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Finanziamenti in agricoltura, come avviare un'attività agricola...
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Re: Differenza fra Coltivatore diretto ed Impreditore agricolo ?

06/11/2014, 11:51

Odisseo87 con il termine "seminativo" io non indico mica una coltura in particolare? E' un terreno adatto alla semina, stop e, catastalmente, è una macrocoltura che racchiude un sacco di specie vegetali. Poi devo dire io, davanti all'impiegato del CAA che mi sta seguendo per la iscrizione, che cosa ci coltivo: frumento? Girasole? ecc.. quello poi mi farà firmare un documento dove mi assumo la responsabilità di quello che sto dichiarando. Il criterio catastale, quindi, non scagiona o condanna nessuno (non so da dove tu abbia preso la convinzione che "ciò che importa sono gli aspetti catastali"?!).

Se tu acquisti un fondo in cui è stato impiantato un vigneto, ma catastalmente, quello stesso fondo, risulta essere classificato come seminativo perché anni prima era stato registrato in catasto così, tu acquirente, per legge, sei tenuto ad aggiornare immediatamente la situazione catastale mediante variazione colturale. Poi se questo stesso vigneto tu lo hai acquistato (o affittato) per non coltivarlo ( :shock: ?!), o non lo coltivi per cause di forza maggiore, non ti iscriverai come CD e nel caso di accertamento da parte dell'INPS spiegherai le cause di forza maggiore. Naturalmente il tutto presuppone che il resto dei requisiti per l'iscrizione ci siano.

Se tu acquisti ha 28 di seminativo e non vi è coltivato nulla, non ti dovrai iscrivere come CD è semplice. Nel momento in cui prendi la decisione di coltivarci qualcosa e ti prodighi per farlo, vai al tuo CAA e ti iscrivi come CD, se ne hai i requisiti.

Inoltre ti ricordo che la legge (alla quale sia io che tu che l'INPS dobbiamo obbedire) definisce i CD come coloro che "si dedicano direttamente ed abitualmente alla manuale coltivazione dei fondi" e non che "un giorno coltiveranno.." o che "catastalmente possiedono..."

Cmq, per toglierti ogni dubbio, rinnovo l'invito a rivolgerti al tuo consulente di fiducia del CAA.

Saluti

Re: Differenza fra Coltivatore diretto ed Impreditore agricolo ?

06/11/2014, 21:37

Apprendo ha scritto:Cmq, per toglierti ogni dubbio, rinnovo l'invito a rivolgerti al tuo consulente di fiducia del CAA.

Apprendo, ti ripeto che l'ho già fatto... e ben prima di iniziare questa discussione.

Apprendo ha scritto:Odisseo87 con il termine "seminativo" io non indico mica una coltura in particolare? E' un terreno adatto alla semina, stop e, catastalmente, è una macrocoltura che racchiude un sacco di specie vegetali.

Certo, il seminativo non è una coltura. Resta il fatto che la quasi totalità delle colture da seminativo richiedono uno stesso fabbisogno lavorativo annuo (ad es. 10 g.l.a.), così come le colture arboree da frutto (es. 100) e quelle da orto in pieno campo (es. 150). Ogni distretto intercomunale può avere una tabella diversa, ma all'interno di ogni "macrocoltura" (seminativo) sono incluse colture uguali o simili per fabbisogno lavorativo richiesto (grano e orzo).

Apprendo ha scritto:Poi devo dire io, davanti all'impiegato del CAA che mi sta seguendo per la iscrizione, che cosa ci coltivo: frumento? Girasole? ecc.. quello poi mi farà firmare un documento dove mi assumo la responsabilità di quello che sto dichiarando.

