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Filiera corta 
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Vi segnalo un interessante articolo sulla Filiera corta scritto dalla dott.ssa Silvia Innocenti:
http://www.rivistadiagraria.org/riviste ... brica=2009
Marco

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19/06/2009, 17:43
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Dimenticavo...
Il pezzo è stato scritto dalla Dott.ssa Silvia Innocenti di Pisa
http://www.rivistadiagraria.org/riviste ... brica=2009
Marco

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21/06/2009, 15:23
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Per i produttori che seguono ... agraria.org ricordo che in questo momento una delle poche strade per vivere/sopravvivere è proprio quello della filiera corta, una possibilità che andrebbe ben capita e valorizzata, ma attenti bene che non piace a chi detiene il grande potere commerciale, da qui tante difficoltà ... saluti, Mario


22/06/2009, 8:45
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Mario, mi interessa il tuo punto di vista sulla filiera corta. Io, oltre ad alcuni vantaggi, vedo parecchi aspetti negativi, mi piacerebbe scambiare qualche opinione in merito.

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06/07/2009, 18:23
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Perchè non cominci ad esporne uno (intendo di aspetti negativi della filiera corta) ?
Marco

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06/07/2009, 18:29
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premetto che nel progetto "filiera corta" credo. Pero' al momento vedo diversi aspetti che non so bene come affrontare. Da qui la mia domanda, che non vuole essere provocatoria.
Comincio con alcuni aspetti negativi, beh per il consumatore, abituato bene dal supermercato, c'e' la difficolta' di approvvigionamento, il prodotto meno trattato e condizionato che risulta piu deperibile.
Per l'agricoltore una vendita al dettaglio, spesso una consegna porta a porta, la necessita di imballare e scontrinare molto piu che con il grossista.
Per esempio a me i Gas di zona chiedono la consegna ad una certa ora ,di un certo giorno, di dieci chili di ortaggi misti.e pretendono uno sconto rispetto al supermercato. Ora, se oltre a coltivare per una certa data senza fallo (che se no non trovo nessuno a ricevere la merce), devo imballare, e scontrinare (quindi contabilizzare) dieci kg di merce portati a 30 km dal campo, beh i miei rapanelli ultrabio mi sa che devo venderli a venti euro al kg.
Questo per cominciare.. che ne dite di provare a trovare soluzioni?

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06/07/2009, 22:00
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L’INIZIATIVA PROMOSSA DA “AGRIMERCATO”
FILIERA CORTA: A SESTO FIORENTINO IL “PRIMO” FARMER MARKET DI CAMPAGNA AMICA
INAUGURAZIONE VENERDI 10 LUGLIO


Tre appuntamenti con la “filiera corta” firmata da Campagna Amica.

Rapporto qualità-prezzo, tracciabilità, sicurezza alimentare ed eco sostenibilità: l’agricoltura si mette in campo e promuove il turismo.

Alessio Cammelli, Presidente Agrimercato di Firenze:

“Filiera corta sfida la crisi economica”.

Debutta a Sesto Fiorentino il primo farmer market firmato Campagna Amica. Nasce nel cuore del Consorzio Agrario di Firenze (in via dell’Osmannoro, 248 a Sesto Fiorentino), in uno luoghi simbolo dell’agricoltura toscana, il primo farmer market degli agricoltori promosso dall’associazione Agrimercato e da Coldiretti (www.firenze-prato.coldiretti.it). Tre in programma, per il momento, gli appuntamenti (apertura dalle 8 alle 12): venerdì 10, giorno di apertura, e il 17 e 24 luglio. Ma l’obiettivo è naturalmente quello di cadenzare, dopo la pausa estiva, con più frequenza l’apertura del mercato per “attrarre” turisti e appassionati. Finalmente arriva anche a Firenze un momento dedicato e privilegiato di incontro e vendita diretta con il pubblico. Coldiretti dice stop alle intermediazioni e moltiplicazione dei prezzi e mette “sul piatto” del consumatore finale la spesa di qualità al giusto prezzo (con la possibilità di risparmiare fino al 30%), tracciata, garantita dal punto di vista sanitario-alimentare ed ecosostenibile.

In vendita, all’interno dei locali del Consorzio, i prodotti tipici e tradizionali a “km zero”: dalla frutta e verdura di stagione freschissima e ancora bagnata dalla rugiada della prima mattina, dall’olio al vino, dalle confetture miste ai salumi, dolci tradizionali e tutti i prodotti agricoli locali. In poche parole tutto il patrimonio agroalimentare della Provincia di Firenze conosciuto e riconosciuto in tutta Italia. Non è finita qui. La prima del “Mercato” senza intermediari segna anche l’esordio della filiera corta legata agli allevamenti con la possibilità di acquistare carne fresca bovina, ovina e suina direttamente dai produttori. “Questa iniziativa – presenta il mercato il Presidente dell’Associazione Agrimercato di Firenze, Alessio Cammelli – è uno strumento per collocare direttamente sul mercato e presentare al consumatore finale i prodotti della filiera agricola. L’effetto della riduzione dei passaggi e delle intermediazioni con un rapporto più diretto tra agricoltori e consumatori garantirà maggiore efficienza per assicurare acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori in un momento di difficoltà economica. L’obiettivo è ridurre la forbice dei prezzi che oggi aumentano in media quasi cinque volte nel passaggio da campo alla tavola”.

Non è un caso la sua collocazione del mercato all’interno del Consorzio Agrario. “Enogastronomia e turismo: è questa l’altra sfida che vogliamo rilanciare. Il mercato della filiera corta – conclude Cammelli - può essere un ulteriore stimolo e strumento per far scoprire a turisti, appassionati, ma anche agli stessi abitanti del territorio, il patrimonio storico di un territorio unico. Gli appuntamenti per ora sono solo tre ma contiamo di programmare nuove date al più presto sperando anche nella risposta da parte del consumatore finale”.

