ci dicono che in Europa c’è un’altissima percentuale di aziende, l’80%, con meno di venti capi. Addirittura in Romania vi sono oltre 1 milione di stalle costituite da un solo capo, e non molto diversa è la situazione in Polonia. È ovvio che simili realtà sono destinate a scomparire. Basti pensare che dal 1998 ad oggi in Italia hanno chiuso 138 mila piccole aziende”.
“Abbiamo l’occasione di togliere dal mercato 3 milioni di tonnellate di latte per ciascuna annualità, quindi in tutto il 4%, pagando gli allevatori circa 20 centesimi per ogni litro di quota; in tal modo realizzeremmo anche una crescita della dimensione media delle aziende. In un momento di contrazione come questo, sono convinto che moltissimi piccoli produttori sarebbero ben felici di adottare questa soluzione, vendendo la quota all’Ue per il tramite degli Stati nazionali, piuttosto che aspettare una chiusura che arriverebbe comunque. Proprio la crisi, con i prezzi così ridotti, ci offre l’opportunità di operare questa profonda ristrutturazione: è quindi un’occasione da non perdere per rilanciare il settore in modo duraturo e lungimirante”.
“Voglio precisare che il nostro non è un piano né contro i piccolissimi produttori né contro le agro-industrie. In Italia, le industrie di trasformazione sono dalla nostra parte, perché sanno che comprare un tot di latte in polvere e di burro non è una soluzione che può funzionare nel lungo periodo, ma è solo un modo per tappare i buchi nell’immediato. Del resto, non è vero neanche che contribuirebbe a far risalire i prezzi di mercato.”
“Poiché siamo convinti di essere sulla strada giusta, già da qualche giorno abbiamo attivato presso il Ministero un tavolo di filiera per raggiungere un accordo in merito al prezzo del latte, ovviamente fatte salve le salvaguardie per tutti i segmenti produttivi.”
“È un momento di grave difficoltà, non possiamo negarlo”, ha concluso Zaia. “Ma il Ministro è dalla parte degli agricoltori e degli allevatori, e se ci sarà bisogno rimarrà al loro fianco in ogni fase della crisi, per affrontarla insieme a loro”.
Ufficio stampa Ministro Zaia

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16/07/2009, 17:48
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''Il nostro impegno a difesa dei consumatori e a tutela della trasparenza continua: giovedì prossimo presenterò un decreto - che verrà poi proposto in sede comunitaria - per estendere anche al latte l'etichettatura d’origine obbligatoria. Se riusciremo a far passare la nostra linea in Europa, come abbiamo già fatto per l’olio vergine ed extravergine, ciò significherà che i consumatori potranno finalmente conoscere con esattezza la provenienza del latte, compreso quello a lunga conservazione, molto spesso di origine straniera”.
Lo ha annunciato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia che oggi - insieme a migliaia di allevatori - era presente al valico del Brennero, dove Coldiretti ha organizzato una grande mobilitazione.
“Abbiamo in discussione in Parlamento un provvedimento per l’etichettatura d’origine di tutti i prodotti alimentari, ma oggi dobbiamo impegnarci soprattutto sul fronte del latte, che sta diventando un simbolo della necessità di maggiore trasparenza, soprattutto in Italia: nel nostro Paese – ha ricordato il Ministro – a fronte di consegne e vendite dirette per 11 mln di tonnellate di latte, abbiamo 8 milioni di tonnellate di importazioni, fra latte e derivati”. “Conoscere l’origine di prodotti che arrivano dall’estero in quantità così elevate non è un elemento trascurabile – ha aggiunto Zaia - ed è per questo che fra 2 giorni presenterò il decreto che prevede l’etichettatura trasparente per il latte alimentare e per i suoi derivati”.
Il Ministro è poi tornato sulla proposta che l'Italia ha presentato in sede comunitaria per superare la crisi del settore lattiero: un piano di abbandono del mercato per 600 milioni di euro che consentirà di eliminare il 2% della produzione del latte su base Ue.
“Oggi, soprattutto in Europa – ha ricordato Zaia - viviamo un momento di crisi del comparto, e dobbiamo confrontarci con la difficoltà di remunerare il latte sul mercato. Ma possiamo approfittare della crisi per attuare una profonda ristrutturazione del settore, sia nel nostro Paese, sia a livello comunitario. Per questo lanciamo la nostra controproposta all’Unione europea: un piano di abbandono per le aziende che già si trovano in condizioni di marginalità.”
“I costi di produzione – sottolinea il Ministro - sono molto elevati, mentre il prezzo medio pagato ai nostri allevatori si aggira intorno ai 25-28 centesimi. Questo spiega la contrazione della produzione e dell’export, non solo del latte ma anche dei formaggi, con i nostri prodotti caseari di qualità in prima fila. Ma è un problema che riguarda l’Italia, come la Francia, la Germania, l’Austria, l’Olanda e tutti gli altri Paesi produttori”.
“Tuttavia – aggiunge il Ministro - non possiamo chiedere ai nostri allevatori di stravolgere i loro modelli produttivi e di adattarsi a prezzi di mercato non remunerativi.”
“La proposta italiana – ha detto Zaia – è compatibile con gli aiuti agli agricoltori, ma non è un intervento statalista come quello immaginato dalla Commissione europea, che propone di usare 600 milioni di fondi europei per il 2009 e altrettanti per il 2010, quindi in tutto 1mld e 200 milioni di euro, per ritirare dal mercato latte in polvere e burro”.
"L’Italia, e con essa tutti i Paesi europei, hanno bisogno di un vero e proprio business plan imprenditoriale che utilizzi quei fondi per accompagnare fuori dal mercato le aziende che sarebbero comunque destinate a chiudere. I dati a nostra disposizione ci dicono che in Europa c’è un’altissima percentuale di aziende, l’80%, con meno di 20 capi. Addirittura in Romania vi sono oltre 1 milione di stalle costituite da un solo capo. È ovvio che simili realtà siano destinate a scomparire”.

“Cogliamo allora l’occasione di togliere dal mercato 3 milioni di tonnellate di latte per ciascuna annualità, quindi in tutto il 4%, pagando gli allevatori circa 20 centesimi per ogni litro di quota; in tal modo realizzeremmo anche una crescita della dimensione media delle aziende. In un momento di contrazione come questo, sono convinto che moltissimi piccoli produttori sarebbero ben felici di adottare questa soluzione, vendendo la quota all’Ue per il tramite degli Stati nazionali, piuttosto che aspettare una chiusura che arriverebbe comunque. Proprio la crisi, con i prezzi così ridotti, ci offre l’opportunità di operare questa profonda ristrutturazione: è quindi un’occasione da non perdere – conclude il Ministro - per rilanciare il settore in modo duraturo”.
Ufficio del Portavoce del Ministro L. Zaia

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21/07/2009, 18:25
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