D'accordo... e quindi?
Penso che l'incomprensione nasca dal fatto che mi attribuisci cose che non ho detto.
Innanzitutto io ho parlato di un semplice proprietario di terreno agricolo, non di un aspirante coltivatore diretto in procinto di chiedere l'iscrizione.
Sono due cose diverse.
In base alle tabelle ettaro-coltura, ognuno (dal semplice proprietario terriero all'aspirante c.d.) è in grado di sapere se il proprio terreno può garantirgli almeno 104 g.l.a. anche senza dover chiedere all'impiegato del CAA.
Poi lo vogliamo tenere presente che il tempo massimo disponibile per chiedere l'iscrizione può essere di appena 90 giorni dalla data di acquisto del terreno? Perchè mi sembra che tu non voglia rispondermi su questo.
Sempre riferendomi al tuo esempio:
Compro 28 ettari di seminativo il 1° dicembre.
Dalle tabelle ettaro coltura risulta che, coltivato a grano (oppure a moltre altre colture dette appunto da seminativo), questo fondo richieda almeno 104 g.l.a.
Per questo anno agricolo non posso iniziare la coltivazione del grano, che si semina al massimo fino ai primi di novembre.
Dovrò presentare domanda di iscrizione al massimo entro 90 giorni di tempo dalla data di acquisto del terreno, ovvero non oltre febbraio. (capitolo "iscrizione": http://www.inps.it/portale/default.aspx?itemdir=5776" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank ).
Per quella data dovrò quindi possedere il requisito oggettivo, cioè dovrà essere appurato che il fondo richiede un fabbisogno lavorativo annuo di almeno 104 gg.
Ora, sei d'accordo con me sul fatto che il requisito oggettivo consiste nell'essere proprietario e non già coltivatore del fondo?
Perchè se così non fosse, dovresti affermare l'assurdità per cui chi vuole diventare c.d. e coltivare grano non deve comprare il terreno in certi periodi dell'anno.

Apprendo ha scritto:Inoltre ti ricordo che la legge (alla quale sia io che tu che l'INPS dobbiamo obbedire) definisce i CD come coloro che "si dedicano direttamente ed abitualmente alla manuale coltivazione dei fondi" e non che "un giorno coltiveranno.." o che "catastalmente possiedono..."

Apprendo, ne avevamo già parlato...
Se io devo soddifare dei requisiti e diventare coltivatore, è chiaro che sono semplicemente una persona "che un giorno coltiverà" e che "catastalmente possiede" un terreno da coltivare.
Perchè se io fossi una persona che "si dedica direttamente ed abitualmente alla manuale coltivazione dei fondi alla coltivazione" non dovrei diventare un coltivatore: lo sarei già.
Mi sembra un concetto di una chiarezza elementare.
Poi, se da qualche parte ho scritto che un coltivatore diretto non deve coltivare ti prego di farmi sapere dove.

Saluti

Re: Differenza fra Coltivatore diretto ed Impreditore agricolo ?

10/11/2014, 13:34

odisseo87 ha scritto:Perchè se io fossi una persona che "si dedica direttamente ed abitualmente alla manuale coltivazione dei fondi alla coltivazione" non dovrei diventare un coltivatore: lo sarei già.


Nei fatti lo sei già ma per l'INPS (cioè da un punto di vista previdenziale, che è il nocciolo della questione), se non glielo dici tu, non sei nulla. E' per questo che all'INPS ti iscrivi in funzione di quello che coltivi e quindi al momento dell'iscrizione specifichi all'impiegato cosa coltivi.

odisseo87 ha scritto:Certo, il seminativo non è una coltura. Resta il fatto che la quasi totalità delle colture da seminativo richiedono uno stesso fabbisogno lavorativo annuo (ad es. 10 g.l.a.), così come le colture arboree da frutto (es. 100) e quelle da orto in pieno campo (es. 150). Ogni distretto intercomunale può avere una tabella diversa, ma all'interno di ogni "macrocoltura" (seminativo) sono incluse colture uguali o simili per fabbisogno lavorativo richiesto (grano e orzo).


E quindi che si fa? Al momento dell'iscrizione all'impiegato che ci chiede cosa coltiviamo che gli si risponde? Seminativo? :shock: Tanto, che io ci coltivi grano o girasole è lo stesso?!

Altra cosa: se acquisti un terreno in cui non vi è nulla, un seminativo in cui tu non hai ancora iniziato a coltivare nulla, poco mi frega che ho 90 gg di tempo per iscrivermi dal momento dell'acquisto semplicemente perché quel terreno non mi permette di raggiungere le 104 gg, e quindi il requisito oggettivo, visto che li non ci coltivo nulla. A cosa dovrebbe attaccarsi l'INPS per contestarmi sta cosa fammi capire? La base è sempre capire che cosa ci coltivi! E' quello che mi permette di determinare la sussistenza del requisito oggettivo!

odisseo87 ha scritto:Apprendo ha scritto:
Cmq, per toglierti ogni dubbio, rinnovo l'invito a rivolgerti al tuo consulente di fiducia del CAA.

