mazza59 ha scritto:
Concorderai con mè spero che avere una bella modenese frumento sia meglio di una collo oro assimilabile ad una tozza livorno.
Concordo con quest' affermazione, oltre tutto anche a me piacerebbero avere soggetti più uniformi e standardizzati, ma mi chiedo se abbia senso per il bene delle stessa razza, in base ai dati pervenuti, pochi in verità, eliminando quindi dalla selezione soggetti meno uniformi ma che rappresentano una risorsa genetica.
Sembra che la popolazione delle Modenesi fosse ridottissima, e che la riselezione sia ripartita a partire dai soggetti appartenenti ad una sola famiglia o quasi, lo potrà dire, se lo vorrà il diretto interessato Giuliano. Attualmente mi piacerebbe sapere a quanti soggetti grosso modo ammonta e quale è stata la sua diffusione, dopo il disciplinare a cura di Zanon per l'Università di Parma.
Il capitolo colorazioni resta in parte ancora oscuro e controverso, per alcuni aspetti, forse dietro l'antica denominazione di "fulvo", un po' generica e superficiale, e attribuita per rassomiglianza, era compreso un range ampio, dal frumento, al camoscio, al biondo, ci facevano entrare anche perniciati e bruni...
Quasi nessuna delle antiche razze italiane sembra però essere stata allevata in modo rigoroso e standardizzato, eccezion fatta forse per il tipo livorno, abbastanza identificabile perchè in presenza d'incroci erano facilmente evidenti gli effetti, ma parlando di razze di struttura un po' più robusta e grossolana la cosa credo sia un po' diversa.
Dicevo popolazioni in quanto alcune non hanno avuto anche i presupposti di standardizzazione della tipologia, morfologicamente e a livello degli aspetti produttivi. Un esempio analogo sono i polli di Morozzo.