Mi scuso se sto ancora divagando su aspetti, che anche se pertinenti, sono già stati discussi in altre sedi o dati per scontati ma lo scopo è sempre quello di arrivare a una linea guida chiara e funzionale per il piccolo allevatore che vorrebbe, nei sui limiti, selezionare con professionalità.
Prima però chiarisco un punto
alessiozanon ha scritto:Chi dice che in Veneto si fa selezione tramite il DNA ?????? Vi rendete conto che una affermazione del genere peraltro riportata da non si sa chi è priva di qualunque fondamento scientifico serio.
Non so chi lo dica, personalmente ho parlato di conservazione, non selezione, consapevole della differenza che passa tra le due e lo stesso concetto è ben descritto sull'opuscolo divulgativo del progetto COVA (
http://www.venetoagricoltura.org/upload ... vicoli.pdf)
Riprendendo in mano l'opuscolo ne approfitto per evidenziare un'altro punto, a mio avviso, molto significativo:
" LA VARIABILITÀ GENETICA - E' importante ricordare che gli individui che formano la popolazione di partenza o base population siano scelti ai fini di massimizzare la variabilità genetica tra loro. ..."la conseguenza di questa scelta è ben visibile andando a visitare uno dei centri affidatari del progetto, dove alla prima osservazione è subito ben evidente la grande disomogeneità morfologica che distingue i vari soggetti già marchiati come riproduttori.
Tornando allo standard rimane per me uno dei punti critici, senza riportarlo nuovamente FIAV si è detto non avere i requisiti e/o l'autorità per definire uno standard, altri enti o istituzioni non mi pare mostrino interesse per la razza se non limitatamente al progetto conservativo sopracitato, possibile che l'unico documento guida esistente è una versione di standard scritta nel 1989 dal sig Pietro Gemelli? Il cui unico credito pare sia solo l'essere stato scritto nel '89? Dove sono i documenti che hanno accompagnato la Robusta Lionata durante il suo lungo percorso di selezione e perchè non vi è mai un riferimento? Se le cose stanno realmente così è come pensare di ridefinire una razza basandosi su un dipinto del '700, che per bello che sia non c'è modo si sapere quanto sia o fosse realistico. Mi permetto una nota, se tra i difetti gravi c'è il bianco negli orecchioni che di principio non era presente, quelli che che Gemelli osservava forse erano già in buona parte meticciati!?
Faccio un'ultima parentesi sulle foto, che di per se posso essere molto utili, ma la frase "
riproporre per la millesima volta una foto che fuga ogni dubbio e parla più di mille parole" se da un lato ne sottolinea la rappresentatività dall'altro da la sensazione che siano molto poche le foto o i soggetti che possano essere ritenuti punti di riferimento. Casualmente vorrei però fare notare un dettaglio, che certamente tutti hanno notato, ma che mi lascia un po' perplesso ed evidenzia, a mio parere, uno dei limiti che una foto può avere.
Ripropongo due delle foto appena inserite, per la milleunesima volta!
Per quei pochi che non se ne fossero accorti, le due foto ritraggono lo stesso soggetto, in due fotogrammi differenti ma molto vicini tra loro, la differenza sostanziale sta nel colore che viene rappresentato, vuoi perchè una è ripresa da una stampa su carta, vuoi per la saturazione e il contrasto le due livree appaiono cromaticamente in gradazioni differenti. Certamente l'allevatore esperto è più interessato alla presenza e posizione dei colori che alla saturazione che questi possono avere in una foto, rimane però un dettaglio, che riferito ad uno degli argomenti lungamente discussi in queste pagine, può lasciare qualche dubbio
sono sovrapposte due parti delle due foto (chiaramente non ritoccate) e anche se l'ingrandimento e la perdita di qualità accentuano forse l'effetto, una appare nettamente nera, l'altra certamente scura ma volendo anche bruna.