Apprendo, ti ripeto che l'ho già fatto... e ben prima di iniziare questa discussione.


E che ti ha detto, sentiamo

Re: Differenza fra Coltivatore diretto ed Impreditore agricolo ?

11/11/2014, 18:50

Vedo con piacere (o dispiacere?) che su questa tematica si continua a discutere senza per questo chiarire i dubbi fondamentali (alcuni dei quali già evidenziati da me l'anno scorso in un thread simile): questa è l'Italia delle leggi e leggine!
Non si capisce ancora bene del tutto cosa sia "requisito" (cioè condizione necessaria) e cosa "vincolo" (cioè condizione sufficiente) per essere una figura professionale piuttosto che un altra.

(E vedo pure che persistono le persone che non capiscono le domande e forniscono risposte già fornite senza chiarire minimamente il punto.... e magari si inalberano pure, come se i ciucci fossero gli altri)

Re: Differenza fra Coltivatore diretto ed Impreditore agricolo ?

12/11/2014, 11:12

Apprendo ha scritto:E che ti ha detto, sentiamo

Nulla che sia in contrasto con quanto stabilito dall'INPS. Ti basta o vuoi che ti racconti i fatti miei?



Apprendo ha scritto:E quindi che si fa? Al momento dell'iscrizione all'impiegato che ci chiede cosa coltiviamo che gli si risponde? Seminativo? :shock: Tanto, che io ci coltivi grano o girasole è lo stesso?!

Come sarebbe a dire "e quindi che si fa" ?!
Se si deve iscrivere, semplicemente dichiarerà quello che intende coltivare, cioè grano!
Ma la cosa che volevo farti notare è che il soggetto sa già - al momento dell'acquisto del terreno o comunque prima di fare domanda di iscrizione - che i suoi 28 ettari di seminativo possono garantirgli 104 g.l.a. e quindi che possono soddisfare il requisito oggettivo.



Apprendo ha scritto:se acquisti un terreno in cui non vi è nulla, un seminativo in cui tu non hai ancora iniziato a coltivare nulla, poco mi frega che ho 90 gg di tempo per iscrivermi dal momento dell'acquisto semplicemente perché quel terreno non mi permette di raggiungere le 104 gg, e quindi il requisito oggettivo, visto che li non ci coltivo nulla.

Allora, ipotizziamo che sia come dici: prima dell'iscrizione, i 28 ettari devono materialmente essere occupati dal grano altrimenti non è possibile iscriversi perchè manca il requisito oggettivo.
Quindi, se compro il terreno il 1° dicembre quando ormai è troppo tardi per la semina (che in Italia può avvenire tra metà ottobre e metà novembre), dovrei aspettare l'ottobre successivo (quindi più di 300 giorni) per seminare il grano, acquisire il requisito oggettivo e potermi iscrivere.
L'INPS stabilisce però che l'iscrizione alla gestione previdenziale deve essere presentata "entro 90 giorni dall’inizio dell’attività che decorre da data certa (atto di compravendita, contratto di affitto o comodato, termine di precedente attività lavorativa ecc.)" e che, oltre questo termine si è passibili di:
- iscrizione d'ufficio
- pagamento dei contributi arretrati
- sanzioni

Nel mio caso, che ho acquistato e non affittato il fondo, quale sarà la data di inizio attività?
In base a quanto scritto sul sito INPS è la data dell'atto di compravendita, non "il giorno in cui ho seminato il grano".
Quindi se mi voglio iscrivere devo per forza di cose violare il termine dei 90 gg.

Altrimenti, dovrò comprare altri 28 ettari di seminativo (!) in cui - entro 90 gg dall'acquisto - il grano possa essere effettivamente presente . Questo avviene se il precedente proprietario semina il grano su 28 ettari e poi li vende (che gentilezza) oppure se io acquisto il terreno proprio a ridosso dell'epoca di semina del grano (che considerando le zone climatiche di tutta Italia è di circa un mese, ma in una singola zona è chiaramente un periodo più limitato).
E se volessi diventare un coltivatore diretto di zafferano? Dovrei acquistare il terreno con i bulbi già amorevolmente piantati dal venditore oppure a ridosso del periodo di trapianto dei bulbi (agosto).

