In data 9/5/2012, contrariamente a quello che mi aspettavo, ossia la pubblicazione della mia mail sul notiziario federale con relativa risposta del CTS (sia positiva che negativa...purché motivata puntualmente), ricevevo in sede privata stringata risposta negativa; in sostanza, nel menzionare vagamente pareri professionali non si sa di chi e con quali specifici contenuti, si sosteneva la mancanza nel genotipo e nel fenotipo del gene Mh da me indicato come responsabile della colorazione rossastra della varietà selezionata in Germania.
Replicavo con una lettera articolata elencando oltretutto altre motivazioni a sostegno:
"Buonasera;
Trovo oltremodo scorretto che si menzionino vagamente pareri professionali (di esperti di genetica avicola) senza curare di sottoporli per esteso indicando contestualmente nomi, cognomi e credenziali professionali di coloro che li hanno resi.
Riguardo al merito della Vostra replica ed in particolare alla seguente asserzione:
“….Non valida la proposta a causa della mancanza nel genotipo e nel fenotipo del gene Mh per la razza barbuta d'anversa (selezione tedesca)”
si precisa che solamente la lettura di quest’ultima, farebbe trasalire qualsiasi genetista; posto che quando di discute di genetica, sarebbe opportuno sforzarsi di citarla con cognizione di causa, (essendo materia complessa e certamente non alla portata di chiunque), si ricorda difatti che i geni sono presenti nel genotipo e non già nel fenotipo che ne è la mera manifestazione apparente.
In genetica, oltretutto, fanno fede cognizioni e conoscenze nel momento in cui un dato viene acquisito e non già le ipotesi ancora a venire.
Con riferimento specifico alla mia proposta, al di là della presenza o meno del gene Mh (o, eventualmente di altro gene sconosciuto eppur attivo sul fenotipo), va ricordato il dato oggettivo, che è evidente e che va al di là delle pregevoli affermazioni dei genetisti da voi consultati: queste due colorazioni sono DIVERSE, o meglio, sono uguali come potrebbero essere uguali una collo oro ad una collo argento (identico genotipico fatta eccezione per il gene s+/s+ nella prima ed S/S nella seconda), o come potrebbero essere uguali una millefiori oro ed una millefiori isabella (identico genotipo fatta eccezione per il gene lav in omozigosi).
Un colore completamente diverso, al di là del disegno, non può certamente essere frutto del fortuito ma deve essere il prodotto dell'azione di “qualcosa”, anche se a noi non ancora nota; le leggi della genetica, a meno che non si parli di mutazioni spontanee fortunose e sporadiche (si pensi come esempio al bianco ad al Pyle, mutazione spontanea del locus C), si prestano assai poco alla mera casualità immotivata e quello sottopostoVi, comunque, non ne é certamente un caso.
In buona sostanza, che il colore “rosso” della selezione tedesca sia l'effetto del gene Mh oppure di altro gene non ancora studiato e riconosciuto, non cambia il dato visivo (fenotipico) evidente a chiunque, esperto o non esperto di avicoli che emerge dalle seguenti foto:
I soggetti raffigurati sono di mia proprietà: il primo tedesco, il secondo belga.
Signori del CTS, se questi due galli sono la stessa colorazione anche io, a buon titolo, posso dire di essere Napoleone Bonaparte!
La forbice di tolleranza da Voi inserita nello standard, sebbene meglio di nulla, é - a mia modesta opinione - una soluzione inidonea a descrivere due fenotipi distanti tra loro come i predetti oltre ad essere un controsenso selettivo. Vorrei proprio vedere la reazione se nella Livorno venisse proposta una “forbice di tolleranza” tra “oro”, “collo oro” e “perniciata: vi sarebbe una immediata levata di scudi!
