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Finanziamenti in agricoltura, come avviare un'attività agricola...
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Diventare coltivatore diretto

22/05/2020, 19:30

Buongiorno a tutti,

mi piacerebbe col mio compagno acquistare un piccolo terreno ad ulivi per iniziare a fare un po' di esperienza sulla produzione e vendita d'olio, accompagnata magari da qualche altro prodotto agricolo e perchè no alcune galline, visto che il panorama che leggo per l'olio non è affatto allettante...
Lavoriamo in modo occasionale e chissà che pian pianino la terra non possa offrirci i mezzi per vivere. Nella peggiore delle ipotesi un po' di terra potrà soddisfare l'uso personale!
Ciò che vorrei capire è quali sono i primi passi da fare per diventare un coltivatore diretto. Il campo da seguire deve avere una grandezza minima o richiedere un certo numero di ore di lavoro?
Ci sono dei costi da sostenere a prescindere dal se si guadagna qualcosa o meno?
Il fatto di essere coltivatori diretti offre anche automaticamente la possibilità di vendere i propri prodotti o è necessario aprire un codice di attività specifico per la vendita?
Si possono vendere anche prodotti lavorati che parzialmente contengano alcuni prodotti della propria terra? Occorre avere degli spazi adeguati a norma immagino... Può essere anche la cucina di casa?

Vi ringrazio per tutte le vostre delucidazioni!

Re: Diventare coltivatore diretto

23/05/2020, 22:15

Ciao il discorso è un pò lungo e abbastanza ampio... ad ogni modo per diventare coltivatore diretto devi avere un minimo di coltivazioni e quindi un numero minimo di h di lavoro annuo; anche il reddito deve essere prevalente rispetto a quello di altre eventuali attività. È simile anche il percorso dell'imprenditore agricolo, con alcune differenze.

Ovviamente per trasformare i prodotti devi avere dei locali che rispettino le normative igienico sanitarie e tutti i permessi/abilitazioni in mano.

Re: Diventare coltivatore diretto

24/05/2020, 10:38

rvecchie ha scritto:Buongiorno a tutti,

mi piacerebbe col mio compagno acquistare un piccolo terreno ad ulivi per iniziare a fare un po' di esperienza sulla produzione e vendita d'olio, accompagnata magari da qualche altro prodotto agricolo e perchè no alcune galline, visto che il panorama che leggo per l'olio non è affatto allettante...
Lavoriamo in modo occasionale e chissà che pian pianino la terra non possa offrirci i mezzi per vivere. Nella peggiore delle ipotesi un po' di terra potrà soddisfare l'uso personale!
Ciò che vorrei capire è quali sono i primi passi da fare per diventare un coltivatore diretto. Il campo da seguire deve avere una grandezza minima o richiedere un certo numero di ore di lavoro?
Ci sono dei costi da sostenere a prescindere dal se si guadagna qualcosa o meno?
Il fatto di essere coltivatori diretti offre anche automaticamente la possibilità di vendere i propri prodotti o è necessario aprire un codice di attività specifico per la vendita?
Si possono vendere anche prodotti lavorati che parzialmente contengano alcuni prodotti della propria terra? Occorre avere degli spazi adeguati a norma immagino... Può essere anche la cucina di casa?

Vi ringrazio per tutte le vostre delucidazioni!


Visto che siete all'inizio vi consiglio di prendere la partita iva in esonero, è una tipologia di partita iva che non comporta oneri di versamenti INPS camera di commercio e altro e vi permette di vendere i vostri prodotti tale e quali o trasformati senza particolari problemi ma rimanendo entro i 7.000€ di fatturato per ogni anno. Per la trasformazione dei prodotti in questo caso la normativa vi viene incontro poiché qualora si lavorano modiche quantità di prodotti, non si è obbligati ad avere un laboratorio artigianale ma le lavorazioni possono avvenire nella cucina di casa, ovviamente si deve sempre fare il manuale haccp e i singoli pezzi prodotti devono riportare tutte le indicazioni minime previste per legge per i prodotti agroalimentari

Re: Diventare coltivatore diretto

24/05/2020, 21:46

studiozenobi ha scritto:....
Per la trasformazione dei prodotti in questo caso la normativa vi viene incontro poiché qualora si lavorano modiche quantità di prodotti, non si è obbligati ad avere un laboratorio artigianale ma le lavorazioni possono avvenire nella cucina di casa, ovviamente si deve sempre fare il manuale haccp
...


Ciao, ma per l'utilizzo della cucina di casa non c'erano specifiche deroghe regionali? O vale per tutta Italia?

Re: Diventare coltivatore diretto

26/05/2020, 17:22

Flavio ha scritto:
studiozenobi ha scritto:....
Per la trasformazione dei prodotti in questo caso la normativa vi viene incontro poiché qualora si lavorano modiche quantità di prodotti, non si è obbligati ad avere un laboratorio artigianale ma le lavorazioni possono avvenire nella cucina di casa, ovviamente si deve sempre fare il manuale haccp
...


Ciao, ma per l'utilizzo della cucina di casa non c'erano specifiche deroghe regionali? O vale per tutta Italia?


si, ma fa capo a due direttive europee che ora non sotto mano ma che presto condividerò presto

Re: Diventare coltivatore diretto

27/05/2020, 0:47

studiozenobi ha scritto: Visto che siete all'inizio vi consiglio di prendere la partita iva in esonero, è una tipologia di partita iva che non comporta oneri di versamenti INPS camera di commercio e altro e vi permette di vendere i vostri prodotti tale e quali o trasformati senza particolari problemi ma rimanendo entro i 7.000€ di fatturato per ogni anno. Per la trasformazione dei prodotti in questo caso la normativa vi viene incontro poiché qualora si lavorano modiche quantità di prodotti, non si è obbligati ad avere un laboratorio artigianale ma le lavorazioni possono avvenire nella cucina di casa, ovviamente si deve sempre fare il manuale haccp e i singoli pezzi prodotti devono riportare tutte le indicazioni minime previste per legge per i prodotti agroalimentari
Molto interessante la soluzione da te proposta. Ci darebbe la possibilità di sperimentare l'attività, partendo da un piccolo terreno (considerando che non siamo esperti).
Cercando su internet ho visto che si parla di partita iva come "Imprenditore agricolo non professionale". E' così che si chiama quella da te suggerita o è un'altra? L'iscrizione alla camera di commercio va fatta comunque vero?
Per l'uso della cucina domestica mi ero tempo fa informata sulla microimpresa alimentare domestica, che però, almeno qui in Piemonte, sembra richiedere non soltanto l'HACCP, ma anche il corso di somministrazione per alimenti e bevande, con obbligo di frequenza nei centri abilitati e costi un bel po' più alti. Sai dirmi se nel caso del coltivatore diretto bisognerebbe aprire un secondo codice attività come impresa alimentare domestica, o se, a parte l'HACCP e le norme igienico-sanitarie, la cosa possa essere fatta direttamente? E' un aspetto questo che mi piacerebbe approfondire.
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