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COME INIZIARE UN ALLEVAMENTO DI CINTE SENESI - STATO BRADO 
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Iscritto il: 31/01/2012, 14:44
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Ciao a tutti,
chiedo scusa se alcune cose non le ho capite bene dai vostri post precedenti, nel qual caso vi sarei grato anche se mi rimandate alle relative conversazioni, ringraziandovi anticipatamente:
PROGETTO : ALLEVAMENTO CINTE SENESI ALLO STATO BRADO (ZONA CIRCONDARIO DI FIRENZE).
1. So che un’allevamento è considerato allo stato brado se si rispetta un numero massimo di capi (considero capi da ingrasso) per ettaro. Qual’è questo numero? Qualcuno conosce la normativa specifica in cui è possibile trovar riscontro di tale numero.
2. Nel bosco che possiedo ci sono alcune querce, ma la maggior parte sono lecci, questi ultimi vanno bene?
3. Se rispetto il numero massimo per ettaro di cui sopra, ho bisogno di qualche altro permesso specifico a livello sanitario o mi basta il numero di allevamento che mi rilascia l'ASL?
4. Ci sono eventuali normative regionali relative ad impatti ambientali da rispettare ? Ho chiamato l’ARPAT e l’ASL ma entrambi non mi hanno saputo dir nulla in merito. Solo l’ASL, come dicevo sopra, mi ha confermato che mi rilasceranno un numero di allevamento e che dovrò effettuare la registrazione di ogni animale tramite un loro veterinario.
5. Premesso che vorrei utilizzare recinto elettrificato (di cui chiedo delucidazioni nella prossima domanda) per il bosco di mia proprietà e che questo non confina con nessuna proprietà pubblica (strade fiumi edifici pubblici etc..), ho bisogno di chiedere il permesso al comune di competenza per recintare?
6. ho in mente di utilizzare due recinzioni: una a fili elettrificati per cinghiali (3 fili elettrici 25-45-75 cm da terra) ed un'altra con rete metallica elettrosaldata di altezza 1.8 metri esterna a quella a fili. Possono bastare?
7. Considerando 1 solo ettaro di bosco, ad allevamento avviato (ovvero casottini mangiatoie recinti etc.. già fatti), quante ore alla settimana devo spendere, indicativamente, per mandare avanti l’allevamento nel periodo estivo? E nel periodo invernale?
8. Per vendere in futuro i capi vivi, è necessaria solouna semplice partita IVA?

Ringrazio,saluti.
Giovanni


31/01/2012, 16:40
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Dovresti cercare con cura in questa seziine e intervenire chiedendo spiegazioni nella varie discussioni.
Marco

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31/01/2012, 17:23
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Grazie Marco,

questo significa che ci sono le risposte a tutte le mie domande giusto?

Grazie ancora,
saluti
Giovanni.


31/01/2012, 17:43
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Ciao Giova84Fra, indipendentemente dalla razza che vuoi allevare:

Distinzione tra Brado e Semi-brado, anche se ovviamente tra gli allevatori vi sono diverse concettualità.

Nell’allevamento brado gli animali vengono lasciati liberi di pascolare su superfici immense, in modo che gli animali traggano sostentamento dall’ambiente che li circonda. Si tratta normalmente di orde che vivono all’aperto e si riproducono liberamente. Porci rustici, eccellenti pascolatori, grufolatori, instancabili camminatori che trascorrono buona parte dell'anno pascolando nella macchia o nel bosco e nella stagione estiva sulle stoppie di cereali, leguminose o su maggesi. Si tratta di maiali di piccola mole, tardivi nello sviluppo somatico e sessuale, che si macellano nel secondo o terzo anno di vita e producono carne magra. Il contatto con l’allevatore si riduce alla cattura per le vaccinazioni o altre situazioni di pericolo per il porco.
Manodopera necessaria: 2/3 ore a settimana

Si parla di allevamento semi-brado quando la mandria è lasciata libera di pascolare anziché essere chiusa in stalle, ma i capi sono di razza rustica selezionata o di incroci tra razze rustiche e migliorata, la loro alimentazione è integrata giornalmente, questo momento, serve anche per visionarli, inoltre saranno vaccinati e curati in caso di necessità.
Se presa in tempo la scrofa per il parto viene trasferita in ambiente protetto ed idoneo, se no dovrebbe esser in grado di sgravare anche all'esterno.
Manodopera necessaria: 1 ora al giorno