Per spezzare una lancia a Vostro favore, è da dire che nessun paese appartenente all'E.E. si é ancora preso la briga di assumere una posizione netta riguardo alla problematica sottopostaVi ma é altresì da sottolineare che, se aspettiamo che una soluzione simile venga da Belgio (paese di origine di queste razze) e/o Germania (autrice di differente selezione"rossa") , allora stiamo ben freschi perché in questi Paesi la questione non si pone materialmente: alle mostre Belghe, barbute quaglia di fenotipo tedesco non vengono neppure presentate e comunque - se anche lo fossero - verrebbero squalificate perché "inidonee a rappresentare il colore quaglia standard". In Germania, per converso, l'unico "quaglia" rappresentato é quello di selezione moderna, cioè - per intenderci - quello "rosso", mentre pressoché inesistente, o comunque non rappresentato alle esposizioni, il fenotipo belga.
Da notare, altresì, che entrambi questi paesi possono definirsi "Selezionatori": essi hanno cioè per le Barbute belghe - e segnatamente per l'Anversa - una produzione propria, formata tramite selezioni autonome, l'una secolare ed originaria, l'altra più recente ma comunque significativa e piuttosto dilagante.
Non può essere detta la stessa cosa per l’Italia, o per la Francia ad esempio, ove sono presenti "selezioni" di mera "importazione": in Italia prevalgono le quaglia di selezione tedesca, in Francia, invece, quelle di selezione belga: proprio in paesi con simili realtà la questione del giudizio di queste due tipologie di colore, così come da me rilevata, realmente si pone.
E’ forse per avere un utopistico unico standard europeo che si giunge a negare un’ evidenza? In questo caso sarebbe triste. Non vogliamo credere che si arrivi al punto di diffidare gli allevatori dall’acquistare una determinata selezione o ceppo a beneficio di altra, sotto la velata “prefigurazione” di scarsi risultati nell’ambito espositivo italiano.
Ciò posto Vi lancio una provocazione: se gli olandesi o i tedeschi possono aver autonomamente affermato, a prescindere da quello che noi Italiani sosteniamo, che i Leghorn ed i Livorno sono la stessa cosa.. o meglio che il Livorno é il Leghorn - ovviamente penalizzando la nostra produzione nazionale improntata a ben diversi criteri - (posso indicarvi, se volete il nome della pubblicazione), perché noi Italiani non possiamo prenderci finalmente la briga di dire che il quaglia tedesco é un quaglia “rosso” e quello belga un quaglia e ciò a prescindere dalla base genetica, basandoci meramente sulla sua manifestazione fenotipica (ovvero su quello che è poi il centro di attenzione del giudizio morfologico di un pollo)?
A ben guardare, per giungere ad una nomenclatura differente, non è sempre e necessariamente obbligatorio chiamare in soccorso la genetica, anzi, la genetica è entrata a far parte delle nomenclature standard solo in un momento più recente; scorrendo lo standard delle colorazioni è infatti evidente che esistono interi gruppi di razze accomunate da basi genetiche pressoché identiche ma con manifestazioni fenotipiche e nomi di colorazione ben differenti. Un Esempio ne sono i grandi gruppi di razze nord europee ( Brackel, Gabbiano della Frisia, Gabbiano di Gronninga, Frisia, Campine, Amburgo, Assendelfte, Ovaiola della Westfalia, Pollo di Chaamse) .
E’ vero altresì che a diverse basi genetiche possano corrispondere nomenclature perfettamente identiche: si vedano come esempio a tal proposito la colorazione argento orlo nero per le razze Sebright e Wyandotte : la nomenclatura è sempre la stessa ma, a ben vedere, essa rappresenta la manifestazione di una diversa base genetica. Per meglio chiarire questo concetto utilizzando la razza da me prediletta, ossia la Barbuta d’Anversa, Vi prego di prendere visione di questo raffronto fenotipico:
eb/eb Co/Co Pg/Pg Ml/Ml S/-
ER/ER Co/Co Db/Db Pg/Pg Ml/Ml S/S
Per concludere, infine, non mi capacito davvero di come, una tematica simile, introdotta con una richiesta puntuale e dettagliata, abbia potuto essere liquidata con una replica di poche righe e poco concetto resa oltretutto in forma strettamente privata a firma “.........” e non già CTS ...............................................................................................................”: Firme illustri della nostra avicoltura nazionale.