scusate se mi intrometto nel discorso molto acceso ma io mi volevo far spedire delle uova di questa splendida razza da un allevatore trovato sul forum di torino ma gli evo chiedere uova di gallie di un determinato colore
Puoi farti spedire delle foto dei riproduttori. In questo modo sei più sicuro di quello che compri. Ovviamente chiedi da dove provengono i riproduttori . Tracciando in questo modo è più difficile andare incontro a delusioni. Ciao
Non per polemica ma per confronto riporto quanto pubblicato dal dottor zanon: [color=#FF0000]Variati sono i mantelli della gallina italiana, così abbiamo la bianca, la nera, la gialla, la bleu, la rossa, la cucula, la screziata, l’ermellinata, l’argentata, la pernice gialla, ecc., ecc., e qui bisogna, purtroppo, riconoscere che questi diversi mantelli si devono alla combinazione, poiché provatevi a mettere assieme un gruppo di comune mantello ed assicuratevi che, salvo poche eccezioni, otterrete allievi diversamente colorati. Che differenza, invece, col Leghorn; questi soggetti mostrano la più perfetta fissità del loro colore. Però il pollo italiano si riscontra in Germania a mantello fisso come il Leghorn, mentre nel nostro bel paese viene totalmente trascurato da questo lato, e difatti i prodotti provenienti dall’Italia non vengono garentiti menomamente sulla fissità del mantello. Certamente si prova una penosa impressione di vedere che gli americani prima e poi i tedeschi provvedano a ciò che noi beatamente trascuriamo; orsù scuotetevi allevatori indolenti, è un lavoro da niente che vi si domanda: nella riproduzione accoppiate sempre galli e galline di eguale mantello e tenete da parte gli allievi che si riproducono simili ai genitori, e potrete essere sicuri che in 5 o 6 generazioni otterrete la fissità della livrea.
Purtuttavia fa mestieri riconoscere che esistono delle aziende di campagna ove si riscontrano interi gruppi a manto uniforme ed auguriamoci che questi rari esempi possano trovare imitatori. Lo scrivente ebbe occasione di osservare presso la capanna d’un accenditore di carboni, in un vasto bosco della bassa Italia, uno splendido gruppo di due galli e 7 o 8 galline a manto camoscio d’una perfezione unica – naturalmente si fece subito richiesta d’acquisizione, ma il padrone non volle privarsene, ad onta dell’offerta vantaggiosa; egli, da vero appassionato amatore qual’era, asseriva che i suoi polli erano unici nel genere, perché davano sempre allievi a manto camoscio, e ciò appunto perché da anni allevava quella varietà. Quanto buon senso, quanto gusto pel bello in un uomo confinato tutto l’anno nei suoi boschi; pingui droghieri, indolenti allevatori, indifferenti contadini, prendete ad esempio l’opera di quell’uomo dei boschi e popolate i vostri cortili, le vostre campagne di polli decenti – a voi tocca la riabilitazione della nostra gallina italiana.[/color]
A me pare che l'autore di questo articolo, sia molto dispiaciuto del fatto che vengano allevate le nostre razze in promiscuità. Questo lui lo rimanda all'incuria dei contadini a favorire la selezione delle colorazioni fisse.
ci vede come pigri allevatori rispetto alla germania e all'America.
E' esattamente quelo che penso io.
Se continuiamo all'infinito in modo promiscuo, non avremo mai nemmeno la fissità nel promiscuo, ma un continuo promiscuo che creerà solo nuove colorazioni miste. Questo porterebbe ad aumentare l'elenco delle colorazioni nello standard depositato, facendo venire meno quella tassatività tipica di ogni elenco normativo. In semplice, Se si amplia sempre a dismisura negli anni un elenco che ricomprende le colorazioni ottenute dall'allevamento promimscuo non si avrà mai unno standard serio.
Non facciamo i pigri o i frettolosi come ci consiglia lo studioso.
Per avere un buon risultato di recupero e selezione..pensiamo a fissare le colorazioni per essere poi competitivi con ognoi altra razza che si rispetti.
La livorno ha le sue colorazioni e chi le alleva in modo promiscuo compoie una bestemmia anche se le massaie maremmane o senese o livornesi o fiorentini allevavano queste razze in promiscuità. Per le siciliane idem...sicuramente le massaie le allevavano in promiscuità, ma non mi sembra che non esistano delle colorazioni. e così per tutte le altre razze.
Se uno che ha le siciliane in promiscuità spunta una siciliana collo nero e testa gialla, non mi sembra che la selezioni e ne dia un nome a questa colorazione, ma la scarta per continuare a tenere le oro le nere o le bianche che siano.
Con questo vi dico che domenica avrete le foto di tutti i miei nuovi soggetti.
desmoalex ha scritto:Alessio una domanda?? essendo state allevate sempre in promisquità gli animali, dopo quanto tempo accoppiando polli dello stesso colore ti troverai che nasceranno pulcini solo di quel colore???