Non ti pare assurdo? Eppure è la diretta conseguenza della (tua) ipotesi di partenza.



Apprendo ha scritto:Inoltre ti ricordo che la legge (alla quale sia io che tu che l'INPS dobbiamo obbedire) definisce i CD come coloro che "si dedicano direttamente ed abitualmente alla manuale coltivazione dei fondi" e non che "un giorno coltiveranno.." o che "catastalmente possiedono..."

Apprendo, noi stiamo discutendo su cosa significhi realmente avere i requisiti oggettivi.
Alla pagina INPS che tratta dei requisiti necessari per l'iscrizione come c.d. (http://www.inps.it/portale/default.aspx ... 18&iMenu=1" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank" target="_blank)
si legge che:

"il requisito della abitualità si ritiene sussistere quando l'attività sia svolta in modo esclusivo o prevalente, intendendosi per attività prevalente quella che occupi il lavoratore per il maggior periodo di tempo nell'anno e costituisca la maggior fonte di reddito."

E dove è scritto tutto ciò?
Al paragrafo che definisce i requisiti soggettivi
(ripeto: soggettivi, con la "S" davanti).
I requisiti oggettivi cono questi: il fabbisogno lavorativo necessario per la gestione dell'azienda non deve essere inferiore a 104 giornate annue ( art. 3L. 9/63) il nucleo coltivatore diretto deve far fronte autonomamente ad almeno un terzo del fabbisogno lavorativo annuo occorrente per la gestione dell'azienda ( art. 2 L. 9/63)
Per coltivare 28 ettari di seminativo a grano ho bisogno di almeno 104 g.l.a., in base alle tabelle ettaro-coltura. Ma il fabbisogno lavorativo è da intendersi "in potenza" e non già "in atto", tanto è vero che nel tempo massimo di 90 giorni a disposizione tra data di compravendita del fondo e data di iscrizione come c.d. non è certo possibile svolgere 104 giornate lavorative.
Se quei 28 ettari non vengono coltivati, i requisiti che possono venire a mancare non sono quelli oggettivi ma quelli soggettivi: l'attività agricola potrebbe non configurarsi più come attività principale per tempo impiegato e per reddito ricavato.

Sei d'accordo che è possibile avere i requisiti oggettivi senza avere quelli soggettivi, ovvero senza svolgere l'attività di coltivazione in modo esclusivo e prevalente?
Se sei d'accordo, dovrai finalmente ammettere che il requisito oggettivo è l'essere proprietari del fondo (che dovrà avere certe caratteristiche) e non già coltivatori.

Saluti

Re: Differenza fra Coltivatore diretto ed Impreditore agricolo ?

25/12/2014, 14:06

Naturalmente delle tue risposte all'operatore non mi interessa nulla; ciò che mi interessava era sapere cosa ti avesse chiesto.

Il fatto che il soggetto sappia già cosa coltivare non significa nulla, la legge parla chiaro e te l'ho già scritto.

odisseo87 ha scritto:Quindi, se compro il terreno il 1° dicembre quando ormai è troppo tardi per la semina (che in Italia può avvenire tra metà ottobre e metà novembre), dovrei aspettare l'ottobre successivo (quindi più di 300 giorni) per seminare il grano, acquisire il requisito oggettivo e potermi iscrivere.


Se proprio non vuoi coltivare altro che grano in quei terreni (la vedo dura nella realtà) dovrai attendere. Supponiamo, invece, di fare come dici tu, partendo dal tuo esempio: mi iscrivo dichiarando, sul Modello di iscrizione, di coltivare grano (che in realtà non c'è); per quasi un anno, in realtà, non coltivo nulla, non metto piede in campagna. Intanto però, per iscrivermi all'INPS come CD, ho dovuto aprire P.IVA e C.C.I.A.A., e inoltre pago i relativi contributi previdenziali ed assicurativi: l'INPS è contenta perché prende i miei contributi (e magari poco gli importa di controllare se vi è effettivamente attività di coltivazione o meno :D ).
Ma perché uno dovrebbe iscriversi come CD in queste condizioni? L'unica cosa che mi viene in mente è che gli interessino le agevolazioni fiscali/tributarie riservate a tali figure (penso, ad esempio, alla ppc o all'IMU) ed in quel caso ad arrabbiarsi potrebbe essere l'AdE. Perché? Perché il tizio in questione non aveva i requisiti per iscriversi come CD visto che per quasi un anno su quei terreni non c'era nulla, non è stato coltivato nulla, non si è dedicato alla manuale ed abituale coltivazione del fondo (non so perché nella tua risposta ti concentri sulla parola "abituale" quando io mi ero concentrato, nella risposa precedente, sulla parola "coltivazione" scritta in grassetto) come prescrive la Legge per cui, non essendoci coltivato nulla, le benedette 104 gg su che cosa si dovevano calcolare?

