Gentili dottori agronomi, vi sarò grato se mi fornirete una risposta con riferimento al seg. quesito: mi sono imbattuto in un testo scritto in inglese (lingua di cui sono forte), che narra di uomini vissuti intorno al 9600 a.C. in una località, ben nota agli archeologi, denominata Gobekli Tepe. Il passo in questione l’ho tradotto nel seguente modo, ma mancandomi un linguaggio tecnico (non sono agronomo) ho timore di dire castronerie. Vi sarò grato se mi direte se la frase riportata qui sotto ha senso compiuto: “Venivano coltivati tipi rari di colture mutanti che non riuscivano a rilasciare i loro semi. Questo significava che si potevano trebbiare e raccoglierne ogni chicco. Affinché queste varietà suicide potessero prevalere sulle più antiche varietà selvatiche non suicide – in quanto rilasciavano i loro semi – avevano bisogno di essere piantate in nuovi ambienti, in modo da ridurre la competizione con le colture selvatiche”. Nell'attesa di un vostro gentile aiuto, vi faccio i miei migliori complimenti per il forum e vi prego di gradire i miei più cordiali saluti. Franco Anastasi
Formazione: laurea umanistica, esperienza in sala parto suini e fecondazione artificiale
Re: Colture mutanti.
22/09/2014, 0:29
Sulla validità storico scientifico del testo non mi pronuncio, ma potresti presentare a fianco anche il testo in lingua originale. Non so quale potrebbe essere la sezione più giusta, forse "coltivazioni erbacee" , ma si occupano di questioni attuali, non di 10.000 anni fa.