Mi fa piacere vedere che adesso sposi la teoria di fissare i soggetti in colorazione. Non eri fervente sostenitore dell'allevamento promiscuo??
buona norma è è citare le fonti bibliografiche, in questo articolo si parla genericamente di una razza italiana di pollo, presumibilmente la Livorno, se così fosse il discorso non fa una piega. Io allevo in promiscuità la romagnola ormai da 15 anni e non mi sento un allevatore di serie B.
Non è una questione di sentirsi allevatori sdi serie B, ma cercare di creare una selezione di Serie A.
E' logico che l'allevamento degli anni cui ci si riferisce doveva essere promiscuo. Molto probabilmente non avevano tutto questo tempo da sprecare nel costruire 10 pollai per la selezione. Lo vedevano come un allevamento di sostenetamento, serviva per sfamare la famiglia è normale che non si badasse troppo alla fissità della colorazione(anche se buona regola fa il vanto e l'interesse dello studioso nell'aver visto la piccola colonia del boscaiolo.). Addirittura da quanto era da apprezzare un gruppo di galline identiche lo studioso prima citato voleva acquistarla; il boscaiolo sicuramente persona a cui il denaro avrebbe fatto molto comodo, non la mollò per niente al mondo.
Allora mi chiedo perchè del modello del passato dobbiamo prendere quello promiscuo per necessità e non migliorare come a loro non era possibile fare.
Sapete che meraviglia presentarsi alle mostre con ognuno le sue romagnole in colorazioni ben fissate, invece che dire Romagnola! potremmo addirittura notare, come per le livorno, se ci fosse una delle colorazioni riconosciute che è più produttiva dell'altra, se qualche colorazione fa uova più pesanti, con più colesterolo...etc etc..
vogliamo privarci di questa importante possibilità??'
Continuiamo pure a dire che l'allevamento storico era promiscuo e che adesso viene selezionato in colorazioni fisse.
Mettendoci d'accordo creeremmo un consorzio , anche solo sostanziale, di allevatori con ognuno le sue colorazioni e la gallina da noi tanto amata potrà finalmente avere la dignità di tutte le altre razze..
Di solito sono persona equilibrata, Erano di certo riferite ad altra razza o popolazione rispetto alla Romagnola. Forse devo essere più esplicito, io sono un allevatore di serie A, allevo da vent'anni e con successo numerose razze sia auctoctone che no. Allevo anche colombi anatre tacchini e faraone di varietà e razze diverse. Proprio per questo ritengo che il voler uniformare i colori di questa razza sia un errore.
Da esterno al mondo degli allevatori di razza romagnola esprimo alcune considerazioni.
Partendo da aspetti generali direi che la perfezione non risiede necessariamente nell'uniformità, serialità e repricabilità di soggetti in serie, quasi fossero delle stampe immortalate, ma nella variabilità dei caratteri nella possibilità che gli stessi possano replicarsi per diverse generazioni senza che la popolazioni subisca impoverimenti genetici, sanitari, di conseguenza produttivi.
Spesso dietro mire perfezionistiche puramente estetiche si celano vanità e meccanismi surrogati di compensazione personale, questo l'ho evinto in molte circostanze e conoscendo molte persone che si occupano di allevamenti di varie specie animali esclusivamente di razza. Non mi voglio però addentrare in queste sede in analisi parapsicologiche e sociologiche anche se è sempre secondo me interessante interrogarsi sulla natura di alcune preferenze e tendenze.
Venendo al caso delle romagnole, se da una parte può sembrare auspicabile avere colorazioni stabilizzate, per alcuni anche poter esporre con proprio vanto in manifestazioni avicole, dall'altro credo si sottovaluti e si snobbi un po' la storia passato e l'impostazione adottata non vorrei dire ma per decenni, cinquantenni, secoli, e via dicendo...questo per dire che c'era sicuramente una saggezza più profonda nelle massaie che allevavano in modo promiscuo il loro pollame, grazie a loro e a quanti si sono occupati della conservazione e recupero, noi oggi possiamo disporre di alcuni discendenti.
Grazie Giuseppe, hai colto il senso di quello che ho voluto comunicare a tutti. Quella variabilità di colori era auspicata e cercata dalle massaie, così era più facile riconoscere i propri animali da quelli del vicino e anche perchè una gallina che faceva l'uovo la si poteva distinguere da quella che era meno produttiva. Empirica e dettata dalle osservazioni spicce se pur molto efficace e certamente SELEZIONE. Io ho avuto la fortuna di sentirle raccontare queste cose da gente della mia famiglia, siamo molto longevi è ho conosciuto la bisnonna che lavorava con i polli.
Naturaliter ha scritto:Da esterno al mondo degli allevatori di razza romagnola esprimo alcune considerazioni.
Partendo da aspetti generali direi che la perfezione non risiede necessariamente nell'uniformità, serialità e repricabilità di soggetti in serie, quasi fossero delle stampe immortalate, ma nella variabilità dei caratteri nella possibilità che gli stessi possano replicarsi per diverse generazioni senza che la popolazioni subisca impoverimenti genetici, sanitari, di conseguenza produttivi.
G.
Potresti spiegare meglio quanto hai espresso?... La perfezione risiederebbe nella "variabilità dei caratteri"(?) e nella possibilità che i caratteri (variabili) possano replicarsi?