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Bionde Piemontesi, fulve coda nera 
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Una delle mie bionde nate a metà marzo ha iniziato a deporre ieri (ovettini piccoli da 35 gr) Ha orecchioni bianchi, leggera fiammatura, e pesa 1.5 KG (leggera) Posto una foto. La cresta è bella rossa (questione di foto se è venuta scura/viola). Si notano gli orecchioni ancora piccoli (rispetto ad altre mie bionde).
In teoria doveva iniziare a deporre a settembre (circa 6-7 mesi) secondo quanto ne sapevo...
Le altre 2 consanguinee non hanno fiammatura è sono molto biu bionde! e sono coda blu.

Per quanto ne vedo direi che la fiammatura va di pari passo con uno scurimento generale:
con fiammatura -> piumaggio scuro
senza fiammatura -> piumaggio chiaro

Interessante quello che dici Slowbill, le pollastrelle piu piccole che ho arrivano da Fossano (CN), vedremo piu avanti come si diventeranno (fiammature, colore orecchioni e stazza).


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17/07/2012, 11:17
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le galline bionde piemontesi possono suddividersi in almeno 2/3 sottorazze

esiste un ceppo astigiano, con animali molto chiari, senza fiammature, di piccola stazza, con orecchioni giallognoli, creste delle galline molto grandi e ripiegate

un ceppo cuneo-fossanese, molto affine alla New Hampshire, con colori più scuri, mantelline dei galli molto arancioni, galline con fiammatura evidente alla base del collo, che talvolta invade la groppa, molto precoce nell'accrescimento e di stazza piuttosto grande, con galli che talvolta superano i 4 kg, con orecchioni bianco latte, che in alcuni soggetti sono quasi completamente rossi (sempre tra le due sfumature)

volendo, esiste un terzo ceppo, concentrato nella zona Morozzo-Mondovì, con animali molto scuri, galline di un rosso opaco e galli che, in alcuni casi, assumono un colore rosso fuoco e pesi che possono sfiorare i 5 kg, con orecchioni bianco latte, creste grandi, tali da ripiegarsi, in alcuni casi, anche nei maschi, i quali, nella stragrande maggioranza dei casi, finiscono per divenire i celeberrimi capponi, rinomati nel mondo

quale sia la vera bionda piemontese, non mi è dato saperlo, ognuna ha pregi e difetti caratteristici, sta al singolo allevatore scegliere quella che ispira maggiori simpatie o soddisfa meglio il proprio fabbisogno

girando tra le cascine, ho notato che i colori vanno via via schiarendosi, o scurendosi, a seconda della provenienza geografica

P.S. come mio suocero mi sta giustamente facendo notare, muovendosi verso nord, in zona Savigliano-Saluzzo, i colori degli animali schiariscono, talvolta i galli presentano nel collo un'evidente "barratura" come notato in un soggetto di qualche pagina fa, probabilmente, senza poter "mettere la mano sul fuoco", dovuto ad incroci con galline bianche di Cavour

_________________
Una tartaruga depone migliaia di uova senza fare il minimo rumore, quando una gallina ne depone uno solo, lo sa tutto il vicinato

prima di avventurarti in bislacche pratiche per capire se una coniglia è gravida o meno, HAI EFFETTUATO LA PALPAZIONE?


17/07/2012, 15:27
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Ciao, ottimo intervento ;)
Senz'altro ti riferivi al mio gallo, che per la precisione viene da quel di Saluzzo.
Alcuni mesi fa avevo posto la domanda del come mai in una mostra ( con tanto di giudizio) potevano esserci due coppie di Piemontesi di stazza completamente diversa :o
Ora tu mi hai chiarito un poco le idee ;)
nicol


17/07/2012, 15:44
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non ricordavo con precisione chi avesse postato l'immagine

questo "scherzetto" viene spesso effettuato da un noto allevatore della zona, al fine di schiarire il ceppo cuneese (per intenderci, il più numeroso) e rinforzarlo ulteriormente

non oso permettermi di giudicare quale sia il migliore o peggiore, ne tantomeno esprimere giudizi sugli animali

ognuno di noi mette impegno e denari per cercare di ottenere il meglio da ciò che ha, sentire Tizio dire a Caio che il suo lavoro non è apprezzato causa emozioni non sempre condivisibili

anche coloro che vogliono essere "professoroni" dovrebbero fermarsi un inuto prima di esprimere tali giudizi

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17/07/2012, 16:18
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Perfetto, aggiungo che la prima tipologia astigiana alcuni allevatori la chiamano anche "bionda di Villanova d'Asti". Di cui fanno parte le mie (o almeno così mi ha detto chi me le ha date)
Interessante la distinzione tra orecchione bianco e orecchione giallo...in effetti chi me le ha date le ha tutte con orecchioni gialli...e di stazza piu o meno come una ISA...

