Leggendo alcuni messaggi, appare opportuno riunire le info più significative, sull'alimentazione e gestione delle scrofette/scrofe. Ricordando che: La razione destinata alle scrofette non deve contenere i livelli nutritivi adottati per gli animali da ingrasso, e che se la razione è bilanciata la scrofetta sarà prolifica. In attesa delle considerazioni postate da marco62, dalla milli e da quanti hanno esperienza in gestione delle scrofette, inizio nell'allegare unarticolo datato ma sull'argomento di Maurizio Sassi. saluti mf
Formazione: laurea umanistica, esperienza in sala parto suini e fecondazione artificiale
Re: Alimentazione e management delle scrofe
25/03/2013, 21:03
faccio solo alcune considerazioni... L'articolo (pdf Alimentazione scrofette) è interessante, pone in luce la necessità di dare cure particolari alle future scrofe, perchè il patrimonio di ovuli sono presenti in totale già alla nascita e poi vanno tutelati con un'alimentazione adeguatamente ricca per avere scrofe sane , prolifiche e longeve. Però bisogna tenere conto anche che l'articolo è del 2008, già 5 anni fa. Alcune tabelle mi sembrano un po' datate, come il numero degli svezzati che è considerato basso attualmente e per il fatto che non si coprono più scrofette troppo giovani. E' vero che si tende a riformare le scrofe dopo 2 o 3 anni, ma noi abbiamo ancora alcune scrofe con 4 anni di carriera e 9-10 parti all'attivo ( 10-11 suinetti svezzati in media perchè sono prolifiche, lattifere e non schiacciano). Che significa? Primo che ci vuole una buona genetica, una cura e selezione fin dalla più tenera età e..anche un po' di fortuna.
Colgo l'occasione per inserire un ringraziamento alla Milli per il suo intervento che amplifica la necessita di attenzioni verso l'allevamento di una scrofetta sin dai primi momenti ! grazie
Sull’argomento Esempi di Formulazione, si potrebbe discutere per giorni senza arrivare a una univoca conclusione: sono differenti le formule adottate da allevatori e tecnici del settore, influenzate da molteplici fattori tra i quali: -la variabilità delle materie prime ( in funzione di cultivar, modalità di essiccamento e conservazione); -gli additivi utilizzati; -tipo di genetica allevata; -tipologia di distribuzione degli alimenti (a secco, bagnato, gestione manuale o automatizzata); -formazione professionale del responsabile dell’alimentazione (con la consapevolezza che nella maggior parte dei casi, ci rivolgiamo ad allevatori amatoriali).
In conclusione, volevo anticipare che gli esempi che a seguito vi riporterò non riusciranno a soddisfare le esigenze di tutti, essi devono essere considerati un campione delle possibili combinazioni di formule per scrofette/scrofe, nelle diverse fasi produttive e non un modello rigido da seguire.
Gli esempi di formulazioni sono riportati dal: “Prontuario degli alimenti per Suino” di Daniele Cevolani saluti mf
Parlando di riproduttori la letteratura e la pratica dimostrano che alimentando in modo anomalo, es scrofe grasse o eccessivamente magre comporta turbe della fecondità. quindi occorre parlare di riserve adipose e di energia della dieta. La selezione è tesa ad ottenere animali sempre più magri, negli ultimi anni si è ridotto lo spessore del lardo di oltre il 25%. Quindi per ottenere elevata fecondità si ritiene che le scrofe debbano aumentare di 3 mm lo spessore del lardo per ogni gravidanza e diminuirlo di 4 mm per ciascuna lattazione, cosi che il valore nutritivo dell' alimento assume nei diversi momenti dell'arco produttivo un ruolo di primordine. Per ottenere una buona fecondità si comincia dalle scrofette di 30 kg. che fino all' età di 4 mesi fino a 50-60 kg. vanno alimentate con livelli nutritivi elevati, per poi limitarli nei 2-3 mesi che seguono, cosi facendo si impedisce un eccessivo ingrassamento dannoso per la fertilità, e potrebbe portare ad una mortalità prenatale e neonatale. Mentre in gestazione in base all'assetto ormonale della scrofa dobbiamo favorire lo sviluppo corporeo e il ripristino delle riserve adipose, eccessi energetici risultano dannosi in quanto: costituiscono un ingiustificato spreco, favoriscono nella prima parte della gravidanza il riassorbimento embrionale, inducono ad un eccessivo ingrassamento, deprimono l' appetito delle scrofe durante la successiva lattazione quindi accentuandone il dimagrimento e aumentano l' incidenza di agalassia e ipogalassia. Perciò nei primi 3 mesi di gestazione 6000- 7000 Kcal. ED pari a 2,4 - 2,5 kg/capo/gg, nelle ultime 2-3 settimane aumentare di 1 kg o poco più per: aumentare il peso, vitalità dei suinetti, la secrezione colostrale e lattea post-partum. Un capitolo a parte occorre per parlare di alimentazione dopo il parto.