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08/07/2009, 15:14
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Marco, scusa. Al di la' degli slogan, mi spieghi per favore dove sta la convenienza?
Il 30% di sconto rispetto a cosa? rispetto ad un supermercato? rispetto ad un negozio?
Di fatto il grossista ed il supermercato svolgono un compito,che fa lievitare il prezzo, ma che libera il coltivatore dall'impegno della gestione della vendita al dettaglio.
Se io coltivatore devo raccogliere all'alba per confezionare "fresco di rugiada",trasportare al consorzio, aprire la mia bancarella con il frigorifero, vendere,scontrinare, smaltire l'invenduto,contabilizzare vuole dire che devo aumentare la mia struttura per andare a coprire in concorrenza l'area ora occupata dal venditore. Tutto bene ma mi pare ci si tolga dal capestro della gdo per finire sotto al capestro del consorzio.
Ripeto, le mie osservazioni non sono contestazioni bensi dubbi. Credo nella idea di base ed ho strutturato una parte consistente ddella produzione per poter lavorare in filiera corta, Ora devo organizzare la parte amministrativa e commerciale e qualche dubbio, lo confesso, mi viene.
Grazie a chi vorra' discutere con me la questione.
Luigi

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08/07/2009, 19:47
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Ciao Luigi,
capisco perfettamente le tue motivazioni. In effetti la vendita diretta comporta un notevole dispendio di tempo (e il tempo, soprattutto per i piccolissimi produttori) è denaro. Se poi si deve pensare a portare pochi kg di prodotti a decine di km, spesso il gioco non vale la candela. Probabilmente c'è bisogno di una diversa organizzazione della propria struttura aziendale e, forse, un'associazione tra piccoli produttori. Più facile penso sia la vendita diretta in azienda, magari in orari stabiliti.
Voglio sentire altre tue osservazioni. L'argomento mi interessa molto e sono convinto che possa diventare un'opportunità per i piccoli agricoltori, se ben gestita.
Alla prossima,
Marco

P.S.
Tu dove hai l'azienda? Cosa produci?

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08/07/2009, 20:10
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Io ho l'azienda a circa 10 km da Asti. (www.castellantico.com)
E' una societa' agricola in start-up che sto usando(oltre che come coltivazione) soprattutto come laboratorio per lo sviluppo di tecnologie ad alta automazione e robotizzazione.
La produzione per il momento e' prevalentemente composta da legname, ma ho da poco impiantato un piccolo frutteto composta da poco piu di mille piante da frutta che entreranno presto in produzione.
Nell'autunno conto di piantarne altrettante in un nuovo impianto (sto preparando il terreno, spero di finire in tempo).
Ho anche preparato un paio di ettari di terreno che stiamo coltivando ad orto a pieno campo (non e' ancora a regime perche' il terreno era fermo da piu di 30 anni e la ripulitura/conversione e' tutt'altro che semplice).
Ho una buona quantita' di noccioli che al momento sono un po' trascurati, e delle vecchie vigne che sto espiantando per far posto a piante da frutta e noccioli. E' in corso di costruzione una grande serra ad elevata automazione ed una stalla per cavalli che dovra' essere il generatore di energia/calore per la serra.
Insomma si sta cercando di sviluppare in una attivita' che possa offrire prodotto vario e in modo continuativo.
Apparentemente l'ottimo per la filiera corta.
io sono partito dal principio che in filiera corta devi avere un prodotto da offrire in ogni giorno dell'anno, diversamente il cliente non puo venire fidelizzato e si perde.
Mi son presto scontrato con le difficolta' di progetto di un sistema in filiera corta.
La via dell'associazionismo mi pare poco pratica.. Abbiamo gia molti esempi, alcuni ben riusciti (la COOP per esempio),
Ma oggi la concorrenza con questi colossi ostacola e spegne i nuovi tentativi che non partano con capitali ingenti e visioni di dimensione europea.
In piu, l'associazionismo non mi difende dal rischio di cartello sui prezzi e non mi garantisce il prezzo remunerativo del prodotto,anzi...probabilmente e' vero al contrario (basta vedere cosa sta succedendo nella coricoltura).
Parliamoci chiaro, una coca cola costa alla produzione 30 centesimi e viene venduta al banco sui 3 euro..
Una scarpa firmata costa una decina di euro e viene venduta al negozio sui 100 euro.
Un chilo di gelato costa meno di due euro di materie prime ma confezionato in vaschetta va da 12 euro in su.
I costi veri sono concentrati soprattutto nel nodo dettagliante/consumatore finale.
Ora io posso pure dire, vendo in azienda.. pero' allora devo organizzare un punto vendita con cella frigo, strade di accesso carrozzabili,parcheggio, pese e cassa... allora oltre che contadino divento negoziante.
per esempio se io oggi avessi un minuscolo campetto coltivato in modo da produrre sui 200 kg di zucchini al giorno ultrabio ma di conseguenza anche ultradeperibili ..dovrei avere almeno 150 persone che giornalmente visitano la mia azienda e comprano il loro bravo chiletto di zucchine. Queste dovrebbero essere persone che arrivano dalla citta', che i miei vicini pure loro hanno le zucchine che escono dalle orecchie e sicuro non le comprano, quindi si fanno almeno venti km per venire e fare la spesa.
Per trascinare 150 persone davanti casa tutti i giorni o ci metto le pin up o regalo soldi alla pubblicita'..
Voglio dire sto facendo i conti ma i punti di incrocio,quelli davvero redditizi, per ora non sono riuscito a portarli nel punto che voglio raggiungere :).

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09/07/2009, 9:17
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