Ognuno ha il gallo che si merita... :D Chi troppo chiaro, chi troppo scuro ;)


17/07/2012, 19:56
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slowbill ha scritto:
le galline bionde piemontesi possono suddividersi in almeno 2/3 sottorazze

esiste un ceppo astigiano, con animali molto chiari, senza fiammature, di piccola stazza, con orecchioni giallognoli, creste delle galline molto grandi e ripiegate

un ceppo cuneo-fossanese, molto affine alla New Hampshire, con colori più scuri, mantelline dei galli molto arancioni, galline con fiammatura evidente alla base del collo, che talvolta invade la groppa, molto precoce nell'accrescimento e di stazza piuttosto grande, con galli che talvolta superano i 4 kg, con orecchioni bianco latte, che in alcuni soggetti sono quasi completamente rossi (sempre tra le due sfumature)

volendo, esiste un terzo ceppo, concentrato nella zona Morozzo-Mondovì, con animali molto scuri, galline di un rosso opaco e galli che, in alcuni casi, assumono un colore rosso fuoco e pesi che possono sfiorare i 5 kg, con orecchioni bianco latte, creste grandi, tali da ripiegarsi, in alcuni casi, anche nei maschi, i quali, nella stragrande maggioranza dei casi, finiscono per divenire i celeberrimi capponi, rinomati nel mondo

quale sia la vera bionda piemontese, non mi è dato saperlo, ognuna ha pregi e difetti caratteristici, sta al singolo allevatore scegliere quella che ispira maggiori simpatie o soddisfa meglio il proprio fabbisogno

girando tra le cascine, ho notato che i colori vanno via via schiarendosi, o scurendosi, a seconda della provenienza geografica

P.S. come mio suocero mi sta giustamente facendo notare, muovendosi verso nord, in zona Savigliano-Saluzzo, i colori degli animali schiariscono, talvolta i galli presentano nel collo un'evidente "barratura" come notato in un soggetto di qualche pagina fa, probabilmente, senza poter "mettere la mano sul fuoco", dovuto ad incroci con galline bianche di Cavour


E' abbastanza comprensibile che via siano diverse varietà locali, anche all'interno di una stessa razza, seppure con variazioni limitate, ciò e dovuto al tipo di allevamento e selezione morfologico-produttiva che viene prediletta in una dato contesto.

Non credo però che tutto sia da porre sullo stesso piano senza adottare valutazioni e considerazioni opportune.

Ad es. se in passato, intendo dire nell'epoca rurale degli anni post guerra, comunque nella prima metà del 900', in alcune zone sono stati effettuati degli incroci con razze estere, es. New Hampshire perchè i contadini volevano aumentare il preso e robustezza dei loro animali, oggi ciò non ha più senso ed è addirittura, secondo il mio parere, una pratica scorretta e senza senso, che danneggia il patrimonio zootecnico, soprattutto per quel poco di autoctono che è possibile salvaguardare.

Altri effetti di vari incroci si avranno nel colore delle uova, che varierà dal rosato bianco al marroncino-bruno.

E' sempre meglio avere omogeneità dei caratteri, però all'insegna della tipicità.

Io credo perciò che questa razza, seppure con varianti locali, debba avere delle proprie caratteristiche che la rendano peculiare.

Le riassumo, senza però stabilirne un'ordine d'importanza:

1. cute molto GIALLA;
2. piumaggio Fulvo/Biondo con variabili gradi d'intensità;
3. orecchioni che vanno dal bianco crema al giallo ( questa caratteristica non è da sottovalutare, in quanto gran parte del pollame italiano non sottoposto ad incroci con razze asiatiche o derivate da essi era di tipo OMEOSOMO).
4. cresta semplice, molto sviluppata in entrambi i sessi, possibilmente eretta nel gallo e leggermente piegata nelle galline.

