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CATASTO TERRENI 
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Iscritto il: 13/02/2010, 14:46
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Ciao a tutti.
Con un amico, siamo in trattative per acquistare un piccolo appezzamento di terra di circa 8000 mq. Entrambi lavoriamo, però ci piacerebbe dedicare parte del nostro tempo all'agricoltura e all'allevamento di piccoli animali. E per questo, in futuro vorremmo approfondire in maniera adeguata come muoverci legalmente in questo senso.
Tra le mille cose che vorrei approfondire, ce n'è una in particolare che vorrei chiedere: quali vincoli comporta la qualità e la classe di un terreno? La particella che stiamo trattando è Prato irriguo ar. 1. Significa che non potremo piantarci nulla se non piante per foraggio? o se cambia la coltivazione, se ne può modificare la qualità al catasto?
Insomma, come si è ben capito partiamo proprio dall'ABC....
Grazie a chi vorrà rispondere. Buona serata


06/11/2011, 23:33
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Iscritto il: 27/07/2011, 13:09
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Penso che meglio dell'ufficio tecnico a darti le risposte non ci sia...
Loro possono darti tutte le risposte, eventualmente anche sul cambio destinazione e uso...
Ufficio tecnico del comune dove si trova il terreno.

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Nella vita non esistono sfide, ma solo una sfida, quella con te stesso...
"Gli esseri umani nascono con capacità diverse. Se sono liberi, non sono uguali. E se sono uguali, non sono liberi."
Aleksandr Solženicyn


06/11/2011, 23:48
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La coltura iscritta al catasto terreni ha rilevanza essenzialmente ai fini fiscali.
Questo non significa che il proprietario non possa coltivare altro. E' fatto obbligo al proprietario di terreno che ha cambiato coltura di effettuare la variazione catastale presso l'Agenzia del Territorio. Di solito la fanno i geometri utilizzando uno specifico programma (DOCTE) che predispone la pratica. Tieni presente che ci sono i bolli catastali da pagare, oltre che l'onorario tecnico, ma potrebbe predisporre la pratica il proprietario stesso, se impara ad usare il DOCTE. Per questi motivi sono in pochi a fare queste variazioni; tieni presente che l'erario prevede sanzioni solo nel caso di coltura in campo con reddito maggiore di quella risultante in catasto. Quindi nbel caso di colture con diminuzione di reddito (ad es. terreno lasciato incolto) non ci sono sanzioni.
Informati all'Agenzia del Territorio anche per le lustrazioni: ogni AdT ha raggruppato i Comuni del territorio provinciale di competenza in 5 gruppi. A rotazione quinquennale, per ciascuno di essi ogni anno ci sono le verificazioni quinquennali gratuite per rilevare le variazioni avvenute nella superficie, configurazione e reddito dei terreni. Se il tuo Comune rientra in questo elenco annuale puoi fare la domanda di variazione gratuita entro il 31 gennaio.

Leggo che sei in trattativa d'acquisto: ti sei informato delle tasse legate alla compravendita? Tieni presente che per un acquirente non coltivatore diretto e non imprenditore agricolo, l'imposta è il 18% del prezzo dichiarato (15% imposta di registro, 2% ipotecaria, 1% catastale).
Ciao


07/11/2011, 20:03
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Grazie mille per le informazioni. Piano piano riuscirò a entrare nel meccanismo e a capirci qualcosa.

In realtà speravo che la tassazione fosse più bassa....comunque non credo ci sia un modo di diventare imprenditore agricolo (anche non a titolo principale) prima ancora di avere della terra...o le due cose possono essere contestuali???
Mi sa che urge una mia visita presso un consulente!!!
Saluti


07/11/2011, 22:11
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Le trattative per l'acquisto del terreno -come supponevo già dall'inizio- si complicano per diritti di prelazione dei confinanti e proposte di vendita incrociate...in qualche modo ci salteremo fuori.
Chiedo una cosa: c'è una norma che stabilisce chi paga le spese di frazionamento di un terreno? Il venditore, l'acquirente o entrambi?
Grazie a chi vorrà rispondere
saluti


26/11/2011, 20:08
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Devi farti amico un geometra che lavora a stretto contatto con l'ufficio tecnico,
dopo di che, lui sarà in grado di darti buoni consigli relativi al tutto... ;)

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Aleksandr Solženicyn


26/11/2011, 22:47
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myrtus ha scritto:
Le trattative per l'acquisto del terreno -come supponevo già dall'inizio- si complicano per diritti di prelazione dei confinanti e proposte di vendita incrociate...in qualche modo ci salteremo fuori.
Chiedo una cosa: c'è una norma che stabilisce chi paga le spese di frazionamento di un terreno? Il venditore, l'acquirente o entrambi?
Grazie a chi vorrà rispondere
saluti

Il diritto di prelazione dei confinanti è regolato dalle leggi 590/1965 , 817/1971 e dalla legge 203/1982 in caso di terreni con affittuario. http://www.agraria.org/estimo%20economi ... inante.htm
E' intervenuto anche l’art.7 del D.Lgs 228/2001 in caso di pluralità di confinanti http://www.guidelegali.it/guida.aspx?tu ... icolo=1591
La legge prescrive (art. 8 L 590/1965) che sia il proprietario del fondo in vendita a notificare con raccomandata la proposta di alienazione.

Per le spese di frazionamento, essendo un'operazione che prevede un mandato ad un tecnico e la firma dei documenti da consegnare in catasto, la logica vuole che sia a spese di colui che firma il documento ovvero di colui che in quel momento è proprietario del terreno.
Tuttavia, se si tratta di un'operazione strettamente necessaria per una compravendita, essendo quest'ultima una trattativa privata potrebbe prevedere anche la contrattazione delle spese di frazionamento (da considerare anche gli usi locali).
Stessa cosa per le spese notarili (tasse escluse) ad esempio le visure ipotecarie e l'onorario del notaio: la legge non dice nulla, dalle mie parti è usanza che le visure siano a spese del venditore e l'onorario notarile a carico dell'acquirente


29/11/2011, 15:17
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Grazie per le risposte. Siamo in fase di contrattazione tra metrature e costi...con un pò di buona volontà forse riusciremo a uscirne soddisfatti sia il venditore che gli acquirenti.


02/12/2011, 23:05
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