Brava ZiaRina questo detto come giustamente affermi è stato oggetto di molte discussioni sul significato.
Potrebbe avere il significato che la Mugellese era una razza nana nota nella zona fin dal 1820 ., ma in questo caso non si capisce come sia sfuggita alla lunga disamina portata avanti dai numerosi scrittori di avicoltura del passato che scandagliavano le nostre campagne in cerca di razze e varietà nascoste.
Potrebbe indicare le condizioni difficili del luogo che influivano sullo sviluppo e crescita del pollame locale.
Oppure riferirsi a particolari aspetti morfologici o commerciali del pollame (es. Polli adulti che si vendevano come giovane pollame)
Una risposta ci viene parzialmente da un altro detto popolare veneto che confuta la presenza del pollo nano Pepoi in antichità.
"la galineta pepola la fa tre ovi al dì; se non la fosse pepola la gh'in faria de pi".
Questo detto sembrerebbe fare riferimento ai piccoli polli Pepoi riaffermandone la loro antichità .
La realtà documentale ci spiega invece che anticamente per peppola si intendeva un altra razza.
Con ogni probabilità venute meno queste galline a zampe corte ma di dimensioni normali, i Pepoi ( razza bantam introdotta e naturalizzata)presero il posto della vecchia razza nana anche nei detti popolari come questo.
Ecco cosa si intendeva per pollo nano prima dell'avvento dei polli nani autentici (armonici)di importazione .
LA NANA
Conosciuta nella provincia di Padova anche come "gallinetta pepola", se ne potevano trovare dei buoni soggetti in molte aziende agricole (Mazzon I., 1934). L'origine di questa razza dalle gambe corte è sconosciuta, ma la presenza di razze a tarsi corti è ben documentata in molti stati europei ed orientali (Kruper, Courtes Pattes, Scots Dumpy, Nagasaki ).
http://www.agraria.org/polli/courtespattes.htmhttp://www.agraria.org/polli/krueper.htmhttp://www.agraria.org/polli/scotsdumpy.htm La taglia della razza, da quanto rilevato dal Mazzon, era maggiore della comune "Megiaròla". Era una gallina dal temperamento docile, molto apprezzata come chioccia, in quanto, in ragione dei tarsi molto corti, si allontanava poco dalla casa colonica affaticando meno i giovani pulcini. L'aspetto era quello del tipico pollo italiano, con cresta semplice, bargigli di media lunghezza, orecchione bianco e livrea per lo più nera a riflessi metallici blu e verdi. Il portamento del corpo era alquanto allungato, tanto che alcuni, descrivendola, parlano di aspetto da palmipede. Il tarso era nudo di colore ardesia, ma col tempo l'abitudine di non mantenere il gallo di questa razza finì per inquinare geneticamente la progenie che perciò poteva presentare tarsi calzati e aspetto meno tipico. La gallina Nana sembra fosse assai propensa alla deposizione, tanto che, un motto tramandato dalle contadine venete, ed ancora oggi in uso, diceva: "la galineta pepola la fa tre ovi al dì; se non la fosse pepola la gh'in faria de pi".
L'allevamento della razza Nana presentava alcune difficoltà: soprattutto i pulcini, in ragione delle loro zampe piuttosto corte, toccavano quasi a terra con l'addome ed erano soggetti, nei climi umidi del Veneto, ad ammalarsi facilmente. Questa razza non lascia attualmente traccia nella popolazione avicola italiana e, del resto, tutte le razze europee a tarso corto sono andate incontro ad un grande regresso numerico. Attualmente è in uso la denominazione "pepoi" per descrivere alcuni polli nani a piumaggio bruno dorato allevati nel Veneto, ma nulla si ha in comune con la razza Nana che, mantenendo la taglia di una comune gallina, presentava esclusivamente la riduzione della lunghezza del tarso.