eugenio ha scritto:Core cuntent’ a Loggia
E’ il soprannome di un celebre facchino della Loggia di Genova, vissuto alla fine del secolo scorso, che si distingueva per il suo carattere particolarmente allegro. Per filiazione, con questo appellativo sono indicate le persone propense ad atteggiamenti giocosi.
Cuor sereno il ciel l'aiuta, e via discorrendo.
Quando ancora facevo la spola tra Parigi Londra Vienna eccc.. In effetti l'allegria non mi mancava.
Un amico, noto col broncio, mi diceva: "Anche se tutto andasse per l'opposto di cosa desideri, tu troveresti delle ottime ragioni per essere soddisfatto".
Credo avesse ragione, però fare di necessità virtù credo sia un valore sicuro in qualunque ambiente.
Un mio nipote, venendomi a trovare, invece della solita domanda:"Come fai a vivere qui? Non c'è niente".
Più riflessivo ha sentenziato: "Si, si può vivere qui, però prima bisogna essere stato ricco".
In effetti un po' di ragione credo ce l'abbia pure lui, però io "ricco" come ora non lo sono stato mai.
Vivo dei prodotti che coltivo e la spesa più rilevante è per i miei due cagnoni a cui le verdure non bastano.
Io però mi sento "ricchissimo", primo perchè nessuno anche volendo mi può derubare, secondo a chi dovesse interessare la "mia ricchezza", non può rubarla, ma se la deve conquistare.
E qui sta il bello, ai margini del sistema c'è spazio per la felicità per chiunque la sappia vedere.
Se mi sono sbagliato me ne scuso in anticipo.
Saluti montani
Sergio