odisseo87 ha scritto:Ma il fabbisogno lavorativo è da intendersi "in potenza" e non già "in atto", tanto è vero che nel tempo massimo di 90 giorni a disposizione tra data di compravendita del fondo e data di iscrizione come c.d. non è certo possibile svolgere 104 giornate lavorative.

Certo che il fabbisogno lavorativo è da intendersi "potenziale" (altrimenti per chiunque, all'atto della iscrizione, andrebbe fatta una determinazione analitica delle ore lavorate in campagna) ma, al momento della iscrizione, il calcolo deve essere svolto su una coltura in atto (o, al massimo, che sei li li per iniziare) non su un qualcosa che inizierò a coltivare fra 300 gg!!!

odisseo87 ha scritto:Nel mio caso, che ho acquistato e non affittato il fondo, quale sarà la data di inizio attività?
In base a quanto scritto sul sito INPS è la data dell'atto di compravendita, non "il giorno in cui ho seminato il grano".
Quindi se mi voglio iscrivere devo per forza di cose violare il termine dei 90 gg.

odisseo87 ha scritto:L'INPS stabilisce però che l'iscrizione alla gestione previdenziale deve essere presentata "entro 90 giorni dall’inizio dell’attività che decorre da data certa (atto di compravendita, contratto di affitto o comodato, termine di precedente attività lavorativa ecc.)"


Sarà da quando uno inizia l'attività, come stabilisce la stessa INPS, e non 300 gg prima che io la inizi. All'INPS, giustamente, serve la data certa? Bene, indicherò la data di apertura della P.IVA. L'INPS mi iscrive d'ufficio dal momento dell'acquisto del fondo? Bene, vedremo in sede giudiziale come riuscirà a dimostrare che il sottoscritto aveva tutti i requisiti per l'iscrizione come CD 300 gg prima che l'attività iniziasse (la vedo dura e infatti l'INPS non lo fa).

odisseo87 ha scritto:Se quei 28 ettari non vengono coltivati, i requisiti che possono venire a mancare non sono quelli oggettivi ma quelli soggettivi: l'attività agricola potrebbe non configurarsi più come attività principale per tempo impiegato e per reddito ricavato.


Se quei 28 ettari non vengono coltivati è perché li sopra non c'è nulla di coltivato per cui il calcolo delle 104 gg potenziali (parte del requisito oggettivo) non lo puoi fare. Che poi tu sappia che fra 300 gg ci coltiverai grano, e quindi rispetterai il requisito, poco importa perché tu il requisito lo devi rispettare adesso, quando vieni a chiedermi di essere iscritto e io INPS ti controllo se hai i requisiti, e non fra 300 gg!!

odisseo87 ha scritto:Se sei d'accordo, dovrai finalmente ammettere che il requisito oggettivo è l'essere proprietari del fondo (che dovrà avere certe caratteristiche) e non già coltivatori.


:shock: non dire in giro robe del genere per favore perché potresti davvero far danno, a te stesso e a chi, magari, ti chiede un consiglio. Secondo te, per rispettare il requisito oggettivo, basta essere proprietario del fondo?! E le Leggi dello Stato che definiscono i CD come coloro che "si dedicano direttamente ed abitualmente alla manuale coltivazione dei fondi, in qualità di proprietari, affittuari, usufruttuari, enfiteuti, ovvero addetti all’allevamento ed attività connesse (artt. 1 e 2 L. 1047/57 e L. 9/63) che facciamo, le buttiamo dalla finestra?
Chiedi all'impiegato del CAA se questa tua affermazione va bene e chiedigli anche di farti leggere che cosa c'è scritto sul Modello CD1 necessario per la richiesta di iscrizione come CD, così ti renderai conto di cosa vai a dichiarare su quel modello sotto la tua responsabilità.