Alcune Info di ordine generale:
Il riferimento per questi allevamenti sono le rispettive ASL, Amministrazioni Comunali ed il Corpo Forestale dello stato: tutela del territorio rurale e montano e delle sue componenti (bosco, suolo, risorse idriche, ecc.)
Un’attenta analisi deve esser fatta sul territorio. I suini allo stato semi-brado svolgono una intensa attività di esplorazione del terreno attraverso il gru¬folamento, questo, insieme al calpestamento, più intenso nelle vicinanze delle mangiatoie e abbeve¬ratoi, può causare il degradamento del cotico erbo¬so, tanto più veloce quanto maggiore è il carico di animali e la piovosità

Fasi del ciclo produttivo
-Complessivamente, dall’avvio della fase di ingrasso alla macellazione, gli animali devono comunque trascorrere almeno i 2/3 della loro vita all’aperto.
-È ammessa la stabulazione o il finissaggio al chiuso per un periodo non superiore ai 4 mesi nell’arco dell’anno, fatte salve specifiche deroghe legate a condizioni climatiche particolare.

Rispetto dell’ambiente
-E’ consentito un carico massimo di capi allevati tale da osservare il rispetto alle norme ambientali che fissano un limite massimo dell’azoto apportabile annualmente al terreno pari a:
- 170 kg di azoto per ettaro in zone vulnerabili;
- 340 kg di azoto per ettaro in zone non vulnerabili.
Fatto salvo il rispetto di questi limiti massimi, è prescritto un periodo minimo di riposo del pascolo pari a 4 mesi nell’arco dell’anno, in modo da evitare un eccessivo calpestamento delle superfici.
-Nel bosco il periodo di rotazione sarà funzionale al mantenimento della rinnovazione naturale.
-Gli animali possono essere tenuti in recinti pari al 10% della superficie disponibile, ma nell’arco dell’anno devono poter pascolare tutta la superficie (la superficie boschiva va intesa come pascolo e/o come riparo; se viene intesa come pascolo può essere compresa nella SAU per il calcolo del carico massimo di azoto).
I corsi d’acqua superficiali che si trovano dentro l’area recintata non possono essere attraversati o interessati in modo continuativo dalla sosta dei suini, pertanto occorrono interventi per impedirne l’accesso.
In ogni caso restano valide le norme di Polizia Forestale e le disposizioni locali in merito all’esercizio di pascolo in aree boscate.



Ricoveri

-Sono richieste capannine parto e/o ricoveri realizzati anche in struttura leggera chiusi almeno su tre lati, anche a carattere temporaneo.

-Gli animali devono essere in grado di entrare ed uscire a piacimento.

-Non sono ammesse le gabbie per la gestazione e lo svezzamento. Al momento del parto la scrofa può essere messa in gabbie parto per problemi di benessere animale, esclusivamente per un periodo limitato.

-I ricoveri devono avere le seguenti superfici minime:

- scrofa allattante più nidiata: 4,5 m2;Verro o scrofa: 1,3 m2
- suino in post-svezzamento fino a 30 kg di peso vivo: 0,20 m2
- magroncello di peso vivo da 30 a 50 kg: 0,3 m2;
- magrone di peso vivo da 50 a 85 kg: 0,4 m2;
- grasso di peso vivo da 85 a 110 kg: 0,45 m2;
- grasso di peso vivo da 110 a 160 kg: 0,6 m2.

Superfici coperte eccessive all’interno dei ricoveri mobili sono sconsigliate in quanto limitano la capacità dei suini di difendersi dalle basse temperature e possono indurli a rilasciare deiezioni internamente, il cui ristagno genera l’emissione di ammoniaca e comporta il peggioramento delle loro condizioni d’igiene e di salute.
Il pavimento dei ricoveri mobili deve essere mantenuto asciutto anche mediante l’impiego di materiali da lettiera rinnovati regolarmente in quantità adeguate secondo le esigenze di comfort igrotermico dei suini. Nelle zone di riposo interne ai ricoveri deve essere evitato il ristagno delle deiezioni.


