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Autore |
Messaggio |
denispol
Iscritto il: 30/08/2010, 22:20 Messaggi: 127 Località: Veneto orientale...quasi Friuli!
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...da quel poco che so il miele è un po' un mondo a parte. Comunque il riepilogo è esatto. Diciamo che devo vendere granaglie e verdure dell'orto per un importo superiore a quello della pasta. Rientrano nella stessa tassazione perché attività connesse. L'auto fattura per vendere a me stesso i raccolti di cereali coprono solo una parte perché chiaramente se vengono tutti lavorati il valore è superiore. Comunque spero di uscirne perché altrimenti chiudo tutto e vado a vendere nei mercati di "Genuino clandestino" nei centri sociali
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26/10/2018, 20:59 |
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ma80
Iscritto il: 06/11/2016, 12:45 Messaggi: 114 Località: Lazio
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L'attività connessa rientra nella stessa tassazione se appunto fatta nell'ambito dell'attività agricola principale e quindi secondo loro solo se rientri nei parametri della prevalenza vendendo granaglie & co per la maggior parte non trasformati. Se invece separi le due attività per non doverti preoccupare dei quantitativi, la trasformazione diventa una cosa a parte (in pratica hai una seconda azienda che trasforma i prodotti della prima) e verrà tassata come attività d'impresa immagino. Altrimenti non sarebbe una scissione e cadrebbe tutto il castello. O no?
Se sto scrivendo corbellerie correggetemi pure.
Mi preme ancor più trovare la famigerata norma se esiste per leggerla bene e capire sto discorso della prevalenza, se vale per le attività connesse in generale o solo per quelle di trasformazione e tutte le altre eventuali condizioni. Ma senza un articolo di legge davanti non ne veniamo fuori.
Buona notte e buona fortuna
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27/10/2018, 1:05 |
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denispol
Iscritto il: 30/08/2010, 22:20 Messaggi: 127 Località: Veneto orientale...quasi Friuli!
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Il discorso è giusto. Non penso però che una commerciale che trasforma possa stare in piedi se non lavora giornalmente come un qualsiasi laboratorio artigianale, costi e tassazione sono proibitivi se non fai lavorare le macchine a pieno ritmo. A questo punto, secondo me, perdi quello che è il lato agricolo e qualitativo del prodotto: perché rompermi con le mie farine (semina, raccolto, stoccaggio, molitura, trasporti...) quando sul mercato trovi di tutto e di più?!? Farine Italia, farine UE, farine extra UE a costi ridicoli... A questo punto la tentazione è quella di ottimizzare costi e risparmiare le energie. Fare qualità costa ma ti portano su un'altra strada con questo livello di tassazione e burocrazia. Dalle mie parti, dove piantano uve Glera (per poi fare il prosecco) fino a pochi chilometri dal mare.... il vino non si fa più in campo, ma in cantina. Il prodotto deve essere standard, anno dopo anno, e devi vendere senza pensare a tanti fronzoli. Se ho novità mi faccio sentire. Mandi.
_________________ ...più fatti e meno pugnette!!!
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27/10/2018, 15:52 |
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