Saluti ed auguri di un sereno e felice Natale a te e a tutti gli utenti

Re: Differenza fra Coltivatore diretto ed Impreditore agricolo ?

03/01/2015, 16:35

Fortuna che non ho letto il tuo messaggio prima, mi sarebbe andato di traverso il panettone.
Credo che tu stia continuando a ripetere le stesse frasi senza ascoltare quello che ti si dice o ti si chiede.
Prima di rispondere alle questioni da te sollevate ti rifaccio una domanda, che probabilmente ti è sfuggita:

odisseo87 ha scritto:Sei d'accordo che è possibile avere i requisiti oggettivi senza avere quelli soggettivi, ovvero senza svolgere l'attività di coltivazione in modo esclusivo e prevalente?


Molte grazie e auguri di buona befana.

Re: Differenza fra Coltivatore diretto ed Impreditore agricolo ?

03/01/2015, 16:42

Suggerimenti:

- Si'
- No
- Non so

Re: Differenza fra Coltivatore diretto ed Impreditore agricolo ?

03/01/2015, 18:19

Aahhahahah!! Dovevo averti pure sulla coscienza :lol:

Alla domanda che hai posto ho già risposto qui:
Apprendo ha scritto:odisseo87 ha scritto:
Se quei 28 ettari non vengono coltivati, i requisiti che possono venire a mancare non sono quelli oggettivi ma quelli soggettivi: l'attività agricola potrebbe non configurarsi più come attività principale per tempo impiegato e per reddito ricavato.


Se quei 28 ettari non vengono coltivati è perché li sopra non c'è nulla di coltivato per cui il calcolo delle 104 gg potenziali (parte del requisito oggettivo) non lo puoi fare. Che poi tu sappia che fra 300 gg ci coltiverai grano, e quindi rispetterai il requisito, poco importa perché tu il requisito lo devi rispettare adesso, quando vieni a chiedermi di essere iscritto e io INPS ti controllo se hai i requisiti, e non fra 300 gg!!


E' evidente che non hai capito la risposta per cui provo a rispiegare; nella tua risposta hai scritto questo:
odisseo87 ha scritto:Per coltivare 28 ettari di seminativo a grano ho bisogno di almeno 104 g.l.a., in base alle tabelle ettaro-coltura. Ma il fabbisogno lavorativo è da intendersi "in potenza" e non già "in atto", tanto è vero che nel tempo massimo di 90 giorni a disposizione tra data di compravendita del fondo e data di iscrizione come c.d. non è certo possibile svolgere 104 giornate lavorative.
Se quei 28 ettari non vengono coltivati, i requisiti che possono venire a mancare non sono quelli oggettivi ma quelli soggettivi: l'attività agricola potrebbe non configurarsi più come attività principale per tempo impiegato e per reddito ricavato.

Sei d'accordo che è possibile avere i requisiti oggettivi senza avere quelli soggettivi, ovvero senza svolgere l'attività di coltivazione in modo esclusivo e prevalente?
Se sei d'accordo, dovrai finalmente ammettere che il requisito oggettivo è l'essere proprietari del fondo (che dovrà avere certe caratteristiche) e non già coltivatori.


Come ti ho già risposto in precedenza, se quei 28 ettari tu non li coltivi per l'INPS quel requisito oggettivo non è posseduto perché su che cavolo di coltura dovrebbe calcolarti quelle 104 gg convenzionali? Su una attività che inizierai fra 300 gg?! Cmq rileggi la risposta che è all'inizio in questo messaggio.

Per cui, alla tua domanda, che presupponeva il non coltivare nulla, la risposta è decisamente NO.
La risposta, invece, diventa SI se il tizio in questione coltiva il fondo con una qualsiasi coltura gli permetta di soddisfare il requisito oggettivo, ma non può iscriversi come CD poiché ha già un altro lavoro che, per tempo e reddito, risulta essere prevalente rispetto all'attività agricola.

Saluti e buona befana a te e a tutti gli utenti del forum

Re: Differenza fra Coltivatore diretto ed Impreditore agricolo ?