Anche la taglia non può variare in modo esagerato, arrivando a parlare di animali di 5 kg, mi sembra poco credibile. Si tratta di animali che rientrano nella taglia media, è possibile che via siano variazioni in termini di etti, magari fino a 1/2 kg per ceppi diversi ma parlare di animali con variabili di 1-2 g mi sembra davvero troppo.

In ogni caso è sempre importate osservare gli animali, con le loro caratteristiche diverse, e contestualizzarli, cercando di capire come e perchè si è arrivati a ciò, in modo tale da ridimensionare accentuare se ci sono difetti o pregi, rispetto alla media della popolazione.

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23/07/2012, 10:38
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slowbill ha scritto:
in provincia di Cuneo, è pratica comune degli allevatori, specie dei grandi papaveri, rinsanguare la bionda con la New Hampshire, al fine di aumentarne il peso e intensificare il colore degli animali troppo spesso spento

i galli hanno sovente mantellina tendente al rosso e orecchioni bianchi macchiati, le galline hanno un'evidente fiammatura alla base del collo

tale pratica aumenta la robustezza e la precocità della razza e non è completamente da demonizzare

a parte gli animali che gli allevatori VOGLIONO FAR VEDERE alle fiere, la stragrande maggioranza degli animali, almeno nel Piemonte occidentale, riporta i su citati "difetti", anche alcuni di quelli mostrati finora in questa discussione

a volte credo che ci si impunti eccessivamente sui dettagli, al punto di divenire "razzisti"

i veri polli Villanova (d'Asti), probabilmente non si ritrovano più neppure nelle campagne astigiane

Parlare di difetti morfologici è poco utile e logico, se lo scopo dell'allevamento è meramente produttivo.

L'accento sul "difetto" diviene opportuno nel momento in cui c'è un confronto/comparazione con uno Standard di razza che riassume caratteristiche perlopiù morfologiche. Anch'io NON condivido l'accanimento e l'ossessione che alcuni perseguono su alcuni caratteri, (e di solito su polli degli altri).

Ovviamente nessuno dovrebbe imporre standard a nessuno, ne alcun tipo di selezione ad altri che possono o meno esserne interessati, però suggerire incroci con altre razze mi sembra poco ragionevole se si vuole tutelare una razza, cosa resterà in futuro con queste pratiche? Visto che, come è ormai noto, gran parte del patrimonio zootecnico è già stato compromesso...sarebbe puntare sul custodire e replicare quello che è più vicino all'originario.

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23/07/2012, 10:50
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si potrebbe rimanere mesi interi a discutere su quale rosa profumi di più

occorre considerare l'inevitabile caratterizzazione di una razza rispetto al territorio in cui essa viene allevata, della frequente abitudine degli "alti papaveri" cuneesi a negare anche l'evidenza, del biscotto (amarissimo) preparato da FIAV e selezionatori astigiani

credo però che si debba tenere in considerazione quale sia, innanzitutto, lo scopo per cui si allevano i propri polli

dal punto di vista commerciale, le derivazioni cuneesi, bionda-NH in particolare, sono parecchio più redditizie rispetto al genotipo astigiano

chi desidera un ceppo esteticamente più uniforme, non ha problemi ad attendere qualche mese in più a macellare (o non desidera in assoluto farlo), trova ovviamente maggiori soddisfazioni con le Villanova

trovo però incoerente che i "pollonniscenti" disconoscano le variazioni granda-style sul tema, dopo aver riconosciuto colorazioni e modifiche a gogò a tante altre razze, livornesi in primis

chi ha una certa dimestichezza con la storia e la geografia delle due provincie in questione, converrà che le stesse paiono appartenere a due mondi totalmente differenti, una con un territorio più grande e pianeggiante, da secoli votato al commercio ed all'allevamento intensivo, l'altra con un terreno impervio, di piccolissime dimensioni, con grandi cascine a carattere più feudale, talvolta molto isolate le une dalle altre, votate all'agricoltura di collina ed alla pastorizia

