giuliano76
Iscritto il: 16/09/2009, 12:36 Messaggi: 14
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L'isolamento in parte puó spiegare questo fenomeno (penso all'isolamento politico-economico della Spagna, piú che a quello geografico, che avrá limitato negli anni quaranta cinquanta, l'importazione di suini britannici), ma in parte é anche una scusa e copre il sostanziale disinteresse dell'italiano medio verso l'autoctono fino a una quindicina d'anni fa, quando Bezzini, Parisi, Cattaneo (gli ho scritto un email perché ci ripensi e non abbandoni quello che é il nucleo piú antico di cinte esistenti al mondo) slow food e via dicendo iniziarono i primi passi....se la Spagna fosse emersa nel mercato globale con il suo maiale iberico vent'anni prima, avrebbe alimentato il risveglio delle razze italiane, e forse saremmo riusciti a salvare anche il maiale nero abruzzese, quello di Fagagna e, perché no, la cavallina lucana...ci sono paesini di Basilicata, Calabria e Sardegna dove la luce elettrica é arrivata da quindici anni e che certo non sono meno isolati, anche per ció che concerne i trasporti, dei paesi dell'Estremadura o dell'Andalusia. Conosco bene la Spagna centrale: a Soria, dove si producono ottimi salumi, e ci sono paesi semiabbandonati dove manca l'acqua, il maiale rosa é l'unica realtá esistente da cinquant'anni almeno, come in Italia. Altra questione: abbiamo un territorio meno esteso e boschi piu variegati in quanto a flora, difficilmente in Italia si ritrovano boschi di sole querce e quindi difficilmente potremo riprodurre in quelle quantitá qualcosa di simile al prosciutto e altri derivati iberici...peró abbiamo un maiale che é praticamente uguale, come dimostra quella foto, a una varietá dell'iberico, che é appunto il casertano... e abbiamo altre peculiaritá che dovremmo valorizzare: penso ai boschi di fragni della Puglia, unici in Europa e forse presenti solo in Croazia, che danno ghiande giganti (ho assaggiato il capocollo della corte dei Fragni). Mi sapresti dire dove posso informarmi sulla storia del maiale iberico...quando fu salvato dall'estinzione e come fu guidato il ripopolamento (credo che Sánchez Romero fu tra i primissimi trasformatori, un po' il Cattaneo spagnolo) e quante sono le razze autoctone suine spagnole? Tempo fa lessi in una rivista iberica del recupero del chato murciano...sará un recupero simil casertano? Sulle qualitá e origini del porc noir de bigorre ne sai qualcosa? allargo i confini della cinta all'intero mondo, e chiedo scusa per le domande, ma in fin dei conti é la globalizzazione...grazie.
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giuliano76
Iscritto il: 16/09/2009, 12:36 Messaggi: 14
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Cattaneo non abbandona...mi ha risposto quasi stizzito dicendo che non so chi mi abbia detto una cosa del genere...mi ha confermato che partí con 3 soli animali comprati 18 anni fa dal Bezzini...da quei 3 animali sono stati costituiti 201 allevamenti...viva la Cinta e sarebbe il caso di premiare in qualche modo sto Cattaneo per tutto quello che ha fatto...
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Mario
Iscritto il: 03/05/2008, 19:41 Messaggi: 5680 Località: Firenze
Formazione: Perito Agrario - Dottore in Agraria
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Benissimo, questa è una buona novità, evidentemente il grande Carlo ci ha ripensato, meglio molto meglio, saluti Mario
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bat62
Iscritto il: 29/10/2009, 19:39 Messaggi: 12 Località: Veneto
Formazione: perito agrario
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ciao........vi posso confermare che di sicuro Bezzini Giuseppe e Andrea figlio hanno contribuito a salvare la cinta senese con l'aiuto dei fratelli Grassi Dino e Alvaro di San Geminiano Sovicille Siena ho caricato i grigi per tanti anni..............ciao
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