27/01/2015, 12:17

La tua risposta è contemporaneamente un si' e un no.
Tra i suggerimenti in effetti non avevo ipotizzato il "ni", ti avevo sottovalutato (o sopravvalutato?).
È evidente che non hai capito la domanda: io non ti ho chiesto cosa intendi tu per requisito oggettivo.
Al di là della tua idea di cosa esso significhi, non dovrebbero esserci dubbi sul fatto che si possano non soddisfare contemporaneamente entrambi i tipi di requisiti (oggettivi, che riguardano cioè l'oggetto dell'attività agricola, e soggettivi, afferenti al soggetto che svolge l'attività). Questa condizione ovviamente impedirebbe l'iscrizione come C.D.


Apprendo ha scritto:Se proprio non vuoi coltivare altro che grano in quei terreni (la vedo dura nella realtà) dovrai attendere.

Se si attende oltre 90 giorni dalla data di acquisto del terreno si violano i termini.
La legge parla chiaro e te l'ho già scritto. (cit.)


Apprendo ha scritto:Ma perché uno dovrebbe iscriversi come CD in queste condizioni?

Semplicemente perché così dice la legge.
E l'INPS ha tutto l'interesse a far pagare i contributi appena possibile, come tu stesso hai detto.


Apprendo ha scritto:L'unica cosa che mi viene in mente è che gli interessino le agevolazioni fiscali/tributarie riservate a tali figure (penso, ad esempio, alla ppc o all'IMU)

Ecco un'altra delle ipotesi fantasiose.


Apprendo ha scritto:il tizio in questione non aveva i requisiti per iscriversi come CD visto che per quasi un anno su quei terreni non c'era nulla, non è stato coltivato nulla, non si è dedicato alla manuale ed abituale coltivazione del fondo

Se "per quasi un anno su quei terreni non c'era nulla" è semplicemente perché non poteva ne' doveva esserci nulla.
Se andassi a farti un giro per i campi ti accorgeresti che il grano non occupa il suolo per 365 giorni l'anno.
Per fortuna i nostri legislatori sono abbastanza lucidi da non pretendere che il nostro povero agricoltore coltivi grano dal lunedì al venerdì tutto l'anno, eccetto festivi e ferie, dalle ore 8 alle 13 e dalle 15 alle 18, come un qualunque impiegato che si rispetti.
Ecco, forse hai perso un po' il contatto con la realtà e confuso il significato di "abituale" (che è ben chiarito dalla normativa, come ti ho già fatto notare) con quello di "quotidiano".
Dopo circa 300 giorni dall'acquisto del fondo ci saranno le condizioni per iniziare il ciclo di coltivazione del grano, per cui il nostro caro agricoltore nell'arco dei 365 giorni (N.B. un anno è fatto di 365 giorni, non 300) avrà tutto il tempo per dedicarsi alla manuale ed abituale coltivazione del fondo.


Apprendo ha scritto:non so perché nella tua risposta ti concentri sulla parola "abituale" quando io mi ero concentrato, nella risposa precedente, sulla parola "coltivazione" scritta in grassetto

Mi concentro sulla parola abituale proprio perché ne hai frainteso il significato e lo dimostri con queste tue parole:

"Inoltre ti ricordo che la legge (alla quale sia io che tu che l'INPS dobbiamo obbedire) definisce i CD come coloro che "si dedicano direttamente ed abitualmente alla manuale coltivazione dei fondi" e non che "un giorno coltiveranno.." o che "catastalmente possiedono..."

La parola "abitualmente" non è affatto in contrasto con "coltiveranno": Gli agricoltori che nei prossimi mesi coltiveranno grano lo faranno abitualmente se la loro attività agricola sarà svolta "in modo esclusivo o prevalente, intendendosi per attività prevalente quella che occupi il lavoratore per il maggior periodo di tempo nell'anno e costituisca la maggior fonte di reddito." (fonte: INPS, alla quale sia io che tu dobbiamo obbedire).


Apprendo ha scritto:non essendoci coltivato nulla, le benedette 104 gg su che cosa si dovevano calcolare?

Le 104 giornate lavorative annue si dovevano calcolare non sulla base della effettiva presenza di grano sul terreno al momento della richiesta di iscrizione ma sulla base della dichiarazione dell'aspirante coltivatore diretto, il quale potrà (e dovrà) coltivare grano solo quando ci saranno le condizioni necessarie e sufficienti per farlo, ovvero nella stagione idonea.


