se ti riferisci alla formula sul calcolo del valore attuale:
V= R [1-q^-n]/(q-1), le seguenti forme sono equivalente:
V=R[q^n -1]/(r*q^n)
basta moltiplicare numeratore e denominatore per q^n.
Secondo me il problema della convenienza o meno,dipende dall'interpretazione del testo,che a sua volta deriva da come i partecipanti (creditore e debitore)si sono accordati.Facciamo qualche esempio per chiarire.
Mettiamo che mi oggi mi sono accordato ed ho stipulato un contratto richiedendo un prestito di 1000 euro e risarcendo il tutto in 10 rate costanti annuali posticipate al tasso annuo effettivo " i ".La rata è univocamente determinata,cosi come il debito residuo,la quota capitale e la quota interessi in ogni istante della durata dl prestito.In ogni istante la somma tra il debito residuo e quello estinto sarà sempre uguale al debito iniziale di 1000 euro.Sono passati 4 anni,e per qualche motivo io DEBITORE decido che voglio chiudere subito pagando il debito residuo rimanente.Supponiamo anche che in questi 4 anni i tassi dei prestiti siano cambiati (senza perdere di generalità diciamo che sono aumentati).Si prospettano 2 possibilità:
1) ricalcolo il debito residuo utilizzando lo stesso tasso del contratto.
2) ricalcolo il debito residuo utilizzando il nuovo tasso di mercato.
E' chiaro che la scelta sarà sicuramente imposta dalle condizioni del contratto,che prevederanno con quale tasso sarà valutato il debito residuo ed eventuali penali.
Supponiamo di escludere penali.(utopia
)
Vediamo le cose dal punto di vista del debitore:
A me conviene calcolare il debito residuo utilizzando il tasso maggiore,infatti così facendo mi troverei una cifra inferiore da sborsare adesso.
Ovviamente dal punto di vista del creditore conviene l'opposto,cioe calcolare il debito residuo usando il tasso più basso..si troverebbe infatti a dover incassare una cifra maggiore.
E' chiaro che il problema non si dovrebbe porre,visto che quel che deve essere fatto è sicuramente già previsto nel contratto stipulato.Non c'è libertà da parte delle parti di cambiare " in corsa le regole del gioco".
Voglio solo mettere in evidenza, che se non vengono specificate bene queste condizioni in un problema,tutte e due le opzioni sono ugualmente valide,non c'è una procedura giusta ed una sbagliata.L'ambiguità nasce dall'ambiguità del testo.
Infatti in alcuni libri si trovano autori che scontano son lo stesso tasso del mutuo,ed altri che scontano con un nuovo tasso.
Se il testo dell'esercizio è chiaro,il problema non si dovrebbe porre!!
ora possiamo vedere il problema anche da un'altro punto di vista...
Mi conviene a me debitore chiudere questo contratto anticipatamente...perchè ho deciso di accendere un nuovo mutuo con altra finanziaria?
Bhè,è chiaro in questo caso che se i tassi si sono alzati,non è una mossa intelligente,pagherei rispetto a prima interessi maggiori a parità di importo finanziato.
Come sempre per il creditore il discorso è invertito..incasserebbe una cifra che potrebbe prestare nuovamente al tasso corrente maggiore e gli renderebbe di più.
In definitiva,se quello che si vuole fare è chiudere un prestito ed accenderne un'altro,il caso più favorevole al debitore è che i tassi di mercato siano diminuiti, ma che il debito residuo sia calcolato col tasso originario del contratto(più alto).Potrà così accendere un nuovo prestito pagando meno interessi.
Ribadisco che sono le condizioni imposte dal contratto a determinare cosa conviene fare...non si può rispondere a questa domanda allo stesso modo per tutti.Poi sicuramente le penali incidono molto...
Non ho approondito poi la diversa tipologia di prestiti a tasso fisso, variabile, o rinegoziabile dopo un certo periodo,o ancora quelli a tasso variabile ma con tetto massimo garantito...
Le finanziarie e le banche si sprecano in queste proposte..e lascio intuire chi è che ci guadagna sempre
Ciao!
Andrea