io mi ricordo il pollaio di mia nonna. parlo di anni '70/metà anni '80.
era una stanza della casa o di un minifabbricato attaccato ad essa. si trovava sopra il forno a legna
in pratica i polli per entrare nel pollaio con una scaletta passavano davanti la bocca del forno. lo stesso forno dove poi in molti finivano arrosto
problemi di convivenza forno/polli non ce n'erano perchè tanto il forno l'accendevano di mattina quando i polli erano già alzati da un po' e la sera quando rientravano era già raffreddato.
pulizie? approssimative e sporadiche.
i polli erano bianchi con orecchioni bianchi o gialli, quindi Valdarnesi o LIvornesi o un mix delle due razze. mi ricordo che erano davvero tanti. di giorno razzolavano nell'aia, nella concimaia o intorno casa. da tutte le parti c'erano buche scavate dai polli per fare il bagno nella terra. quando c'era l'uva, ricordo l'arrabbiatura di mio nonno a scacciarli dai filari
ricordo che per far nascere i pulcini c'era la tacchina (qui chiamata lucia, pronuncia lùcia) che covava a ciclo continuo da fine inverno a fine estate. quand'era freddo i pulcini stavano in sala da pranzo accanto alla stufa, di giorno in una scatola, di notte in un paniere coperti da maglie di lana. poi quand'erano cresciuti un po' venivano messi in gabbie in una stanza al pian terreno. infine liberati.
va da sé che a casa di mia nonna si mangiava spesso pollo. sempre con patate, buo-nis-si-mo