durante l'ultima guerra, la provincia di Cuneo è stata razziata dalle truppe di occupazione, la scarsa difesa e la vicinanza delle varie cascine ha permesso che non restasse granché della popolazione avicola originaria, che si stava comunque già perdendo in periodi precedenti, a favore di selezioni maggiormente redditizie, ovvio che le carovane dei mercanti langaroli (famosi divennero i loro scambi "alla pari", 1 quintale di grano o meliga contro un quintale d'uva, o di olio, in provincia di Imperia), alla costante ricerca di vino, considerato allora, da taglio, abbiano riportato questi polli biondi dalle colline dla ciota (prov. di Asti) e li abbiano incrociati, in nome della produttività con razze più precoci e pesanti, già presenti sul territorio

questi minestroni (c°.Tiscallo) vengono effettuati da almeno cinquant'anni, se tutte le volte che un "barotto" vuole rinsanguare il suo allevamento si rivolgesse ad un allevatore astigiano, tra le colline del moscato non rimarrebbe più un solo gallo

(un grazie a mio padrino, mio padre(RIP) e mio suocero per le nozioni storiche)

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23/07/2012, 22:51
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Trovo i suoi contributi stimolanti , indipendentemente dall'essere o meno condivisibili per quanto riguarda i contenuti.

Io non sono piemontese, ed ho appreso alcune informazioni riguardo alla storia ed evoluzione di questa razza da allevatori piemontesi vari, poi leggendo quel poco di documentazioni che ho reperito.

Avevo altresì appreso di dispute tra vari sostenitori dell'una o l'altra tipologia principale, anche antecedenti al riconoscimento da parte della Fiav di un solo tipo, a discapito di altri.
Ne è un esempio la così detta "Bionda di Cuneo", di cui ho visto in più occasioni esposti alcuni esemplari, che mostra essenzialmente una struttura più robusta, colorazione più uniforme ed intensa, fulva, orecchioni completamente rossi, giusto per citare le salienti differenze rispetto ad altri tipi di Bionda piemontese.

Ebbene è un peccato che non siano valorizzate tutte le differenze, però secondo me, senza presunzioni, in ambito zooctecnico occorre avere rigore e operare delle scelte mirate nell'allevamento, fissando degli obiettivi a cui tendere, quindi gli incroci in tale fase sarebbero da evitare.

Parlare quindi di una razza come questa, la cui storia, come anche le testimonianze dirette che lei racconta ci fanno intuire, è alquanto articolata e non del tutto lineare, è utile per capirne le origini, resta ora da valutare come muoversi nel presente.

Io mi sono fatto un'idea personale, quindi propenderei per una tipologia come ho fatto intendere più volte, però rispetto altre visioni.

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23/07/2012, 23:46
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Sez. Polli
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Mi ponevo un interrogativo !
In origine, l'incrociare le New Hampshire con la razza Piemontese locale, rispondeva ad un esigenza operativa . Esistevano pochissime New Hampshire pure in Italia e si voleva trasmettere precocità , vigore e taglia agli animali nostrani , diffusi in tutte le aziende agricole tradizionali.

Oggi pochi riproducono i pollli e la disponibilità di razze pure è costante :
1 Se uno vuole un pollo New Hampshire compera un pollo New Hampshire con buona pace di tutti.

2 Se uno vuole un pollo precoce che cresca velocemente , compera un bel ibrido commerciale e se vuole tanta carne gli compera il mangime preconfezionato, lo alimenta come un broiler e felice si mette in frizer un pollo che vale tanto come quello del supermercato ma gli è costato molto di più, con tanta fatica e senza alcun vantaggio gustativo o nutrizionale.
Oppure gli fa fare un bel ciclo lungo con pascolo , butta via un mezzo Kg di grasso periviscerale , somministra circa il doppio del mangime che questi ibridi necessitano sprecandolo e felice si pappa il suo pollo che gli è costato molto,ma a lui piace così .4,5 -5 Kg

3 Se uno vuole sentire il sapore dei polli di un tempo passato , compera una Bionda piemontese di una delle tante sottorazze presenti, si accontenta del peso che raggiungono, le alimenta con cereali e pascolo, per il tempo canonico di almeno 6 mesi e quando qualcuno gli dice che sono un po leggerine e che non pesano 4 kg ci fa una risata sopra e si gusta ciò che desiderava mangiare .
Tutte e tre opzioni che prescindono da associazioni avicole amatoriali, standard e via dicendo .

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Dobbiamo avere più coraggio di guardare la realtà, così ci farà meno paura. Alessio Z.

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24/07/2012, 12:33
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