Questa è una "ricetta " dei tempi della fame, e in Romagna di fame ce n'era tanta, non c'è una quantità definita (era sempre poca), si usava il guanciale rimasto dall'inverno prima che irrancidisse del tutto, l'aglio verde per insaporire (e come vermifugo
) e l'aceto forte, non è necessariamente una prelibatezza, la inserisco perché non se ne perda la memoria:
tagliare a fette sottili la goletta (guanciale), mettere in una padella di ferro con poco olio o strutto, far soffriggere il guanciale finche non sarà un po' "crispy", aggiungere l'aglio fresco senza bruciarlo e poi staccare il fondo di cottura con una spruzzata di aceto rosso forte: versare guanciale e fondo di cottura su fette di pane lievitato o non (piada); l'aceto stempera il grasso di maiale (come il limone sui ciccioli) e allunga il sughetto.
A mio padre ottantaseienne, che la fame l'ha vista materializzarsi in più occasioni, e ha un buon ricordo di questo cibo robusto, ne preparo una versione molto mini: mezza fettina di pane appena unta e un pezzettino di guanciale spolverato con l'aglio (se volete potete provarla così, come antipasto)