Apprendo ha scritto:Sarà da quando uno inizia l'attività, come stabilisce la stessa INPS, e non 300 gg prima che io la inizi.

Quindi secondo te la data di inizio attività per il nostro agricoltore, cui ci riferiamo come esempio, è il giorno in cui semina effettivamente il grano. Ti pare che la data di semina del grano possa essere certificata? Ma soprattutto, ti pare che l'INPS stabilisca una cosa simile? E meno male che dici che "la legge parla chiaro".
Ecco cosa dice la legge:
"l'iscrizione alla gestione previdenziale deve essere presentata entro 90 giorni dall’inizio dell’attività che decorre da data certa (atto di compravendita, contratto di affitto o comodato, termine di precedente attività lavorativa, ecc.)" (fonte: INPS)
Per me la legge è chiara, ma capisco che nella tua arrampicata sugli specchi tu non possa fare altro che aggrapparti a quell' "ecc." per evitare di cadere.
Volendo osare di piú, perché non dire che quell' "ecc." indica pure il giorno in cui l'agricoltore acquista la semente? O perché no, il giorno in cui le prime piantine di grano raggiungono l'altezza di x cm?

Ora ti (ri)spiego il significato, per me chiaro, di quell' ecc. e il motivo per cui non si può interpretare come "il giorno in cui si semina il grano".
Ecco le situazioni possibili per il nostro aspirante C.D.:
1 - mai stato impegnato in altre attività lavorative.
2 - non piú impegnato in altra attività lavorativa (ovvero: "termine di precedente attività lavorativa").
3 - ancora impegnato in altre attività lavorative che hanno però cessato di essere prevalenti per tempo impiegato e per reddito ricavato, per cui l'attività agricola diviene principale (esempio: variazione del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale)

Quell'"eccetera" si riferisce proprio al caso 3, evidentemente meno frequente del caso 2 e per questo taciuto e appena accennato in maniera forse un po' sbrigativa con un vago "eccetera".


Apprendo ha scritto:All'INPS, giustamente, serve la data certa? Bene, indicherò la data di apertura della P.IVA.

Dimmi che è una barzelletta.
Ma secondo te uno può scegliere a piacimento quale data indicare all'INPS come inizio della propria attività?
Cos'è, una partita a carte ?
Nella posta in gioco ci sono anche delle sanzioni per mancata iscrizione oltre i 90 giorni dall'inizio attività.
Sarebbe davvero comodo poter scegliere tra due date: scegliendo quella più vicina si potrebbe ancora rientrare nel termine dei 90 giorni ed
evitare problemi. Ma la data di inizio attività deve essere certa, e per essere certa deve anche essere unica per ciascun agricoltore.


Apprendo ha scritto:Certo che il fabbisogno lavorativo è da intendersi "potenziale" (altrimenti per chiunque, all'atto della iscrizione, andrebbe fatta
una determinazione analitica delle ore lavorate in campagna) ma, al momento della iscrizione, il calcolo deve essere svolto su una coltura in atto (o, al massimo, che sei li li per iniziare) non su un qualcosa che inizierò a coltivare fra 300 gg!!!

Scusa ma sono li li per farmi una grossa risata, ma così grossa che forse l'hai sentita anche tu da Foggia.
Innanzitutto complimenti per il linguaggio giuridico-tecnico (anzi, tennico):

"una coltura in atto (o, al massimo, che sei li li per iniziare)"


???????!!!!!!!!

Traduco, perché è evidente che nemmeno tu ti rendi davvero conto di quello che scrivi:

"una coltura in atto (o, al massimo, che sei li li per iniziare", cioè non ancora in atto: in altre parole, una coltura che al momento dell'iscrizione è già in atto, ma anche no.
Chiaro e limpido come una pozza di petrolio.
Riesci a dire allo stesso tempo una cosa e il suo contrario.
Comunque è un passo avanti, anzi di più: infatti dicendo che al momento dell'iscrizione come C.D. la coltura può non essere in atto non fai altro che darmi finalmente ragione.

Per me la questione si chiude qui.
Beh ora ti saluto... anzi: "sono li li" per salutarti e augurarti buon carnevale (che ormai è li li)
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