Recinti e Strutture

-È consigliabile prevedere elementi che impediscano l’ingresso e il contatto con ungulati selvatici
attenendosi alla normativa regionale vigente.

-I recinti interni devono essere concepiti in modo da consentire una corretta rotazione degli animali.

-Presso l’allevamento, deve essere presente una zona di cattura per singolo animale, finalizzata all’effettuazione delle ispezioni sanitarie.

-Distanze delle aree di allevamento con pascolo da centri abitati e/o residenza abitative: l’ubicazione degli allevamenti deve essere compatibile con le norme dei regolamenti delle Amministrazioni Comunali.

-Le aree recintate devono essere dotate di strutture e attrezzature per l’abbeverata e la distribuzione di alimenti adeguati alle esigenze dei suini e tali da limitare al minimo le possibilità di contaminazione dell’acqua e degli alimenti e le conseguenze negative derivanti da rivalità tra gli animali. I depositi di mangimi e di materie prime devono essere protetti da roditori e insetti.

-Deve essere presente un punto di abbeveraggio sempre attivo.

-Durante la stagione estiva è obbligatoria la presenza di aree ombreggiate naturalmente o artificialmente di superficie adeguata al numero di suini presenti; in alternativa possono essere allestite aree umide che consentano a tutti i suini di bagnarsi la cute (per esempio pozze o vasche di ampiezza adeguata oppure ugelli spruzzatori).

-Devono essere segnalati i fili elettrificati esterni mediante appositi cartelli e mantenuti in buono stato i collegamenti elettrici.

-Le recinzioni devono essere mantenute in buono stato.

-Presenza di una cassetta per pronto soccorso e di estintori nei pressi dell’allevamento.

E altre cose ancora puoi trovare nella sezione. Saluti mf

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Wendell Berry, diceva “ se mangio carne voglio che venga da un animale che ha vissuto una bella vita all’aperto, senza affollamenti, su pascoli abbondanti, con acqua buona e alberi per ombra"...

http://www.leselvedivallolmo.it

Il prosciutto insaccato (TerrAmica nr. 0): http://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_0_2014/49?e=10353070/6348207
L'arte dell'insaccato (TerrAmica nr. 4): http://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_num4_issuu/41?e=10353070/32332678
Il Salame Campagnolo (TerrAmica nr. 5): http://issuu.com/associazionediagraria.org/docs/terramica_nr_5_issuu/45?e=10353070/36962323


01/02/2012, 13:18
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il cinta senese si adatterebbe bene in un posto come il cilento?


04/02/2012, 20:50
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federico98 ha scritto:
il cinta senese si adatterebbe bene in un posto come il cilento?


ho degli amici che li allevano allo stato semibrado tra Pioppi ed Ascea.
Io ne sto allevando uno ad Eboli

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"...vegnarà anca par tì quel del formaio..."


10/02/2012, 11:16
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Nessun problema, saluti, Mario


10/02/2012, 14:52
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Buonasera, è la prima volta che intervengo direttamente in una discussione e lo faccio per chiedere una precisazione a Mario Francesco Carpentieri.

“Non sono ammesse le gabbie per la gestazione e lo svezzamento. Al momento del parto la scrofa può essere messa in gabbie parto per problemi di benessere animale, esclusivamente per un periodo limitato.”

Esiste una legge, un disciplinare che vieta l'uso di gabbie di gestazione/svezzamento per l’allevamento brado e semibrado? In tal caso potrei averne il riferimento?

Grazie mille!

Almafnf


10/12/2015, 17:05
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Parli di allevamento biologico?

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10/12/2015, 18:22
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No, non intendevo biologico.

Sto cercando di capire alcune distinzioni sull'allevamento suinicolo in Italia.

So che esiste una legge specifica che regola il biologico a livello europeo e che proibisce le gabbie di gestazione. Mi chiedevo se, per quanto riguarda il brado e il semibrado in Italia, esiste una legge a tale proposito o se la scelta dipende dai "gusti" del singolo allevatore.

Grazie!


10/12/2015, 18:33
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