Formazione: laurea umanistica, esperienza in sala parto suini e fecondazione artificiale
Re: Alimentazione e management delle scrofe
29/03/2013, 17:15
quello che mi lascia un po' perlplessa è il concetto di cibo a volontà. Per quel che so io va sempre razionato, razioni giuste, da aumentare se il caso , ma sempre razioni. Evidentemente lo studioso non ha il problema di far quadrare i bilanci. Inoltre si dà per scontato che ci sia un impianto di alimentazione automatica.
Il cibo a volonta, è comunque per un periodo limitato, fino a 60 kg con una mangiatoia tipo mangia-bevi o dotate di antispreco, limiti, per poi passare al razionamento fino al primo calore, dove di solito non effettui la copertura, e ritorni a volontà fino al prossimo calore (effetto flushing) per poi razionarle di nuovo dalla copertura in avanti. Il concetto è quello di avere alla copertura animali di peso giusto e soprattutto con uno spessore di lardo dorsale in p2 non inferiore a 20 mm , nelle razze specialmente negli ibridi di oggi è indispensabile, per avere longevità e produttività. Queste sono linee generali da seguire, per l' allevamento intensivo occorre tener conto di molti altri parametri: stato sanitario, management, ambiente, alimentazione, razze ecc.. La maggior parte degli utenti del forum dispone di mandrie limitate e spesso razze rustiche con problematiche opposte, quindi poche cose ma fatte secondo i canoni.
Parliamo di lattazione: uno degli obbiettivi fondamentali al termine della lattazione è contenere la fisiologica perdita di peso delle scrofe che in generale si stima sui 10-15 kg. oltre si possono compromettere le performance future. Un errore frequente è quello di razionare in modo troppo severo le scrofe, si passa dai 3 kg. e più ai 2 kg. scarsi, una volta in sala p. per poi proseguire in modo più severo all' avvicinarsi del parto previsto. Se da un lato è bene non eccedere con il mangime, dall' altro non dobbiamo dimenticare che dare un quantitativo basso è fonte di stress e conduce a stitichezza e si instaurano meccanismi perversi che interferiscono nelle lattazioni future. Nel gg. del parto non si somministra mangime o un poco se la scrofa mostra volontà, le difficoltà giungono il gg successivo del parto e entro la prima settimana di latt. infatti dal 10 gg. in su l' obbiettivo è massimizzare il consumo di alimento, qui ci sono varie scuole e curve di alimentazione per ottenere ciò, quella U.S.A. che somministra 2,5 kg. di mangime x i primi 2 gg. per poi andare a volontà, in europa si alimenta con quantitativi più bassi, con curve differenti x scrofe e scrofette, la tesi olandese parte da 2kg. al 1° gg. di latt. e si cresce di 500 gr. gg. per i primi 9 gg. mentre x le scrofe adulte si parte da 3kg. e succ. 500 gr. sempre fino al 9gg, quella danese che parte indifferentemente da 2 kg. x scrofe e scrofette al 1° gg fino al 4° per poi aumentare di 1 kg. al 5° gg. e di 500 gr. ogni gg. successivo fino al 9gg dove si raggiunge i 6,5 kg. e oltre. Naturalmente il consumo è legato a vari fattori quali: la temperatura, sopra i 22° gradi si abbassano i consumi, ogni °C che sale cala il consumo di 0,1 0,2 kg./gg, dalla disponibilità di acqua, una scrofa beve dai 20 ai 35 litri con picchi di 50 litri in condizioni estive (anche se è difficile quantificare lo spreco) l'abbeveratoio dovrebbe avere una portata di 2 l/minuto , somministrare l'alimento bagnato aiuta. Nel numero di pasti, per favorire l'ingestione si introduce il 3° pasto, però è stato verificato che se il 3° pasto si somministra in un arco di 9-12 ore è poco utile e non contribuisce all' effettivo aumento di ingestione, quindi è consigliabile introdurlo dopo il 7° gg. e ben distanziato di ore, la somministrazione notturna x usufruire delle ore di fresco aiuta. Chi si sforza di alimentare al massimo le scrofe in lattazione raccoglie i frutti a 360° cioè: più nati, più svezzati, meno ritorni, meno riforme, suinetti più pesanti allo svezzamento.
salve, sono sergio dalla Sardegna, io volevo info per quanto riguarda l'inseminazione. ho una piccola porcella di 5 mesi che vorrei far inseminare con seme cinta senese secondo voi è possibile e come mi dovrei muovere. Grazie